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La Far Out Recordings , etichetta londinese specializzata in musica brasiliana, ha ristampato negli ultimi anni il catalogo della Quartin : gli album prodotti da Roberto Quartin nel 1970, dopo aver venduto alla Polygram i diritti della sua prima creatura discografica, la Forma, una della realtà più interessanti della Bossa Nova anni sessanta.
Tre, i titoli fondamentali delle Quartin series : “Vocês Querem Mate?” di Piry Reis, crocevia psichedelico tra música popular brasileira, folk e tropicalismo funk ; “Toca Antônio Carlos Jobim” di Victor Assis Brasil , splendido esempio di samba-jazz – connubio tra bossa nova, ritmi samba e bebop americano; “Obnoxius” di José Mauro, mina vagante del versante più sperimentale del pop brasiliano.
L’opera più rara, impenetrabile e, da un certo punto di vista, significativa delle Quartin Series è, senza ombra di dubbio, quest’ultima : il disco d’esordio di Mauro, musicista la cui storia è ancora oggi avvolta nel mistero. Secondo alcuni voci l’artista potrebbe essere morto in un incidente d’auto poco tempo dopo le registrazioni del suo album di debutto e secondo altre fonti, prive però di fondamento, potrebbe essere ancora vivo. Sul sito online del quotidiano Diário da Manhã in un articolo del 2016, titolato “A suposta morte de José Mauro“, viene dibattuta la questione di questa “supposta morte” senza arrivare a niente di concreto.
Una certezza c’è, però : il peso massimo, in termini di qualità, di un lavoro come “Obnoxius”.
José Mauro, a differenza di altri tropicalisti arrestati ed esiliati implicitamente (Gilberto Gil e Caetano Veloso), non lascia il Brasile durante il “vazio cultural” – il “vuoto culturale” creatosi dopo il colpo di stato militare del 1964 e successiva dittatura, e dopo l’emanazione de l’Atto Istituzionale numero 5 del 13 dicembre 1968, sospensione di molte garanzie costituzionali .
“Obnoxius”, imprevedibile nella forma e nella sostanza, è classico e sperimentale allo stesso tempo: barocco negli arrangiamenti orchestrali di Lindolfo Gaya e d’archi di Quartin, avanguardistico nella commistione di generi – tra il tocco jazz del pianista Dom Salvador ; le vibrazioni samba, brasileire della batteria di Wilson das Neves e delle percussioni di Juquinha e la voce confessionale, il tratto folk e impressionista della chitarra acustica di Mauro.
Una scrittura travolgente e critica verso il clima liberticida del suo paese, con un’apice quasi trascendentale in “Apocalipse”. Malinconia e invettiva poetica-politica:
“Santo, Santo é o Senhor da Guerra
O Cordeiro batalhador
Santo, Santo é o Miguel Arcanjo
E a justiça do meu Senhor”
Fatta eccezione per “A Viagem Das Horas” (scritto sempre insieme alla giornalista Ana Maria Bahiana ), “Obnoxius” resterà purtroppo l’unica testimonianza discografica di “qualcosa che poteva essere e non è mai stato”, come spesso si dice.
José Mauro è sparito nel nulla. Volontariamente o meno.
(Monica Mazzoli)