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Esce il 24 febbraio su tutte le piattaforme digitali “Lexotan” il nuovo singolo di Jeson, cloud rapper romano con lo sguardo internazionale. La canzone è accompagnata da un Side B: la suggestiva “48h”.
Entrambi i brani portano avanti la sua sperimentazione sonora del giovane artista romano, al confine tra l’R&B e sonorità Hip Hop nella sua versione più elettronica e introspettiva.
Un sound che abbraccia le nuove correnti americane, francesi e nord europee.
“Lexotan” è una canzone che si sviluppa in diversi incastri melodici, in cui un flusso di coscienza prende forma in un crescendo.
Chiuso nella sua stanza durante il lockdown, Jeson ripensa alla sua relazione. A come le sue insicurezze e le incomprensioni abbiano compromesso il rapporto. Una ricerca melanconica di un calore umano che non si può avere.
La produzione, affidata a MDM, accompagna magistralmente la linea melodica grazie a pad nuvolosi e a accordi con il piano appoggiati con delicatezza. Il brano culmina il suo climax con un’esplosione ricercata ed emozionale.
“48h” invece segue un tracciato più vicino al sottogenere del cloud rap. La produzione ha un beat compatto in cui elementi sonori più luminosi graffiano l’atmosfera riflessiva e ombrosa del brano. Qui Jeson articola barre fitte con incastri più ritmici che melodici.
Nel testo è espressa tutta la sua voglia di farcela, di usare la musica come chiave per aprirsi e risolversi e allo stesso tempo a riscattarsi.
In “48h” c’è un’energia più positiva che ha bisogno appunto di due giornate in una per poter fare tutto quello che si vuole.
Cosa ispira Jeson? Ce lo racconta in 7 punti…
Una donna
Quando scrivo mi faccio guidare dai sentimenti, quindi vengo ispirato dalle donne che frequento, storie lunghe o brevi, anche di un giorno, l’importante è che la persona con cui mi frequento sia in grado di lasciare dentro di me qualcosa, anche con poco tempo per farlo.
Roma
La città in cui vivo mi da’ molti spunti riflessivi, stiamo parlando di una città che racchiude tanta storia,cultura e arte. Non avendo la patente l’ho girata quasi tutta con i mezzi e molte volte l’ho fatto da solo per buttare giù qualche idea, non smetterà mai di ispirarmi
Treni
Qualche anno fa avevo una relazione a distanza, lei era di Milano, facevamo su e giù una volta al mese. Mi mettevo a scrivere per far passare il tempo, non era mai una cosa organizzata, bastava guardare fuori dal finestrino.
Malinconia
Quando sono felice per qualcosa non riesco a tirare fuori il meglio di me nella scrittura, forse perché la vedo ancora come una valvola di sfogo.
Però riesco ad immergermi nei problemi degli altri e parlarne come se fosse una cosa personale, dicono che sia un dono.
Il mare
Non ho mai scritto una canzone su una spiaggia però immagino il mare ogni volta che stringo una penna, è un elemento che si ripete all’interno dei miei testi, forse perché mi sono sentito perso varie volte negli ultimi anni. Mi sembrava di stare al largo lontano dalla terra ferma, non è una bella cosa.
La quarantena
Anche se l’ho odiata, mi ha ispirato molto.
Stare in casa tutto il giorno lontano dagli altri mi ha fatto riflettere, ha concentrato le mie attenzioni su altre cose, forse senza il lockdown non avrei mai scritto questi brani, buffo.
È il punto di partenza per il concept di tutte le canzoni che ho e sto facendo uscire.
Lo studio
È una seconda casa, li produciamo musica, la quale mi ispira e tira fuori il meglio di me ogni volta.
Non riesco a scrivere di getto quando sono in studio quindi mi appunto delle cose e le elaboro a posteriori