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Chicago è ancora il centro del mondo? C’era un periodo in cui ce lo si chiedeva, ed erano i tempi di Obama, che lì aveva la base: pareva che il fermento accomunasse tutto, dagli intellettuali ai musicisti. Sam Cantor da Chicago e il suo progetto Minor Moon, giunto al terzo capitolo, sembra essere di quelli che prendono il testimone e traghettano la città, o quantomeno il suo suono, verso tempi migliori, in maniera tranquilla. Non è più infatti il tempo di fare sfracelli: il folk delicatamente psichedelico di Minor Moon guarda indietro al rock americana ma con la cura della nonna, quella attenzione alla sostanza che è tipica di chi sa quali sono i particolari importanti. Ma più che altro sa che conta avere belle canzoni da suonare con passione e protezione.
Gli accostamenti con nomi più conosciuti per far capire da che parti va a parare questo accogliente “Tethers” potrebbero essere quello di paragonarlo a un Iron & Wine con qualche cannetta, oppure un Cass McCombs con meno spigoli, ma sarebbe forse ingeneroso nei confronti di Sam Cantor che ha raggiunto un grado di autonomia da non meritare di essere “quello che assomiglia a”. Anche perché non assomiglia a nessuno, ma solo a un’idea che il folk rock possa essere ancora fatto con grazia e tradizione che guarda al passato per andare avanti.
Se i brani fossero tutti del livello dell’iniziale “Ground”, una canzone che ti saluta come farebbe un amico quanto tu sei in difficoltà, oppure dei binari folk cosmici di “Under an Ocean of Holes”, staremmo qui a parlare di quasi capolavoro, ma naturalmente c’è un po’ di tutto: il pop di “Hey, Dark Ones”, la ballata notturna “Beyond The Light”, i profondi States di “Was There Anything Else?”. Un tutto che comunque è ben amalgamato per 36 minuti che sono il tempo di un album del passato, quelli che stavano in un lato di una C90.
Ma i Minor Moon sono appunto come una luna del futuro, che ci guarda appunto sorniona con dei tempi lunari, e non terresti.
71/100
(Paolo Bardelli)
foto presente sulla pagina Facebook dell’artista
utilizzabile per fini promozionali