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L’adolescenza è un tempo strano, si sa. Trenta anni fa, nell’aprile 1989, la mia gita di 2a superiore si scontrava con “Sonic Temple” dei Cult e guarda caso quel disco – il quarto per la band di Ian Asbury – finì ad essere la colonna sonora (rigorosamente in walkman) dei treni presi tra Riomaggiore e Monterosso, passando per Manarola e Corniglia.
Quel giorno fu forse l’ultimo giorno di amicizia spensierata, seduti tra gli scogli di Riomaggiore a guardare il tramonto con Alessandro e gli amici di sempre, e Iggy Pop che faceva i suoi interventi in “New York City”. Ricordo distintamente che per un momento pensai che quella era la felicità, che non si aveva bisogno di altro: eravamo liberi, iniziavamo ad essere grandi e tutto era davanti ed era nelle nostre mani, e il sentimento di amicizia che ci legava era più forte di tutto quello che avessimo mai sperimentato, solo parimenti bello al tramonto che in quel momento stavamo osservando.
Ian Astbury e Billy Duffy erano stati bravissimi: si erano lasciati alle spalle la svolta “AC/DC” di “Electric” (1987) e avevano preso il treno in corsa del glam, dei Guns N’Roses (a cui poi “donarono” il batterista Matt Sorum) con annessi e connessi, ma rielaborandolo a modo loro, con un tocco soprattutto psichedelico (“Sun King”, “Sweet Soul Sister”, “Soul Asylum”) mantenendo la loro grinta wave in alcuni brani (il singolo “Fire Woman”). E’ ancor oggi un album che ascolto volentieri, “Sonic Temple”, perché mi pare che tra le pulsioni dark dei primi due dischi e, appunto, l’hard-rock di “Electric”, lì i Cult trovarono davvero il loro modo personale di esprimersi (anche se passeranno alla storia per “Love” e non per questo).
Poi arrivarono le ragazze, e si iniziò pure a litigare con quegli amici, con Alessandro in particolare. Non tanto, non troppo, però si sa, la ragazzetta che piace ad entrambi e a poco a poco – anche se non fai a cazzotti – i legami si allentano. E lei era lì, alle Cinque Terre, pronta ad essere il discrimine tra un prima e un dopo, tra equilibri che devi imparare a mantenere e strade che devi iniziare a prendere.
Tutto vero, ma quella sensazione sugli scogli di Riomaggiore è ancora lì presente, ed è talmente inesprimibile che credo che rimarrà uno dei momenti più belli della mia vita.
(Paolo Bardelli)