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Pochi giorni fa sull’agguerritissima pagina del Primavera Sound Italia, come ovviamente da qualche mese a questa parte visto che la ventesima edizione, causa Corona Virus, è stata posticipata ad agosto, si stava discutendo del festival sì/ festival no.
La pagina, totalmente o quasi (pare che il signor PS la segua con il sorriso soprattutto nei momenti pre annuncio del cartellone) scollegata da qualsiasi cosa che includa l’organizzazione, è punto di ritrovo sia di troller che di appassionati che al festival andrebbero anche se suonassero i Tokio Hotel(con tutto il rispetto). Spesso sembra talmente piena di congetture che la scenetta in cui a Fantozzi durante la proiezione della Corazzata Potëmkin ci sono “voci incontrollate e pazzesche: «goal di Zoff di testa su calcio d’angolo?»” diventa realtà.
Alcune discussioni sono più centrate o più serie, come “se lo annullano chiederete il rimborso?” a cui molti hanno risposto no per solidarietà agli organizzatori ancora tra i pochi fin qui in grado di stare (abbastanza) fuori dai giochi delle grandi multinazionali dell’entertainment e proporre nomi di qualità ed esclusive (i Pavement questo giro).
Ma a questo volevo arrivare: quando avrà senso far ricominciare gli eventi di massa come i festival?
Il timore la musica live sarà l’ultima che ripartirà.
Supponendo che oggi si trovi una cura efficace(non un vaccino) quanti timori ci saranno almeno per i prossimi 7/8 mesi?
In quali spazi si potrà stare con estranei rimanendo sicuri almeno apparentemente? Forse a teatro o al cinema una poltrona sì e una no ma sicuramente non sotto un palco!
Come si può pensare di evitare assembramenti ai cancelli, agli stand o nell’intera area senza dover investire troppo per il controllo?
E’ impensabile a breve e quanta diffidenza ci si dovrà togliere da dosso prima di poter passare ore fianco a fianco, appiccicati e sudati con degli sconosciuti?
Nobody knows lo so, ma i tour spostati di un anno (Nick Cave, Pearl Jam…) o date annullate fino a gennaio parlano da sole e lasciano poche speranze per (almeno) un’estate che rimarrà senza live act e lascerà il calendario tristemente vuoto.
Non ci restano che i ricordi che non fanno che aumentare la voglia di tornare a cercare di scansare il tizio davanti alto due metri, lamentarsi dei volumi bassi o della setlist. Torneremo e saremo tantissimi!