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In occasione della pubblicazione del primo volume della sua autobiografia presidenziale “A Promised Land” – “Una terra promessa” – Barack Obama ha parlato delle connessioni tra populismo, Trump e rap. Trovate l’intervista a cura di Jeff Goldberg qui, sull’Atlantic. Ne traduciamo un estratto.
“Non sono sorpreso che ci fosse spazio per il populismo, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. La globalizzazione è -“
“Sei solo sorpreso che il populismo sia arrivato al galoppo.”
“Sì, ed è il segnale che mi sono perso dei pezzi di cultura popolare. E’ strano – la gente scrive che Trump ha aumentato il suo sostegno tra le persone di colore [nell’elezione presidenziale del 2020], e così è stato anche per il rapper di turno che ha supportato Trump. Devo tenere a mente che se ascolti rap, gira tutto intorno all’ostentazione dei gioielli, delle donne, dei soldi. Tantissimi video rap sostengono gli stessi mezzi per arrivare al successo che utilizza Trump. Tutto è placcato in oro. E tutto questo penetra, si insinua nella cultura.”
Quali sono i rapper a cui Barack Obama potrebbe riferirsi? Sicuramente Lil Pump – o Lil Pimp, secondo Trump – e Lil Wayne, che hanno manifestato il loro endorsement all’ormai presidente uscente degli Stati Uniti a pochi giorni dalle elezioni. Ma forse il riferimento più ovvio è quello a Kanye West, che durante la campagna presidenziale statunitense ha spesso fatto notizia per il sostegno a Trump, per le sue contraddittorie dichiarazioni politiche e infine per la sua candidatura.
In occasione della pubblicazione della sua autobiografia, Obama ha condiviso anche una playlist dove spiccano Eminem e Jay Z: come a dire che non tutto il rap parla di “bling, women and money“.