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Scompariremo nell’acqua ma
Ci metteremo millenni
Come i sacchetti di plastica
La nostalgia che negli ultimi anni – e forse da sempre – tanta linfa ha dato all’IT-pop riguarda, adesso, anche i ricordi di una vita normale ormai lontana. I Tersø sono uno dei gruppi che, nel panorama italiano, ha saputo declinare in maniera più originale e versatile l’eterna saudade italiana e ora anche quella decisamente più brutale del 2020; dopo “Laser” anche il nuovo singolo appena pubblicato, “Aurelia”, parla di quando non avevamo paura a bere dalla stessa bottiglia, ma lo fa rievocando contemporaneamente anche ciò che stiamo vivendo adesso. I testi e la voce di Marta Moretti fanno da contraltare ideale alla produzione di Alessandro Renzetti, e il sound di due diverse identità si combina armonicamente restituendo la doppia sensazione che si prova quando pensiamo al passato: l’intensità dei ricordi del prima e la nitidezza inevitabile di un dopo che stiamo affrontando adesso. Il risultato è un glitch pop sognante, una sorta di saudade elettronica che non rinuncia a nuove suggestioni ma porta con sé, sempre inconfondibile, la firma dei Tersø.
Il loro secondo album uscirà a gennaio per Vulcano.
In occasione dell’uscita di “Aurelia” i Tersø ci hanno proposto una top7 degli album dell’anno, perfettamente in linea con il loro stile:
Circles / Mac Miller _
“Well this is what it looks like right before you fall”, parte così l’album postumo di Mac Miller e pare quasi che potrebbe finire qui, considerando tutto. Solo che invece poi va anche meglio. Una vera carezza del 2020.
Forever / Starchild & The New Romantic _
La prima volta che lo abbiamo ascoltato stavamo facendo colazione e la percezione di quel momento non sbaglia mai: l’aria positiva e la voce che veste perfettamente quello che c’è sotto, molto molto bello!
Articulation / Rival Consoles _
A metà estate eccolo che arriva, la spazialità dei brani e la scelta precisa di ogni suono, la dinamica giusta che non esagera né si trattiene mai troppo. Prima ancora che la musica esistesse i brani erano composti visivamente attraverso principi geometrici accurati. Che altro dire?
Grae / Moses Sumney _
Wow, è un disco (doppio per essere precisi) che ci ha portati lontano. Venti canzoni che sono state un po’ come un piccolo rifugio.
Man Alive! / King Krule _
Uno degli ultimi ricordi “pretutto”, sempre un bel viaggio con lui. Ascoltato in casa mentre guardi dalla finestra e vedi la nebbia che comincia a toccare i tetti dei palazzi, ecco lì, raggiunge il suo massimo.
How I’m Feeling Now / Charlie XCX _
Uscito a quarantena appena finita con melodie super belle e prod. impeccabile, è stata una colonna sonora perfetta per ricominciare ad uscire di casa.
The Ascension / Sufjan Stevens _
Questo è quasi recente: sintetizzatori, voce con chili di aria nel suono e melodie aperte. È uno di quei dischi che ogni volta che lo ascoltiamo ne scopriamo un pezzetto nuovo.