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Esce il 23 luglio per Trident Music e Universal Polydor, ARIZONA ultimo singolo di COREI, il Cloudy Boy di origini bolognesi.
ARIZONA è un luogo indefinito, per quanto il titolo ne indichi uno specifico: è il viaggio introspettivo di un ragazzo, steso ad occhi chiusi sul letto della sua stanza, con una bottiglia di Arizona in una mano e dei pensieri di nuvola nella testa.
Con ARIZONA, COREI esce dalla sua comfort zone, composta da suoni tendenzialmente più cupi, per gettarsi in un pezzo che per quanto introspettivo, si apre a delle sonorità molto più fresche.
COREI, classe ’97, nome d’arte di Francesco Sini, più che rap fa Cloudy Music, come a lui stesso piace definire il suo genere: racconta principalmente cose che gli succedono, riflessioni personali, ascoltando i suoi pezzi si ha come l’impressione di leggere pagine strappate di un diario
Come per le precedenti produzioni il pezzo ha una forte narrazione autobiografica, che è poi il tratto caratterizzante di COREI rispetto alla scena in cui si è formato, dove rap e hip hop tendono ad avere più un racconto generazionale e fotografico di ciò che ci circonda e meno introspettivo; mentre la scrittura di COREI è per certi versi quasi cantautorale e si inserisce benissimo nel nuovo filone del pop italiano che sta acquistando sempre più forza letteraria, superando la sola potenza musicale e di orecchiabilità che da sempre gli è stata attribuita.
Abbiamo chiesto a COREI quali sono i suoi riferimenti letterari per scoprire meglio il suo percorso creativo e le sue ispirazioni liriche.
Hagakure
Da quando pratico arti marziali ho iniziato ad interessarmi all cultura orientale, soprattutto quella giapponese. L’HAGAKURE è il libro che racchiude la corretta condotta del samurai: affronta tematiche quale rispetto, senso di appartenenza, l’essere giusti e praticare il bene. Affronta anche l’argomento della morte con grande freddezza e razionalità. Mi affido molto al passato, certi temi sono sempre attuali.
“Le Notti Bianche”
La notte sulla panchina, a parlare di tante cose, a scoprirsi vicendevolmente. Mi hanno detto che sono un animale notturno, uno di quelli che fa più cose durante la notte. Non posso che trovarmi d’accordo, Dostoevskij ai tempi mi rapì con questo racconto. Poi io sono sempre per il conoscersi 100%, il parlarsi per capirsi, l’ascoltarsi reciproco. Sono anche molto per i flussi di coscienza, volevo citare anche Joyce e il suo Ulisse in realtà, ma potevo parlare solo di 7 autori e questo mi è sembrato un giusto compromesso.
Hemingway, “Il Vecchio e il mare”
Vengo da una famiglia di marinai e velisti, ho il mare dentro per eredità biologica. Un racconto del genere non poteva che toccarmi molto. La forza di volontà, il raggiungimento dell’obiettivo ad ogni costo. Ma ancora una volta l’amore: l’amore per un mestiere, l’amore per un nemico, che poi tanto nemico non è. Un compagno di avventure, più che altro. Qualcosa che sia in grado di stimolarti, tirare fuori il meglio di te. Per me la tristezza è sempre stato qualcosa del genere, qualcosa in grado di farmi tirare fuori il meglio di me, tramite la scrittura, tramite la musica.
Ungaretti
Uno dei letterati italiani che più mi hanno colpito. Ne cito uno ma avrei tanti riferimenti da fare, sicuramente Montale, Petrarca, Dante. Sono sempre stato molto interessato alla letteratura italiana, i miei tanti anni al liceo mi hanno spinto ad attaccarmi molto alle materie che ritenevo più stimolanti.
Ungaretti nello specifico mi ha molto stupito per il suo approccio alla vita, mi ci ritrovo molto. Sicuramente abbiamo vissuto vite diverse, fortunatamente io non ho vissuto la guerra e tutti i traumi di cui spesso parla. Mi piace l’idea di un porto sepolto dove arriva solo il poeta, qualcosa di sommerso che solo chi lo coglie può prendere e cercare di portare a riva, per poi disperderlo, regalarlo, nella speranza che venga percepito da tutti, ma con la consapevolezza che non sarà così. Riguardo spesso sue interviste televisive, aveva un modo di parlare così preciso, non sbagliava una parola, non mi dispiacerebbe essere così da vecchio.
Il Giovane Holden
Mi sono sempre sentito un po come Holden Caulfield, un ragazzo molto autoriflessivo, e sempre in balia degli eventi. Qualcuno che in un certo senso se le cerca, conscio di starsele cercando, e la cosa gli piace pure. Una persona tremendamente incerta, costantemente indecisa, che di fronte a un lago ghiacciato si chiede dove cazzo vadano le oche in inverno. Mi succede spesso nelle tempeste di paranoie di fermarmi un attimo e pormi domande di questo genere. Decisamente un CloudyBoy. La famiglia anche, la famiglia per me è molto importante, la mia non è assolutamente la famiglia canonica, né tanto meno quella perfetta, come nel caso di Holden, ma ci si vuole molto bene, molto molto bene, mi hanno dato tanto.
Omero
Amo l’epica, la mitologia greca, da piccolo mi piaceva davvero leggere le storie di Omero, le storie che si intrecciano, i personaggi che si scoprono, i colpi di scena. Il mio personaggio preferito è Diomede, fedele compagno e amico di Ulisse, il terzo più forte dell’esercito acheo. Ho sempre sognato una trasposizione in fiction dei racconti omerici, non come Troy che tratta solo un argomento e reinterpretandolo, ma proprio una fedele trasposizione, magari una serie tv. Io studio cinema e farò sicuramente cinema oltre alla musica, magari un giorno andrò ad Hollywood e prenderò io in mano la situazione. Anche se prima vorrei riportare il realismo in auge (si fa per dire), oppure creare un nuovo genere drammatico, fatto di flussi di coscienza e dialoghi, chissà.
Seneca, “La libertà”
In un freestyle sul mio profilo Instagram dico “stavo sui colli a leggermi Seneca, se la vita non mi sorrideva”. Tutto vero, parlo solo e sempre di cose vere e che mi riguardano. In tempi non particolarmente luminosi ho trovato molto conforto nelle parole di un saggio, parole ancora tremendamente e fottutamente attuali. “La libertà” è una serie di epistole che Seneca invia al suo adepto, Lucilio, in cui, ormai arrivato alla vecchiaia, trae un po’ le somme e dispensa insegnamenti preziosissimi. Io stavo male per un po di cose, crolli depressivi, ansie, amore, e le sue parole sono riuscite ad aprirmi gli occhi sotto molti punti di vista, molti davvero.