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L’evoluzione musicale del brasiliano Thiago Nassif ha dell’incredibile. Pupillo di Arto Lindsay, dopo le sperimentazioni ardite del doppio volume “Práxis – Ato 1 / Ato 2” del 2011 e dell’acclamato “Três” del 2018 (prodotto proprio da Lindsay), Nassif decide di ballare (quasi) da solo; lo fa con un quarto lavoro che riesce a dosare in maniera sbalorditiva tradizione e avanguardia senza risultare pretenzioso.
“Un faro, una luce guida per tutta quella schiera di giovani cantautori brasiliani”, dice Lindsay per pubblicizzare il disco del suo discepolo.
E così è, questo “Mente”, capitolo che non fa che aumentare, diciamo meritatamente, l’hype su un ragazzo dall’indubbio carisma, capace di manipolare bossa nova, elettronica e pop e rendere tutto fruibile anche ai non avvezzi ai lavori.
Perché se riesci a lasciare per tutta la durata del disco un senso di tensione perenne per poi stemperarlo con strusciate funky e morbidissima nu-wave, hai già vinto in partenza.
Perché tutti sono capaci di vivere il presente col bastone dei ricordi.
Pochissimi invece attraversano il ponte dei ricordi, senza rimpianti, già proiettati nel futuro.
78/100
(Nicola Guerra)