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Attendevo Tamara Lindeman quasi al varco, a quattro anni dal botto di “The Weather Station”, disco capace di riassumere un mezzo secolo di musica americana e in cui la chitarra ricopriva una funzione primaria, tra arpeggi canterburiani e ruvidezze del Neil Young elettrico. La sorpresa è stata grande già dal primo estratto, “Robber”, anche visivamente: la performance è in un bosco, lei vestita da un completo frammentato di specchi, l’acconciatura sbarazzina e sullo sfondo due batterie a tenere un ritmo vigoroso e ballabile su cui si innalzano il sax di Brodie West e il crescendo di archi. “Turn your attention to this sharp knife”: “Ignorance” può cominciare.
Con un titolo ispirato da uno scritto di Virginia Woolfe del 1915, che definiva l’ignoranza come entità occupante lo spazio vuoto tra speranza e desolazione, il quinto album di The Weather Station è il diario di un nuovo cantautorato: se in “Atlantic” cala la notte e le trame si fanno più psichedeliche in un mood vicino alle suggestioni del David Bowie di “Blackstar”, con “Trust” ci sembra di ascoltare musica classica, grazie alla ricchezza degli arrangiamenti intorno a un tema piano blues degno di Laura Nyro e Nina Simone. La doppietta catchy “Heart”/”Parking Lot” trae invece ispirazione dai gruppi più eleganti degli anni ottanta, quali Fleetwood Mac e Eurythmics; “Wear” flirta con l’r’n’b avvalendosi del contributo di Owen Pallett, mentre “Loss” è una cavalcata nello stile di “Thirty” da “The Weather Station” ma in chiave sintetica, piena di resa e disaffezione – tematiche chiave, con quella climatica, della sua scrittura: “At some point you’d have to live as if the truth was true/When it gets too hard to not feel what you do/Loss is loss”. Si avverte un pò di citazionismo nelle sonorità Roxy Music di “I Tried To Tell You” e in “Separated” dove l’orchestra replica i movimenti tumultuosi insiti a “Paper Tiger” di Beck, tuttavia le canzoni della Lindeman emergono nella loro essenza e versatilità, in un percorso comune a quello di Sharon Van Etten e Angel Olsen.
Forte della produzione di Marcus Paquin (Arcade Fire, The National) il nuovo disco di The Weather Station cresce ad ogni ascolto, mostrandone il lato più pop ma non per questo meno affascinante.
78/100
(Matteo Maioli)
foto in home di Jeff Bierk
tratta da facebook official della cantante