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Quella che raccontiamo oggi è una storia esemplare che mostra come la musica e l’arte moderna si possiamo incontrare e connettere in forme virtuose. Protagonista è una oscura band della Los Angeles degli anni ‘60 e del suo unico singolo, “Back seat ’38 dodge”.
Nonostante la minimale discografia, il gruppo è molto attivo nella scena surf e beat losangelina. Gli Opus 1 fanno parte già della scuderia di Bob Kane, leader della Del-fi records e arrivano persino a fare delle comparsate in qualche show televisivo dell’epoca come il Perry Mason TV show, il Joe Pyne TV show e il film di Dean Martin, “Murderer’s Row”.
Il brano posto sul lato A del 45 giri ha acquisito nel tempo lo status di piccolo culto. Abbiamo a che fare con un pezzo fenomenale, forse il più riuscito mix tra psichedelia e surf mai prodotto.
I cori spettrali, i ritmi serrati, i magici riverberi delle camere eco degli studi della del- fi, i fraseggi d’organo brillanti, ci regalano infatti un’esperienza unica, quasi a condensare in 2 minuti e 27 il vocabolario musicale dei fantastici sixties. Tuttavia l’incredibile fascino che questo brano suscita si spinge oltre l’aspetto musicale. Il titolo fa riferimento al nome di un’opera d’arte molto controversa che veniva esposta proprio in quei giorni del marzo ‘66 al Los Angeles County Museum of Art (LACMA). Il suo autore è Edward Kienholz, uno dei pionieri del movimento dell’assemblaggio e dell’installazione, che nel 1957 aveva fondato la galleria Ferus a Los Angeles, punto di riferimento per l’arte avanguardista. A caratterizzare le sue opere c’è una forte critica alla società americana, della quale l’artista sottolinea gli aspetti più cruenti e feroci.
Entrando nello specifico, “Back Seat ’38 Dodge” è una installazione che consiste in un’automobile nella quale avvengono strane e scabrose cose tra due individui accasciati nei sedili posteriori, circondati da bottiglie vuote di alcolici vari. L’opera suscitò così tanto scandalo e clamore che il Consiglio delle autorità di vigilanza della contea minacciò di togliere i finanziamenti al Museo. Alla fine venne raggiunto un compromesso secondo il quale poteva essere esposta a patto che gli sportelli posteriori venissero tenuti chiusi e aperti esclusivamente da personale qualificato ad orari prestabiliti e alla presenza di maggiorenni.
Quando gli Opus 1 si ritrovano in studio con Bob Kane in cerca di idee per un brano, parlare del Dodge di Kienholz, argomento ormai sulla bocca di tutti, sembra la trovata perfetta. I membri della band, all’epoca ancora minorenni, si chiedono infatti:
Why can’t I see
What’s in the back seat
of that ’38 Dodge
What goes on
I really wanna know
Ma la stessa canzone, proprio per il tono critico e ribelle verso l’operazione bigotta e censoria che era stata rivolta all’opera, finì col subire identica sorte, in quanto un consigliere di nome Warren Dorm riuscì a proibirne la trasmissione radiofonica. Eppure, come spesso accade in questi casi, ciò che si ottiene è l’effetto contrario: sia per l’opera museale, che per la canzone, la curiosità non fece che accendere ancora di più i riflettori regalando ad esse ulteriore celebrità.
Il brano è stato ripescato nel tempo e salvato dall’oblio grazie alle varie compilation dedicate alle oscurità beat e garage degli anni 60, tra cui possiamo segnalare il cofanetto “Where The Action Is! (Los Angeles Nuggets: 1965-1968)” pubblicato dalla Rhino del 2009. L’installazione invece fa ancora oggi parte della collezione del Los Angeles County Museum of Art.
(Eulalia Cambria)