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dEUS, Botanique, Bologna, 28 giugno 2022
L’Italia è il porto sicuro dei dEUS. Narrano le leggende metropolitane che nel 2012, quando i Radiohead spostarono dai primi di luglio a settembre la data di Bologna per via del terremoto, i dEUS tennero un concerto a Marina di Ravenna lo stesso giorno della prevista data della band di Thom Yorke e tutti i fans dei Radiohead si spostarono in massa a vedere Tom Barman e soci che ringraziarono di rimando con una serata divertente, pazza e scatenata. Quando invece li vidi per la prima volta nel 2001 a Carpi, a una afosa festa dell’Unità (o Umidità, come amorevolmente le chiamavamo noi emiliani), la loro fama di sperimentatori eclettici che si era espansa negli anni Novanta aveva radunato un ottimo numero di astanti e loro avevano regalato un’esibizione memorabilmente impressionante. Ma è con il nuovo Millennio che i Nostri si sono fatti definitivamente grandissimi dal vivo, unendo alla loro naturale verve poliedrica una compattezza che ha pochi rivali in band similari, e facendone una delle creature da concerto più preziose del rock alternativo. Bellissime, a mia memoria, furono le date di Ferrara dell’estate 2008 in cui surclassarono gli Interpol, noiosi compagni di serata al Bands Apart, del Vox di presentazione di “Vantage Point” la notte di Halloween del 2008 e di Modena nel 2010 in un concerto gratuito di cui le collinette di Ponte Alto ancor oggi chiacchierano tra di loro rimembrandone le gesta. Il funzionamento incredibile ed oliato di quella macchina da guerra dal nome dEUS si sarebbe probabilmente inceppato definitivamente con l’uscita nel 2016 di Mauro Pawlowski, ma vicissitudini varie lo hanno riportato nella band, per cui ieri sera era fondamentale tornare a godere della formazione “post-2004” che tanto ha dimostrato di saper dare dal vivo.
I dEUS al Botanique hanno fatto una specie di prova all’aria aperta, era il secondo concerto dell’anno (dopo uno al Live /s Live Festival in Belgio, lo scorso venerdì) e in questo periodo – come ha confermato Barman tra una canzone e l’altra – sono attualmente in studio a terminare un album, quindi non sono attualmente sul pezzo con i live. Ma il risultato dei dEUS che fanno una prova è paragonabile a un live ineccepibile che so, dei Mogwai. Non a caso proprio dopo il concerto degli scozzesi di fine maggio avevo pensato di aver voglia di vedermi un live dei belgi, perché la dilatazione psichedelica dei Mogwai trova nei dEUS, seppure nella diversità di generi, la libertà di finali pazzeschi e crescendo orgasmici. Sarebbe bello vederseli insieme, una sera.
Quindi dopo il primo paio pezzi di rodaggio, una muoviculo “Girls Keep Drinking” ha aperto veramente le danze e smollato definitivamente il tarantolato Tom che, all’inizio, pareva stranamente un po’ statico. E così il concerto è finalmente decollato e ha alternato, com’è usuale per i Nostri, la potenza e i watt di pezzi come “The Architect” e dell’inossidabile e inarrivabile “Suds & Soda” con il lato più di classe e notturno dei dEUS (leggasi pezzi come “Smokers Reflect” e “Sirens”), oltre a quel diamante grezzo che riunisce entrambe le anime che è “Instant Street”. Bella serata, i dEUS ci hanno coccolato facendoci come entrare nella loro sala prove, ma la prossima volta li aspettiamo su un palco enorme perché lì davvero si esaltano ancora di più.
Quatre mains
Constant Now
Girls Keep Drinking
Fell Off the Floor, Man
Sirens
Instant Street
Smokers Reflect
Sun Ra
The Architect
Hotellounge (Be the Death of Me)
Nothing Really Ends
Bad Timing
Suds & Soda
Roses
(Paolo Bardelli)
foto di Paolo Bardelli