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Franco Battiato, “Pasqua etiope”
Tutto quello che c’è nel disco “L’era del cinghiale bianco” è interessante e stimolante. Uno degli album che ho ascoltato di più mentre scrivevo il mio nuovo lavoro.
“Pasqua Etiope” è un dolce e intimo brano quasi interamente strumentale che mi riporta alla dimensione più mistica e misteriosa della musica pop italiana degli anni 70. Molti dei grandi autori italiani sperimentavano in territori extracantautoriali, come Battisti per esempio, è una cosa che si è persa nel tempo. Mi piace come questo pezzo di musica ti culli dolcemente tra l’arrangiamento delizioso dei vari strumenti e i suoni che non sono più tali, diventano quasi sensazione pura, come le trombe che si affacciano sul finale.
Air, “Bathroom Girl”
Uno dei miei dischi preferiti di una delle mie band preferite! Un omaggio agli anni 70 che sono così presenti anche nel mio disco. In quest’ultimo ci sono due strumentali e soprattutto in uno “Il mattino ha l’ in bocca” ho usato dei sintetizzatori vintage originali. Mentre lo facevo avevo in mente proprio l’atmosfera che si respira nel disco The Virgin Suicides degli Air. Bathroom Girl è uno di quei pezzi che ti comunicano la sensazione di aspettativa verso qualcosa che accadrà a breve, un’esplosione che infatti si verifica più tardi con l’apertura della canzone nella seconda parte, l’ingresso della batteria e delle chitarre elettriche.
Pino Daniele – Basta’Na Jurnata e Sole
Altro disco che ho consumato negli ultimi due anni, il disco omonimo”Pino Daniele” del 1979. La sola introduzione della canzone è un piccolo capolavoro. Tra tutte quelle note di chitarra e quelle percussioni sapientemente dosate ti sembra di vedere i raggi del sole che si infrangono sulla costa napoletana, un affresco come solo i grandi musicisti sanno fare. Ho sempre pensato che è straordinario comunicare in una canzone quelle sensazioni quasi impressioniste che la vita di tutti i giorni ci regala. Quanto è bello aver comunicato in questo brano quella voglia di svago e leggerezza che si ha in alcune situazioni, quella voglia di correre fuori all’aperto, al sole, basta solo avere “quaccheduno ca te vene a piglia’”. Vogliamo poi parlare del sax di James Senese? Una perla.
Weyes Blood – A Lot’s Gonna Change
La prima canzone che ho ascoltato di Weyes Blood. Una autentica folgorazione per quanto mi riguarda. Amo il fatto che nella sua musica si avverta quel senso di gravità, spiritualità e mistero. Quando una voce riesce a portarti in un altro luogo o in un altro tempo, questa può solo avere tutto il mio rispetto e la mia stima. E' quello che voglio fare anche io, non chiedo altro.
Charlotte Gainsbourg, “Ring-a-Ring O’Roses”
Mi piace come i suoni di origine elettronica, come la batteria e i synth, si mischiano agli archi e in generale ad una impostazione classica della canzone. Il brano è bellissimo e la voce di Charlotte è molto emozionante e comunicativa. Ho pensato spesso anche a questo brano mentre arrangiavo il mio disco. Volevo che elementi diversi tra loro si fondessero al meglio. Il suono dei suoi dischi mi piace sempre, sono dischi prodotti e registrati in modo eccellente, non a caso lei spesso ha collaborato con gli Air, Beck e Paul McCartney.
Luigi Tenco , “Ciao amore ciao”
L’ultimo brano di quel faro che è stato Luigi Tenco per la musica italiana. Per quanto mi riguarda una delle prime canzoni a svecchiare la musica del belpaese. Un concentrato di amore, cinismo, realismo e speranza. Una canzone che attraversa una nazione, all’epoca come tutto il mondo in un momento di forte e rapido cambiamento. Canzoni così valgono una vita intera. Canzoni così cambiano il corso delle cose.
Luigi Tenco in questo brano ha cantato l’addi0, l’abbandono, la solitudine il “non saper fare niente in un mondo che sa tutto”. Non gli sarò mai grato abbastanza.
Caetano Veloso, “A Tua Presenca Morena”
Potrei suonare questo brano di Caetano in loop e non stancarmi mai. Ho ascoltato tanta musica brasiliana durante la lavorazione del disco, e qualcosa penso sia finito dentro in “Solo al sole”. Questa canzone mi parla, non so spiegarlo bene. Forse cerco sempre l’altro/a nelle mie canzoni, e questo evidentemente mi fa adorare questo pezzo che è dedicato e rivolto alla presenza e all’esistenza di un altro/a, e ripete questo concetto in modo ossessivo e ciclico.