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Un proverbio molto noto dice “meglio soli che mal accompagnati” Nel caso di Shana Cleveland, la compagnia è quella del gruppo femminile americano chiamato La Luz, attivo dal 2012 e con tre album all’attivo (“It’s Alive”, 2013 (recensito dal sottoscritto proprio qui su Kalporz “Weirdo Shrine” del 2015 e “Floating Features” del 2018). Mala compagnia proprio non direi, piuttosto la volontà di abbandonare per un attimo i riverberi, il fuzz, le chitarre surf e le ninna nanne psichedeliche cercando l’essenza attraverso canzoni scarne, notturne e in solitaria.
Operazione riuscitissima, solo che rileggendo quello che avevo scritto sei anni fa, ribadisco anche oggi lo stesso identico concetto. La musica de La Luz, come quella senza elettricità della lead guitar e vocalist Shana, è tanto affascinante quanto monocorde, tanto in sintonia con una notte al chiaro di luna quanto impalpabile perché in assenza di un sussurro di vento. Un revival senza spunti, una mancanza di attualizzazione del presente. Vedere una ragazza suonare una chitarra rivolta al bagliore della luna può essere poetico. Poi però, c’è chi vuole concludere.
(Nicola Guerra)
60/100