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“What John Lennon did was fearless. He was willing to put it all on the line in the campaign for peace starting in ’69, and he did not consider or care what the consequences were. He was willing to make a fool of himself and he was willing to be mocked if it would save lives. He and Yoko should have won the Nobel Peace Prize”
David Leaf, regista di “The U.S. vs John Lennon”
In epoca di Green Pass, torniamo con il nostro #tbt a quando verde era la card che ti permetteva di vivere in America. Quarantacinque anni fa tondi tondi, giovedì 7 Ottobre, John Lennon vinse la battaglia legale durata quattro anni contro l’espulsione richiesta dal governo di Richard Nixon. L’FBI gli stava alle costole per le sue posizioni ostili alla Guerra in Vietnam, tuttavia il dossier dell’accusa si concentrava sulla detenzione di Marijuana per cui Lennon fu condannato nel 1968.
La Corte d’Appello smontó ogni illazione e diede anzi merito alla tenacia dell’ex-Beatle con parole inequivocabili: “Lennon’s four-year battle to remain in our country is a testimony to his faith in his American dream.” Il giorno più bello della vita di John Lennon era però rimandato a due giorni dopo, con la nascita del secondo figlio Sean, proprio in occasione del suo compleanno. La Green Card che garantiva la residenza permanente negli Stati Uniti gli venne rilasciata il 27 Luglio 1976; ironia della sorte, John Lennon sarebbe finalmente diventato cittadino americano nel 1981. Lennon dedicó “Double Fantasy” – il disco del ritorno sulle scene e purtroppo l’ultimo realizzato in vita – “to people known and unknown who helped us stay in this country”.
Jon Wiener ha scritto ben due libri su questa vicenda giudiziaria: “Come Together: John Lennon In His Time”, e “Gimme Some Truth: The John Lennon FBI Files”. Oltre al bellissimo doc sovraccitato uscito nel 2006, che guardo sempre volentieri e reperibile per intero sul tubo.
(Matteo Maioli)