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Quest’oggi, giovedì 26 Agosto 2021, ricorrono i 95 anni dalla fondazione della squadra della mia città, la Fiorentina. Da buona tradizione italiana, il rapporto tra la squadra e la città capoluogo toscano è fortissimo, andando a creare una simbiosi tra la popolazione e una società che porta spesso gli artisti autoctoni a dedicare una parte del loro lavoro alla loro squadra del cuore.
D’altronde la “Canzone viola”, inno ufficiale della squadra di Firenze, per quanto ancora amato dallo Stadio e dalla tifoseria risuona nello Stadio Artemio Franchi dalla sua fondazione nel 1931 e dopo 80 anni beh, ci sta che qualcuno abbia cercato un’alternativa.
Tra i musicisti illustri tifosi della squadra viola, figura la rockstar forse più estrema che il nostro paese possa dire di aver sfornato: Enzo Ghinazzi, conosciuto in arte come Pupo. L’interprete di “Gelato al cioccolato”, grande appassionato di Fiorentina, nella sua vita fatta di sesso, droga e rock’n’roll (per davvero, al contrario della maggior parte dei connazionali) ha trovato il tempo di dedicare alcuni pezzi alla società calcistica, arrivando addirittura a proporre un nuovo inno per sostituire la storica marcetta con la voce di Narciso Parigi.
“È Fiorentina”, brano del 1999 che testimonia l’amore e la simbiosi di un’intera città nei confronti della propria squadra di calcio, è stranamente amata da una parte della tifoseria viola e ogni tanto se ne parla come nuovo inno ufficiale della squadra. Per quanta simpatia provi per il buon Enzo Ghinazzi, ho trovato la sua dichiarazione d’amore verso i colori viola più come un inside joke da appassionato che come un possibile vero inno, fosse anche solo per quella linea melodica, a inizio ritornello, che ricalca in maniera fastidiosissima “Strada facendo” del collega Baglioni.
“È Fiorentina” non è nemmeno il primo collegamento che c’è tra il cantautore di Arezzo e la tifoseria della Fiorentina; già nel 1980 Pupo aveva infatti inciso “Firenze Santa Maria Novella”, dedicata al capoluogo toscano e molto spesso cantata nel corso degli anni durante le partite della Fiorentina, anche se i riferimenti al calcio sono solo due versi. Peccato, perchè il livello del brano è certamente più alto rispetto alla precedente “È Fiorentina”.
Possibile che Pupo ci riprovi, ispirato dalla nuova proprietà italoamericana e ormai vicini ai 100 anni di storia? Non ve lo nego, un po’ ci spero. Anche perchè pensando a musicisti tifosi o simpatizzanti della Fiorentina, non so chi potrebbe regalarci un inno senza tremare di paura per il risultato (Pierotten Pelù sì, purtroppo parlo soprattutto di te…)
Detto questo, il rapporto tra popstar e inni da stadio è sicuramente interessante e spesso esilarante.
Nek, il cantautore che ricordo perlopiù per l’aberrante canzone antiabortista portata a Sanremo, ha fornito una canzone alla squadra del Sassuolo (“Neroverdi”) che sembra in tutto e per tutto una delle sigle italiane di un anime. Speranza che i calciatori si trasformino in supereroi o aveva previsto dei campioni alla Holly e Benjy tra i giovanissimi emiliani?
Non vorrei mai essere tra le file di tifosi del Milan: una delle squadre più antiche e titolate d’Italia che negli ultimi anni è passata da quel “Milan Milan” copia carbone dell’inno di Forza Italia a “#ROSSONERI” (sì avete letto bene, hashtag rossoneri), quello che dal 2015 è l’inno ufficiale della squadra milanese scritto e cantato da Emis Killa.
Dopo l’ultimo anno condito dalla vittoria dello Scudetto, anche l’altra squadra di Milano ha avuto voglia di rinnovarsi e proposte più o meno ufficiali di nuovo inno si sono sprecate; tra le tante mi preme rendere tutti a conoscenza di “Vero Nerazzurro”, la canzone proposta da Povia per risuonare tra gli spalti di San Siro. Una chicca del trash musical-calcistico italiano, un delirio audio visivo condito da effetti di pessima qualità e balletti improponibili. Instant classic da stampare nella memoria.
Considerando che a volte mi è capitato pure di incrociare l’autore di “I bambini fanno ooh” alla cassa del supermercato, penso solo quanto possa essere fortunato a continuare a sentire la voce di Narciso Parigi ogni domenica. O al massimo, riproviamoci con Pupo.