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“People can change, ‘Cause I finally feel free, I feel like myself again but for the first time” canta Bethany Cosentino in “For The First Time”, singolo estratto da “Always Tomorrow”, ultima fatica dei Best Coast, che vede la luce cinque anni dopo “California Nights”. Sin dalle prime note “For the First Time”, riporta alla mente “Everywhere” dei Fleetwood Mac, ma senza nulla togliere ai Fleet, qui si parla di rinascita e di cambiamenti, leitmotiv attorno al quale ruota tutto il disco. In questi anni infatti la frontwoman ha subìto una vera e propria rivoluzione, non solo ha accettato di buon grado la natura instabile della vita e archiviato relazioni importanti ma, soprattutto, ha smesso di bere. Ciò che ne deriva è un tributo irresistibilmente ottimista alla vita e alla cura di sé, alla riflessione e alla gioia delle piccole cose quotidiane in chiave power pop. I riferimenti a band come i già citati Fleet, The Go-Go’s, B-52 e Bangles sono palpabili. Quando però questi si mescolano ai cori surf rock anni ‘60 e alla chitarra stratificata di Bobb Bruno il risultato, tra uno scampato melodramma e l’altro, è armonicamente delizioso e le note lasciano naturalmente spazio alle passioni descritte da Beth: i gatti, le passeggiate col cane, le palme e il sole caldo della California.
Lo stile che da sempre caratterizza i Best Coast, in “Always Tomorrow” lascia un nutrito spazio al pop-punk come in “Make It Last” o nella lunga ballata “Used to Be”, dove batteria e chitarra fanno da sfondo alle sane prese di coscienza della cantante: “Don’t talk to me like you know me, ‘cause I am not the same girl that I used to be”. Ogni traccia è stata ispirata dal vissuto quotidiano di Cosentino, una sorta di diario dove vengono annotate le paure e le insicurezze nei confronti della vita e del nuovo inizio. In “Wreckage” si chiede: “if I’m good now, then why do I feel like a failure almost every day?” e in “Graceless Kids” è la regina dei bimbi “sgraziati” facendo un riferimento a “How They Want Me To Be” del 2012: “Don’t wanna be all they want me to be, I know I said that years ago”. Se in “Master of My Own Mind” la band ripropone attacchi e riff a loro tanto cari, in “Rollercoaster” mettono in mostra con audace convinzione il loro lato sixties, fatto di assoli di chitarre vibranti psych-rock. “True” non poteva iniziare con un gioco di parole più significativo: “I didn’t wanna write a song about you yet, in case it was too good to be true”, chiudendo gli occhi si è sbalzati ad un prom dai colori pastello e se ci si concentra, si è perfino in grado di vedere le stelle filanti che fanno da sfondo ad una coppia di adolescenti che balla.
“Always Tomorrow” è un tripudio di chitarra pop, un resoconto della lotta di una persona per costruire una nuova vita, privo di zucchero e risposte facili, dovrebbe parlare a tutti coloro che vogliono prendersi cura di se stessi. Con i suoi testi onesti e autoreferenziali, questo disco vanta canzoni incisive e promettenti ma, al contempo, appare un po’ frenato, se la band cavalca vecchie sonorità. Prima dell’uscita, Cosentino ha dichiarato che, grazie alle esperienze passate, ha meno paura di fallire. La sobrietà richiede coraggio e questo album non solo è coraggioso, ma appagante e trascinante su più livelli: “It’s not a lie if you believe it”, dice Bethany citando orgogliosamente George Costanza (Seinfeld) in un’intervista al New York Times. Come darle torto.
75/100
Simona D Angelo