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Psichedeliche e Acide. Non esistono altri aggettivi per definire meglio le produzioni di Sepehr, dj e produttore elettronico americano-iraniano nato e cresciuto in California da genitori iraniani.
San Francisco , dagli anni sessanta, è terra della psichedelia in musica e Sepehr, all’anagrafe Sepehr Alimagham, è sicuramente figlio del mood libertario, sperimentale della città californiana:
“Il mondo psichedelico di San Francisco è il principale forza motrice della mia musica”, racconta l’artista in un’intervista a Pop Matters e continua dicendo “Quando sono venuto per la prima volta a San Francisco e ho iniziato ad andare ai rave, c’era questa cosa artistica, punk, dallo spirito libero, psichedelica che stava succedendo, e fin da subito ne sono stato completamente inebriato. Alcuni DJ come Solar e Carlos Souffront e la crew Honey Soundsystem suonavano, e tutti facevano festa in strani pub che avevano una tale intensità queer, psichedelica, punk, ed era così bello, ha influenzato il mio suono a 360 gradi”.
“Shaytoon”, disco d’esordio di Sepehr uscito il 10 aprile 2020, rompe gli schemi del dancefloor, le barriere di genere: acid house, techno con un’anima clubbing e al tempo stesso con una vena cerebrale, trance e psichedelica. L’artwork del vinile – in assoluta dicotomia con la musica – richiama le grafiche di copertina degli album pop, funk iraniani degli anni settanta. Un contrasto tra contenitore e contenuto simile a quello creato dai Throbbing Gristle con “20 Funk Jazz Greats” (1979).
C’è anche un altro parallelo interessante, però: l’album di Sepehr è pubblicato dalla Dark Entries Records, la stessa etichetta che negli ultimi anni ha dato alle stampe le sperimentazioni (finora inedite e datate 1973-1980) di Patrick Cowley, pioniere dell’elettronica e del “San Francisco Sound”. Niente avviene, per caso. Si sa.
(Monica Mazzoli)