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Il Thai Funk Beat sta vivendo una nuova giovinezza nell’ultimo decennio : diverse compilation – su tutte “Shadow Music of Thailand” (2008), “Thai Funk” (2011) della Light in the Attic e “Pebbles Vol. 1, Thailand Pt. 1, Originals Artifacts from the Psychedelic Era” (2016) – hanno riportato alla luce la scena thailandese degli anni sessanta, settanta. Dalla shadow music – musica guitar pop influenzata dalla surf music americana – di gruppi come Johnny Guitar alla tradizionale thai music – morlam e luk thung – che incontra la disco (music) e il funk.
“Strangers From the Far East” (in uscita il 10 gennaio 2019), disco d’esordio dei thailandesi Khana Bierbood (คณะเบียร์บูด), riparte da lì, dalla tradizione (musicale) di un nazione e cerca di confrontarsi con la scena psichedelica contemporanea.
La Guruguru Brain , etichetta discografica olandese specializzata nell’underground asiatico, ha captato le vibrazioni nell’aria tra Oriente e Occidente e si è sintonizzata sulle frequenze della band di Bangsaen Beach, mettendo finalmente su disco un progetto musicale in vita, più o meno seriamente, dal 2012.
Il produttore dell’album è un nome conosciuto ed estremamente significativo della contaminazione tra mondo (musicale) asiatico ed occidentale, Go Kurosawa dei Kikagaku Moyo. Il risultato è quindi più che convincente ed è forse più interessante dell’ultimo disco del gruppo dello stesso Kurosawa perché i Khana Bierbood , almeno per ora, riescono a sorprendere, con personalità e semplicità pop: il quintetto ha una una capacità di scrittura in grado di unire, con naturalezza, due universi apparentemente lontani. Surf/garage music in chiave thai beat.
E strano ma vero la band sarà in tour in Europa e farà anche tappa per più date in Italia: il 16 gennaio al Titty Twister (Annibale Night) di Firenze; il 17 al Bronson Cafè di Ravenna; il 18 al 30 Formiche di Roma; il 19 al Fazenda di Teramo; il 20 al Godot di Avellino e il 21 al Circolo Arci Subasio di Foligno.
(Monica Mazzoli)