Share This Article
Terraforma, il festival internazionale di musica, sperimentazione artistica e sostenibilità ambientale prodotto da Threes in collaborazione con Fondazione Augusto Rancilio, annuncia i primi ospiti della sua settima edizione, che si terrà dal 26 al 28 giugno come sempre a Villa Arconati-FAR a Castellazzo di Bollate (Milano) e tra gli altri, conferma la presenza di Stephen O’ Malley, MC Yallah & Debmaster, Linn da Quebrada, Donato Dozzy e Beatrice Dillon nel suggestivo bosco che ospita il festival.
La riconciliazione degli esseri umani con l’ambiente, o meglio l’uomo che si riconosce parte di esso, è il tema intorno al quale si costruirà e si vivrà l’intero festival: “Sono andato nei boschi perché desideravo vivere deliberatamente e fronteggiare solo i fatti essenziali della vita”. La disobbedienza civile descritta nel libro “Walden ovvero Vita nei boschi” di Henry David Thoreau anticipa questo bisogno di riconciliarsi con la natura. La riappacificazione ha luogo attraverso la figura di un individuo, un artista, uno studente, un ascoltatore, un osservatore che sperimenta la natura, le sue componenti reali e immaginarie in una condizione di esilio temporaneo e introspezione.
Terraforma 2020 affronta l’argomento della congiunzione tra l’uomo e la natura con un’esperienza immersiva di tre giorni di musica, laboratori, talk e installazioni nel verde, grazie a un programma multidisciplinare che abbraccia anche filosofia, ecologia, arte e architettura. Terraforma cerca così di risvegliare dall’indifferenza climatica, una sorta di sonno della ragione. Per esplorare sempre più in profondità i confini della coscienza collettiva, il festival prova a tracciare e immaginare una strategia di sopravvivenza empatica. L’incontro con il filosofo Timothy Morton, autore di numerosi volumi su temi ambientali come “Ecology without Nature”, “Dark Ecology” e “Iperoggetti”, è in tal senso un appuntamento emblematico ed essenziale del festival in cui provare a ripensare l’intero concetto di natura.
Per lo stesso motivo, l’artwork di Terraforma 2020 è stato affidato al norvegese Lars TCF Holdhus. Lars è un Walden contemporaneo, un artista e matematico che vive nei boschi e produce musica algoritmica. Il suo lavoro nasce dal contrasto tra una pratica artistica basata sui software e una vita in natura, facendo riflettere sul rapporto con quest’ultima, come preservarla e diventare più consapevoli del suo significato. Insieme al ricercatore David Ainley, Lars è ideatore di Biota, una newsletter incentrata su ecologia, permacultura e soluzioni pratiche per una vita più sostenibile. Il lavoro di TCF a Terraforma, da lui illustrato in un workshop del festival, comprende una serie di foto scattate durante i suoi viaggi, il foraggiamento, la raccolta di funghi e il tempo trascorso in natura.
L’isolamento, come rifugio ed escapismo, è uno dei temi cardine dei Primitive Art, duo composto da Matteo Pit e Jim C. Nedd che (tras)porta letteralmente a Terraforma il nuovo progetto Shelter, una struttura architettonica presentata in anteprima a febbraio alla Triennale di Milano. La palafitta in metallo di dodici metri quadri, dalla forma essenziale come in un disegno infantile, ha uno scheletro permeabile al passaggio e sospeso da terra con degli elevatori meccanici. Questo spazio indipendente sarà teatro di esibizioni speciali e contributi esterni curati dai Primitive Art. Il pubblico potrà assistere posizionandosi intorno alla struttura, come in un’arena.
Oltre al concetto di natura, Terraforma pone l’accento sulla diversità come forma di comunicazione ed espressione artistica. In un’epoca di geografie, confini, riferimenti, generi e media sempre più intrecciati, il festival invita l’iconica musicista, attivista e teorica queer newyorkese Terre Thaemlitz / DJ Sprinkles per un duplice set e una lecture. L’attivista lgbt e rapper brasiliana Linn da Quebrada, dal canto suo, viene a rappresentare una resistenza trans-black che dalle favelas di San Paolo l’ha portata fino alla ribalta internazionale. Se la veterana MC Yallah, affiliata al collettivo musicale ugandese Nyege Nyege, si unisce al produttore Debmaster in una energica esibizione live, il portoghese DJ Nigga Fox trascina sul palco i ritmi irresistibili della sua terra d’origine, l’Angola.
Il leggendario trio jazz australiano The Necks, ammirato da oltre trent’anni per le improvvisazioni di lunga durata e per le numerose collaborazioni, che vanno da Brian Eno agli Swans di Michael Gira, approda a Terraforma nella sua veste più sperimentale e ambient. Membro fondatore di gruppi culto come Sunn O))) e KTL, il musicista Stephen O’Malley è invece atteso per una performance solista ai confini più estremi del suono tra chitarre, droni e (un muro di) amplificatori. Un gradito ritorno, dopo quattro anni, è quello di Beatrice Dillon, che ha appena debuttato su PAN ed è pronta a far ballare con le sue esclusive selezioni di bass music, house e suoni sperimentali. Altrettanto gradito quello di due “veterani” di Terraforma, anima e cuore del festival, che a ogni edizione lasciano un’impronta indelebile: Donato Dozzy e Paquita Gordon.
L’artista finlandese Jenna Sutela lavora con parole, suoni e altri mezzi di comunicazione viventi, perfino muffe e batteri. A Villa Arconati-FAR presenta un’installazione che unisce biologia, tecnologia e cosmologia. Anche il curatore Joseph Grima, direttore del Museo del Design di Milano e fondatore dello studio di ricerca Space Caviar, è ospite di Terraforma per una sua installazione, e per mettere mano alle architetture del festival.
Nel 2020 Terraforma è entrata a far parte di SHAPE, una piattaforma cofinanziata dal programma “Creative Europe” della Commissione europea che sostiene, promuove e favorisce gli scambi di musicisti innovativi e artisti audiovisivi. Terraforma ha selezionato per SHAPE gli artisti italiani Marta de Pascalis, Piezo e Tadleeh.