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Questa è stata la settimana in cui le proteste negli Stati Uniti contro il razzismo e la violenza delle forze dell’ordine, iniziate dopo l’assassinio di George Floyd, hanno attraversato ogni singolo stato americano e molti paesi stranieri dando vita ad un enorme movimento per i diritti civili. Black Lives Matter ha trovato appoggio nella partecipazione attiva di moltissimi artisti che in questi giorni, utilizzando le proprie piattaforme sociali per divulgare informazioni e solidarietà, e soprattutto pubblicando nuova musica, hanno provato a dare un contributo alla causa.
Questo articolo, che riepiloga 7 iniziative importanti in questo senso, vuole essere l’appoggio di Kalporz alle ragioni di #BlackLivesMatter e, nel nostro piccolo, alla memoria di George Floyd.
1. Le azioni di Spotify e Bandcamp in omaggio a Black Lives Matter
Molte aziende, tra cui i principali servizi di streaming musicali, hanno partecipato più o meno sentitamente, più o meno ipocritamente, alle proteste nel corso della settimana. Spotify nella giornata di martedì ha promosso la playlist “Black Lives Matter”, piena di classici di orgoglio e denuncia sociale della musica “nera” in tutte le sue diramazioni, da Kendrick Lamar a James Brown, Nina Simone e Childish Gambino, “oscurando” l’immagine delle altre playlist ufficiali con un quadrato nero, lo stesso che hanno messo in molti sui social in segno di solidarietà. Bandcamp invece ha deciso di donare interamente il ricavato delle vendite di venerdì 5 alle organizzazioni che sostengono l’uguaglianza e la giustizia razziale connesse a Black Lives Matter, come l’American Civil Liberties Union ed il fondo National Lawyers Guild Mass Defense Fund.
2. YG con “FTP”, dritto per dritto
YG non è andato per il sottile e lo scorso 2 giugno si è unito alle proteste con “FTP”, brano corredato su Youtube dalla dicitura “FUCK THE POLICE. NO JUSTICE NO PEACE”. Il brano è una diretta citazione del classico degli N.W.A., che in questi giorni ha visto moltiplicarsi gli streaming di più del 200%, com’era normale aspettarsi.
3. Ty Dolla $ign fa squadra con Skrillex in “You See It”
Ty Dolla $ign collabora con Skrillex, Ant Clemons, Virtual Riot e Nia Miranda per un pezzo-manifesto di 54 secondi: vocoder e sonorità smooth per un appello pacifico al cambiamento. “How many more of my brothers/Do I gotta lose til I see change?/I know you see it/but we need change”
4. Cupkakke torna con “Lemon Pepper”
Dopo i trascorsi burrascosi che hanno fatto temere per lei, Cupcakke sembra tornata in forma. “Lemon Pepper” sfoggia la schiettezza e l’ironia che da sempre contraddistinguono la rapper, e i fan la ringraziano per avere pubblicato un pezzo in un momento nel quale della sua carica si sentiva il bisogno. La metà dei ricavati di questo pezzo andrà al Minnesota Freedom Fund, in sostegno di chi è stato incriminato o arrestato durante le proteste.
5. “body cast” di Dua Saleh
“Questa è una canzone che ho fatto con Psymun l’anno scorso e che pensavo di conservare per un progetto futuro, ma non posso aspettare più a lungo, con tutto ciò che sta succedendo nella mia città, Minneapolis”. Così Dua Saleh presenta “body cast”, brano che contiene il sample di uno scontro realmente avvenuto con degli agenti di polizia. I ricavati andranno interamente al Black Visions Collective.
6. “PIG FEET” di Terrace Martin con Daylyt, Denzel Curry e Kamasi Washington
La rabbia e l’incazzatura di Denzel Curry, uno dei migliori rapper emersi negli ultimi anni, trasudano tanto nel suo ultimo UNLOCKED quanto nella cover di “Bulls on Parade” dei Rage Against The Machine, che ha fatto nascere in molti la speranza di una futura rinascita del miglior crossover/nu metal. In “PIG FEET”, il producer Terrace Martin lo ha fatto incontrare con Daylyt ed il sax di Kamasi Washington in una traccia devastante registrata pochi giorni fa. Il video, un collage di foto e video delle riots di questi giorni, è tanto incendiario quanto la canzone, a partire dall’avviso iniziale rivolto allo spettatore: “This video to this song is happening right now outside your window“.
7. I Run The Jewels pubblicano “RTJ4”
“Fuck it, why wait?”. Il disco giusto al momento giusto non poteva aspettare il canonico venerdì per essere pubblicato: martedì, a sorpresa, El-P e Killer Mike sono tornati con il quarto capitolo di una saga fatta di hip hop militante ed impegno politico, dando la possibilità agli ascoltatori di scegliere se scaricare l’album gratuitamente dal loro sito (com’è sempre stato per ogni disco dei RTJ) o pagare un contribuito che verrà poi devoluto ad una lista di organizzazioni impegnate nella richiesta di giustizia per le vittime di violenza, come il NAACP (lo stesso scelto da Bandcamp). Non si deve fare una classifica della musica più rappresentativa di questi giorni, durante i quali moltissimi artisti hanno contribuito in un modo o nell’altro a farsi portavoce delle proteste, ma RTJ4 rimarrà nella storia degli USA come il sinonimo concreto di quanto possa essere fondamentale la cultura nel contribuire ad una causa sociale, connubio che in Italia latita da troppo tempo.
(Stefano D. Ottavio, Claudia Calabresi)