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Jesse The Faccio, progetto musicale padovano, è il punto d’incontro tra sonorità lo -fi, slacker americane e tradizione cantautoriale, pop italiana. “I Soldi per New York”, disco d’esordio del musicista veneto pubblicato nel giugno 2018 per Mattonella Records, Dischi Sotterranei, Woodenhaus e Pioggia Rossa Dischi, è stato ispirato principalmente da Beach Fossils, Mac Demarco, Alex G, ma anche Elliot Smith.
A Kalporz Jesse The Faccio racconta i sette brani che l’hanno influenzato maggiormente nella scrittura:
È uno dei miei pezzi preferiti del disco “Clash the Truth”. Quello che mi sta più a cuore di questa canzone è il mood, il sound e il tiro creato della chitarra “solista” che ho cercato di replicare nei miei brani.
Forse in generale una delle mie canzoni preferite di sempre, arrangiamento semplicissimo produzione sotto zero testo semplice ma super impattante, la definizione del lo-Fi.
Nella mia top3 delle canzoni meglio riuscite a Mac, dichiarazione d’amore totale, ritornello incredibile in un arrangiamento semplice dove viene esaltata la tipica sonorità chorus/vibrato. Sonorità appunto fondamentali anche per il mio lavoro, soprattutto sui pezzi più Pop.
Disponibile solo su YouTube penso, è un brano che è fuori dai dischi di Alex G, si trova sotto al suo progetto precedente, The Skin Cells, però la sonorità il timbro è inconfondibile. Un brano apparentemente lineare ma che racchiude arrangiamenti e del noise davvero molto interessanti tutto in una produzione veramente povera. Fondamentale.
Qua torniamo un po’ indietro a quelle influenze che ci sono, anche se non ascoltate direttamente durante la produzione del disco. L’anima shoegaze di tutto il disco che prevale su un paio di pezzi e l’”abuso” del riverbero deriva tutto da questo pezzo di ventotto anni fa.
Discorso molto simile a quello del brano dei MBV, qui però è il Pop-Rock, l’Alternative-Pop che mi influenzano, sia nel sound che nel modo di cantare. Mi è stato detto più volte che si sentivano i Pavement nei miei lavori, io non ci avevo mai pensato, poi mi sono ricordato quanto li ho ascoltati e quanto mi rappresentino gli anni ’90.
Quota italiana, uno dei miei pezzi preferiti di uno dei progetti se non il progetto più impattante per l’indie italiano (quello vero). A farmelo nominare è sicuramente l’attitudine Punk, la scrittura Pop, non c’è più nessuno che scrive così nonostante escano migliaia di canzoni ogni mese.
Nel mio piccolissimo prendo, trasformo, adatto a me e ci provo. Inarrivabili.