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Uscirà il 23 aprile “Enceladus”, il nuovo album di Bob Rocket, nome d’arte di Ermanno Capirone, via Sounzone. Un progetto ambizioso, quello di scandagliare lo spazio per trovarvi i suoni emessi dagli elementi che lo compongono; dalle stelle, e i pianeti del sistema solare, all’universo lontano.
Otto tracce caratterizzate da un obiettivo particolarmente curioso. Spiega l’autore che il tentativo è riuscire a creare composizioni strumentali basandosi sulla “musica cosmica” catturata dalle sonde spaziali della NASA. Ognuna di esse si riferisce a un’onda radio emessa da un corpo celeste. La voce dell’astrofico Amedeo Balbi delinea un percorso narrativo che parte dal pianeta Terra, nella traccia “Leonids”, passando per “Enceladus”, la luna di Saturno, e per il satellite “Kepler One“, fino a raggiungere luoghi distanti anni luce da noi con “Giant Xi Hya”. Il disco intreccia le influenze degli Air e del compositore ceco Antonin Dvorak, nell’impresa di arrivare a tradurre in linguaggio emozionale il disegno matematico dell’universo.
Aspettando l’uscita di Enceladus, trovate sotto il singolo in anteprima.
“Un viaggio quasi ai confini del sistema solare, sulla luna ghiacciata di Saturno, Encelado. Un satellite composto da uno strato di ghiaccio ed un mare in pressione sotto ad esso, da cui vengono sparate enormi quantità d’acqua e amminoacidi, per mezzo di Geyser, direttamente nel vuoto cosmico. Una volta raggiunta la luna di Saturno entriamo in un mondo onirico e di immaginazione. Un salto nell’iperspazio e via, verso nuovi confini, della mente e del cosmo e chissà, che non siano entrambe la stessa cosa.” (Ermanno Capirone)