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E chi è quella donna in copertina sul numero di aprile di Mixmag, uno dei magazine di club culture e musica elettronica più importanti del Regno Unito? Jayda Guy, producer canadese che da Vancouver sta cominciando a far apprezzare le sue produzioni disco e house in tutto il mondo sotto un moniker scelto senza troppi sforzi, Jayda G. Quelli che in Italia sono interessati a simili suoni hanno probabilmente messo Mi Piace nel corso della loro vita alla pagina Facebook del Jazz: Re Found, festival di Torino che da anni si è imposto nel panorama nostrano come uno degli eventi migliori in quanto a sonorità black e dintorni: è così che molti sono venuti in contatto per la prima volta con Jayda G dato che, in vista di un suo set tenutosi nell’ultima edizione del dicembre 2018, il festival ha “martellato” gli utenti con un video in cui la canadese balla e mette vinili molto fighi in una Boiler Room organizzata da Dekmantel.
A colpire non era solo la presenza scenica ed i passi di danza della Guy, ma anche quella selezione deliziosamente retrò fatta di dischi di Taste Of Honey, Gap Band, Debra Laws e tutto il funk di cui spesso si dimentica l’efficacia sulla pista da ballo. Come ha detto lei stessa nel modo più schietto possibile in una recente intervista, si è fatta strada nel mondo del clubbing semplicemente mettendo nei suoi set musica soulful e divertente, quella che altri DJ ormai evitano di suonare per i più svariati ed incomprensibili motivi. Sarà che siamo diventati tutti fighetti berlinesi negli ultimi tempi per quanto riguarda il ballare, ma questo è il momento in cui le nuove generazioni, che non hanno vissuto gli anni ’70 e ’80 e non associano gli Earth Wind and Fire a “roba da mettere ai matrimoni degli zii”, hanno riscoperto nei club il bisogno del groove e di melodie solari (vedesi il successo internazionale di Peggy Gou e Nu Guinea). Tutto ciò Jayda G l’ha capito al volo, tanto da riuscire a pubblicare il suo debutto discografico, Significant Changes, sulla prestigiosa Ninja Tune di Londra.
Mettere dischi e produrre musica non sono ovviamente la stessa cosa quindi non ci si può aspettare da un album d’esordio di una DJ il nuovo capolavoro nu-disco, ma alcune tracce seguono idealmente la falsa riga della musica messa nei set e non possono che essere cosa gradita per gli amanti della house. Move To The Front, Leave Room To Breathe, Missy Knows What’s Up sono pezzi che, nella loro asprezza e basilarità, si fanno ascoltare volentieri e fanno predire un futuro radioso per la carriera della canadese, così come s’era intuito con la manciata di EP usciti negli ultimi due anni (Diva Bitch, Rishikesh). Il problema si vede sulla lunga distanza con il resto della tracklist, abbastanza noiosa ed inconsistente, con pezzi che sembrano voler dimostrare qualcosa che non interessa a nessuno e altri filler trascurabili (Orca’s Reprise sembra l’imitazione di brano di Angelo Badalamenti per Twin Peaks, brava, ma che c’azzecca qui?). Si può vedere la questione in due modi: o la colpa è della Guy e della sua mancanza di idee nel riempire un intero LP, o la colpa è del fatto ci si ostini ancora a pubblicare musica col formato “album di 8-9-10 brani” nonostante la gente ascolti solo le playlist di Spotify… ma il discorso si farebbe troppo lungo. In ogni caso: Il divertimento dei suoi set è già globalmente certificato, l’abilità come producer sarà un qualcosa da dimostrare meglio in futuro con lavori più a fuoco. Per dirla alla Earth Wind and Fire, Jayda G è rimandata a September.
60/100
(Stefano D. Ottavio)