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Quanto vi mancano gli Hüsker Dü?
A me personalmente tantissimo; sarà che l’assenza di Grant Hart ha sgretolato anche le più solide certezze, costringendo ad ammettere a me stesso che il guardare avanti è l’unico modo per non far diventare i ricordi una biglia ingrigita dal tempo che tende ad offuscare le emozioni.
Senza preavviso alcuno, in questi giorni di ordinario naufragare nel passato per stimolare la rinascita interiore, il fatidico schiaffo in faccia me lo danno tre giovanotti provenienti da Austin, Texas.
Che senso ha crogiolarsi ascoltando in loop “Standing in the rain” quando puoi cantare a squarcia gola un pezzo come “years later”?
Nuova musica. Stessa attitudine che ci faceva stare bene, anzi benissimo.
E cosa importa se quasi tutto rimanda a loro, quando hai ancora il cuore gonfio di gioia?
Hai bisogno di quell’impatto, hai bisogno di quella melodia che affoga nel rumore, hai bisogno di ristabilire delle priorità.
Perché a tutti noi mancano gli Hüsker Dü, ma nessuno ci toglierà la voglia di emozionarci per qualcosa in cui abbiamo sempre creduto e che continuiamo a chiamare con quel nome meraviglioso quale rock’n’roll.
Quanto vi mancano ora gli Hüsker Dü?
A me pochissimo, perché oggi abbiamo i bauwaves e stiamo già vedendo tanta luce alla fine del tunnel.
75/100
(Nicola Guerra)