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Quattro segnalazioni tra album del 2022 e roba che ha qualche mese/anno sulle spalle ma che sarebbe un peccato essersi persi.
Cloakroom
Il muro sonoro dei Cloakroom non lascia indifferenti: se si è distratti ti prende in pieno viso come un pugno di Will Smith… ehm… come un treno in corsa e può servire per rianimarsi come una volta si usava con “i sali”. I Cloakroom vengono da Northwest, in Indiana, e il loro ultimo album “Dissolution Wave” (Relapse) – il terzo – è uscito a gennaio e ha raccolto buone recensioni: 7,5 su Pitchfork, 8 su Ondarock, album della settimana per Stereogum, e via di seguito.
Io consiglio di partire dall’ascolto di “Lost Meaning”, una dreamy space-rock song di enorme, anzi gargantuesca bellezza.
Envy Of None
Neil Peart, uno dei batteristi migliori di tutti i tempi, non c’è più, ma il suo compagno nei Rush Alex Lifeson continua. Il suo progetto attuale si chiama Envy Of None e comprende anche il bassista Andy Curran, il chitarrista Alfio Annibalini e soprattutto la voce della front-woman Maiah Wynne. “Liar” ha anticipato il primo album omonimo, in uscita il prossimo 8 aprile.
Pur essendo un genere un po’ datato – trattasi di gothic metal tra l’emo e l’industrial – il risultato è più che ascoltabile.
foto credit: Richard-Sibbald
Hologram Teen
Cambiando decisamente genere, come quando al telegiornale dicono (dicevano?) “e ora cambiamo decisamente argomento”, riprendiamo fuori un disco del 2020: “Pizza Conspiracy” di Hologram Teen.
Hologram Teen è il progetto solista motorik di Morgane Lhote, conosciuta da molti per il suo lavoro come tastierista negli Stereolab. Con loro ha infatti suonato tra il 1995 e il 2001, in album importantissimi della band franco-inglese tra cui “Dots and Loops” e “Emperor Tomato Ketchup”.
Il progetto Hologram Teen viene definito dalla stessa Morgane una “colonna sonora di un film horror prog rock, come se Fabio Frizzi incontrasse Grandmaster Flash” .
Dell’album ho scelto “Dalston Wizardzz”, che viene sostenuta da un gustoso giro di basso seventies e un tappeto pad evocativo, oltre a delle percussioni che conferiscono invece alla canzone un tocco esotico, ma tutto “Pizza Conspiracy” è particolarmente fuori di testa.
She Drew The Gun
I She Drew The Gun, quintetto inglese psych pop per 3/5 al femminile (e capitanato dalla esplosiva Louisa Roach), sono quelli che forse che in questo lotto di 4 artisti di “Thanks 4 All The Fish!” possiedono le più spiccate doti melodiche: da non dimenticare, infatti, e da rimettere su ogni tanto, c’è lo splendido loro singolo del 2018, “Something For The Pain”, una canzone che forse si potrebbe mettere tra le 1.000 (siamo stati larghi, no?) più belle degli Anni Dieci.
Sul finire del 2021 sono tornati con un album, “Behave Myself” (Submarine Cat) da cui ci ascoltiamo la titletrack (il video funziona nonostante la schermata statica neutra):
(Paolo Bardelli)