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Il difficile secondo album passa l’esame a pieni voti. “Comfort To Me” di Amyl And The Sniffers (uscito su Rough Trade) è un lavoro contagioso e qualitativamente superiore al già brillante disco omonimo del 2019, vincitore nella categoria Best Rock Album agli ARIA Music Awards.
Il quartetto guidato dall’energica Amy Taylor cavalca l’onda di ritorno dell’aussie punk-rock nella tradizione di The Saints, The Celibate Rifles e Birthday Party: scena che proprio dalla Melbourne di Nick Cave sta lanciando le bombe più fragorose come gli Stiff Richards. Affidando la produzione al local Dan Luscombe, chitarrista di Courtney Barnett, per chiudere il cerchio.
Il lato A (perchè il rock’n’roll si gusta meglio in vinile) presenta i brani catchy e destinati a must dal vivo: tre singoli, partendo da “Guided By Angels” all’ombra degli Idles fino a “Security” nel segno di un hard-rock alcolico, “Security, will you let me in your pub?/I’m not looking for trouble, I’m looking for love”. Granitico il riff di “Freaks To The Front” con l’assolo alla Wizzo di Dec Martens; AC/DC (“Don’t Fence Me In”) e proprio i Motorhead (“Choices”) sono altre influenze dichiarate del gruppo, che tuttavia raggiunge una sua originalità quando inserisce linee di basso wave e spazio nella musica, in “Hertz” e “No More Tears”, dalle atmosfere visionarie un pò Paisley Underground.
La seconda facciata si apre e chiude su due invettive potenti, l’anti-establishment di “Capital” (“Australia is burning, but, aye, I’m not learning how to be more conscious/And the farmers hope for rain while the landscape torches/It’s just for capital Am I an animal?/And do I care at all? Capital, I’m just an animal“) e figlia dei tempi in “Snakes” (“I like work more than education/Doesn’t mean that I am stupid/I just like my independence/I submit to change/I am just like the snake/Shed my skin“) in cui Amyl And The Sniffers suonano gotici come i Damned. Nel mezzo il chaos organizzato in stile “Raw Power” (Stooges) di “Don’t Need A Cunt (Like You To Love Me)” e la preziosa ballad “Knifey” dove melodicamente siamo dalle parti degli Echo And The Bunnymen.
Amy e i suoi non inventano nulla, ma se ne escono con un disco vario che cresce ad ogni ascolto.
Foto in Home di Jamie Wdziekonski
76/100
(Matteo Maioli)