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Eliška Junková, nata Alžběta Pospíšilová e conosciuta anche con il nome anglicizzato di Elisabeth Junek (Olomouc, 16 novembre 1900 – Praga, 5 gennaio 1994), è stata una pilota automobilistica cecoslovacca degli anni ’20, al volante di una magnifica Bugatti. Donna coltissima e cosmopolita, parlava quattro lingue e aveva molti talenti; fu anche una delle prime donne in Cecoslovacchia ad avere la patente di guida e una delle migliori donne pilota della storia.
Google l’ha ricordata, a 120 anni dalla nascita, in un Doodle che celebra, indirettamente, il lavoro e il pionierismo femminili in una realtà ancora fortemente discriminatoria e quindi lontana dai pari diritti e dalle pari opportunità.
Inizialmente guidava in coppia con l’amato marito. Cenek Junek, con il quale aveva iniziato, poi, pur restando, i due, sempre sodali nella passione comune, e in diretto contatto nelle gare, partecipò alle manifestazioni automobilistiche da sola. Vinse la Zbraslav, la difficile salita di Jíloviště nel 1922, gareggiò in l’Europa contro i migliori piloti uomini dell’epoca (1926), vinse al Nurburgring, in Germania, raggiungendo una leadership in quanto unica donna nella storia ad aver vinto una gara di Grand Prix, e gareggiò più volte la celeberrima Targa Florio, la cui edizione del 1928 quasi vinse (arrivò quinta) ma di cui fu considerata vincitrice morale, battendo ben 25 altri piloti tra cui Luigi Fagioli, René Dreyfus, Ernesto Maserati e Tazio Nuvolari.
Rispettata dai suoi colleghi, sempre appoggiata dal marito pilota, continuamente in viaggio e in gara, inanellando successi e riscuotendo tripudi ovunque e, insomma, libera di portare avanti una carriera e una vita indipendenti, cosa non facile per una donna in quegli anni, la sua esistenza scorreva serena: fino al brusco, drammatico epilogo.
Infatti, il marito ebbe un incidente di gara, proprio alla guida di una Bugatti, durante una corsa (al Nuerburgring). La donna, addolorata, volle abbandonare la sua folgorante carriera. Che peccato… Rimase comunque nel settore: Ettore Bugatti in persona le diede una nuova macchina da turismo per il suo viaggio a Ceylon e la assunse per cercare nuove opportunità di affari in Asia. Lavorò poi per Bata, che, industria di calzature famosissima, negli anni ’30, realizzava, però, anche pneumatici; il suo nuovo lavoro la mise in contatto con ingegneri e manager della Porsche e della Mercedes, a cui diede molti pareri tecnici, e con molti altre personalità rilevanti di quel mondo.
Ma dal 1948 al 1964, le autorità comuniste del suo paese, sanzionando il suo stile di vita, considerato alto-borghese e troppo libero, le impedirono di viaggiare all’estero, di fatto fermando la sua carriera e la sua passione che la Bugatti, però, non dimenticò, tanto da invitarla sempre a convention e celebrazioni una volta caduta la cortina di ferro. La “Regina del volante” visse fino a 93 anni.
art a part of cult(ure) è il magazine online nato con l’intento di promuovere, diffondere, valorizzare l’arte contemporanea e più in generale la complessità della cultura nelle sue molteplici manifestazioni.
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