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Oggi esce nelle sale “Pet Sematary”, il remake del film di Mary Lambert del 1989 (a sua volta “remake” cinematografico del celebre romanzo di Stephen King). Di quel film, divenuto ormai un culto per diverse generazioni, gli aficionados ricorderanno soprattutto la colonna sonora, con il singolone dei Ramones scritto apposta per l’occasione, ottenendo peraltro il beneplacito dello stesso Stephen King, da sempre grande fan del quartetto di Forest Hills.
Nonostante abbia rischiato di vincere il prestigiosissimo e ambitissimo Razzie Award come peggior canzone originale (quell’anno il premio lo vinse Bruce Dickinson, più che meritatamente), “Pet Sematary” riuscì in ogni caso a raggiungere la posizione numero 4 nella classifica Alternative Songs di Billboard.
Nel videoclip i quattro suonano all’interno di un cimitero, fermandosi ad un certo punto davanti ad una lapide su cui compare (si tratta ovviamente di un fake) il nome di Monte Melnick, tour manager della band all’epoca data per morta, e non solo per il malumori del povero Dee Dee, che aveva scoperto di recente di essere innamorato del rap e che di li a poco avrebbe abbandonato i Ramones.
“I don’t want to be buried in a pet cemetery
I don’t want to live my life again”
In quel famigerato 1989, infatti, l’ormai ex bassista della punk band più iconica della storia dava alla luce, con il sobrio e per nulla pretenzioso nome d’arte di Dee Dee King, il suo primo (e unico) album rap, “Standing in the Spotlight”, recensito fin troppo teneramente da Allmusic come “one of the worst recordings of all time”.
Più o meno lo stesso si potrebbe dire per “Brain Drain”, se non fosse che questo disco, compreso il singolone cinematografico di cui parliamo, a dispetto della sua pochezza e della sua svogliatezza segna suo malgrado un passo cruciale nella storia dei Ramones, consacrando in maniera inequivocabile la band ad un livello mondiale e conferendogli lo status di un vero e proprio mito.
Sometimes dead is better.
(Giampaolo Cherchi)