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A due anni di distanza dall’ottimo Schlagenheim tornano gli inglesi black midi con Cavalcade, il loro secondo album, registrato prevalentemente nell’estate 2020, un album articolato, complesso e a tratti anche molto sperimentale, dove l’approccio avanguardistico che la band adotta si modifica: il metodo spesso fortemente improvvisato del debutto lascia spazio a suoni e ritmi più meditati, per larghi tratti estremamente cerebrali, che rendono il disco ambizioso e ostico.
Già “John L”, brano d’apertura che era stato diffuso già a fine marzo, mostra la direzione del gruppo: il post rock sperimentale e avanguardistico è sempre più math. Non è tutto: le progressioni melodiche particolarmente rare e difficili e i ritmi che cambiano spesso, e che spesso sono dispari o risultano totalmente inattesi in una certa situazione, mostrano elementi di free jazz e rock progressivo, evidentissimi in “Chondromalacia Patella” e nell’ottima “Slow”.
Otto brani per quarantadue minuti di musica per nulla semplice che confermano il talento e l’inventiva dei black midi, che si dimostrano una delle band più interessanti della scena musicale britannica degli ultimi anni. Cavalcade mostra, inoltre, il coraggio del gruppo, che procede spedito in un percorso di maturità molto spontaneo e coerente. Tuttavia è ancora presto, probabilmente, per capire con certezza se questo sophomore sia di qualità maggiore o minore del buonissimo debutto.