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Forse non è letteralmente la settimana più tragica tra quelle che abbiamo vissuto da un anno a questa parte. Magari non è quella che ci ha investiti di più emotivamente (detto in termini collettivi, che poi a singole storie chissà quante invece ce ne saranno!). Non è nemmeno quella che ha introdotto abitudini veramente nuove. Forse è quella del ricordo. Ma soprattutto è quella che ci lascia più interdetti. È quella dell’empasse, della contraddittorietà. È quella delle strozzature e degli stop nel momento in cui non sarebbe ammesso fermarsi. È quella che shakera insieme i profondi limiti (profondi limiti è eufemistico) della comunicazione, la facilità ad andare nel panico, la capacità di resettare quell’esame di statistica a cui avevamo preso 28. Ma include anche e soprattutto il viziaccio a schierarsi calcisticamente e a voler vedere il fallo di mano nonostante tutti i VAR del mondo. Non sarebbe male se tornassimo a schierarci nella sede oppurtuna, tipo quel campo verde. Dove comunque questa settimana il Siviglia ha vinto il derby col Betis.
7. Thundercat e Ace Hashimoto in chiave Vaporwave.
Chi è Thundercat lo sappiamo bene. Ace Hashimoto invece va un secondo spiegato. È un musicista cantante e produttore americano (Brendun DeShay) col pallino di Tokyo che ora, col suo nome mezzo giapponese, sta per pubblicare il suo album di debutto.
6. Charlotte Adigéry. Garantiscono i Soulwax.
Lei è franco-belga e frequenta i fratelli Dewaele dai tempi di “Belgica”, l’improbabile e bellissima soundtrack. Poi è rimasta nell’ambito della loro etichetta, la DEEWEE. “Bear With Me” è nu soul che va sull’elettronica o forse è più il contrario.
5. Caribou più Toro Y Moi.
Il rework di “Home” per mano di Chaz Bundick è un collage che mette insieme Caribou, Toro Y Moi e pure Jay Dilla. Esce l’album dei Remix di “Suddenly” e ci troviamo Four Tet e Jessy Lanza, India Jordan fra gli altri.
4. I Future Islands ai tempi di Mad Max
Il classicone di Tina Turner riletto dai Future Islands diventa una cosa al 100% assimilabile al materiale di questa band fuori dal (nostro) tempo. Pensando a Samuel T. Herring e al crescendo nel finale vien da ridefinire il concetto di eroe. A suo vantaggio.
3. Mint Julep, finalmente l’album.
Esce l’album (“In A Deep And Dreamless Sleep”) che contiene questa perlina assoluta, dreamy, zuccherina, autoiniettante. Un sole mattutino un po’ timido, ecco. Se lasci entrare “Black Maps” arrenditi agli ascolti on repeat, è una spaccacontatori.
2. Il bestseller di Metronomy ne fa già dieci
Sono già passati dieci anni da quel monumento retromaniaco che fu “The English Riviera”. Because lo ripubblica in veste espansa con sei tracce in più, tra cui questa “Picking Up For You”. Della quale c’è questo bel video a disegnini.
1. Gli Squid seguitano a intrigarci parecchio.
Tra queste nuove band britanniche che fanno leva su chitarre, trame wave, cantato un po’ spoken, gli Squid sembrano quelli con un range espressivo più ampio. Almeno sembrano.
*Immagine in alto tratta dalla pagina twitter di Diario1.com/foto EFE