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Sunun – CL003 (Cold Light Music)
Tra la miriade di artisti e label della mitica Bristol, è questo il disco che mi è capitato in mano durante una sessione di digging al famigerato Idle Hands Records. Mi ritengo fortunato. CL003 è un gioiellino firmato Cold Light Music, il terzo del catalogo: cinque tracce di Sunun, selector, producer e attivista based in Bristol; aveva già esordito su Bokeh Versions, un’altra delle finest labels della città, con l’album ‘Ooid’. Ascolto, metto il disco da parte. La mia è la copia numero 249, stampata rigorosamente a mano, nella sleeve trovo una stampa, probabilmente realizzata da Sunun, raffiguranti bare, teschi e altre figure ed oggetti indefiniti. “It perfectly shows the current sound of the city”, mi è stato detto da un ‘local’. L’essenza sonora della città risuona forte su entrambi i lati del disco; il dub, genere tanto amato e radicato, è reinterpretato con sonorità elettroniche soavi, e mescolato con incursioni ambient e jungle. Se siete assidui frequentatori di Bristol e ne sentite la mancanza, ascoltate e verrete teletrasportati seduta stante.
V/A – Nyamakalabeats#1 (Blanc Manioc)
Blanc Manioc è una giovane label operante tra Bamako, in Mali e Lione, in Francia. In realtà, il comunicato stampa ci informa che più che una label, si considerano un collettivo, una grande famiglia felice di potersi esprimere tramite la musica. Una gioiosa voce emergente, nella sempre più affermata scena elettronica africana, si erige chiassosa, al fine di fondere musica tradizionale e cultura elettronica contemporanea. In questa compilation, i beats sorreggono canti tradizionali, mentre ascolti è come se li potessi veder suonare, cantare, sorridere, abbracciarsi. Blanc Manioc è attiva dall’inizio di quest’anno solare e sta rinforzando un catalogo decisamente interessante, che tra le altre è distribuito da Universal Africa. Tra i tanti producer reclutati per sostenere la causa, figura Slikback della crew Nyege Nyege.
Ryan Teague – Recursive Iterations (King Tree)
Campanello d’allarme per i fans di Oneohtrix Point Never: questo è un disco per voi. Ryan Teague è un abile compositore, sound designer e polistrumentista che si posiziona saldamente a cavallo tra la specialistica corrente della soundtrack music e la più diffusa e diversificata scena modern classic. Sintesi elettronica e sample acustici sono il suo pane quotidiano, il suo curriculum vitae è approvassimo: le precedenti produzioni, non a caso, appaiono su label del calibro di Village Green, Type Records e Sonic Pieces. Molte, moltissime le atmosfere e suggestioni psico-emotive di ‘Recursive Iterations’, un album che è facile consumare giornalmente senza mai esserne stufi. In questo lavoro, lo strabiliante artista incorpora arrangiamenti intergalattici, sound design d’autore, visioni astratte e futuristiche. Un must di questo 2019.
Mutant Joe – Home Invasions Anthems (Natural Sciences)
Incalzante, tetro, freddo, il flow di Mutant Joe ti trafigge il cuore come una freccia, ti colpisce come un filmine a ciel sereno. Il sound spazia tra “Memphis rap, trap, jungle and street electronics”. Un album ricco di trascorsi, di lyrics di vita di strada, emotivamente asfissiante, denso di carattere e carisma. Si avverte uno spirito riottoso di fondo, dato, probabilmente, dal passato trascorso per le strade, dalle reference nella cultura horror anni ’80, e dalla musica black metal e industrial. Vivida, costante, è la paranoia verso la vita odierna. Qui, il processo creativo e il vissuto congiungono visceralmente, la sofferenza verso l’era moderna sboccia in musica esplosiva. Non è un caso che nella tracklist, tra le altre, c’è un brano titolato ‘AK47’. L’etichetta discografica a produrre il lavoro è Natural Sciences, egregia label operante direttamente da Manchester.
Sabiwa – DaBa (Chinabot)
Sabiwa è tra i maggiori talenti valorizzati da Chinabot, label relativamente giovane che di recente ha messo su un catalogo discografico invidiabile, di personalità, altamente identificativo, fondato al fine di “change the dialogue surrounding Asian music.” ‘DaBa’ è il secondo album di Sabiwa per la label. Se nel primo l’artista aveva minato le basi per posizionarsi nel panorama obscure electronics/avant-pop, in questo secondo non si smentisce, l’impatto del sound aumenta esponenzialmente e si diversifica, anche esplorando nuove escursioni sonore. I brani sono asfissianti ed ansiogeni seppur fascinosi: ti prosciugano, ammaliandoti, tengono la psiche impegnata, lontana dalla realtà. Sabiwa produce e canta vortici che roteano in tunnel scuri ma arredati, nei quali è facile adagiarsi e trovare un proprio angolo per riflettere, nascondersi, isolarsi, trovare riparo e conforto.
YACHT – Chain Tripping (DFA Records)
Chain Tripping è sicuramente il miglior album del progetto YACHT, a volte un duo, a volte un collettivo di stanza a Portland, in Oregon. Le loro produzioni hanno toccato e inglobato una molteplicità di stili elettronici fino ad oggi, spesso orientandosi su correnti pop. Questa volta toccano orizzonti nuovi club-pop, in un’amalgama di groove che si districano tra funk e tribalismi, anche grazie alla presenza della dolce voce della musicista e cantante Claire L. Evans, uno dei componenti di YACHT, e tra le altre autrice di “Broad Band: The Untold Story of the Women Who Made The Internet”. Il sound è organico, il ritmo solido: è un album che terrebbe qualsiasi dancefloor vispa e in movimento. Un’altra, l’ennesima uscita discografica eccellente per la DFA Records.