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Accompagnati dall’ efficiente organizzazione del Festival delle Letterature di Roma 2022, promosso dall’Assessorato alla Cultura e curato dall’Istituzione Biblioteche di Roma (con la preziosa presenza del Parco Archeologico del Colosseo) abbiamo assaporato gli scenari architettonici del Palatino ed il fresco della sera.
E con immenso piacere ascoltato l’accompagnamento musicale di una rappresentanza della moderna multietnica Orchestra di Piazza Vittorio. Un quintetto costituito da Ziad Trabelsi Oud e voce (Tunisia), Carlos Paz Flauto e voce (Equador), Emanuele Bultrini Chitarra (Italia) Pino Pecorelli Basso (Italia), Raul Scebba Percussioni (Argentina), con pezzi di estrema raffinatezza ed originalità.
Nell’anno del centenario della morte di Marcel Proust la serata dal tema Futuro ha voluto essere un omaggio all’autore de Alla ricerca del tempo perduto ed al riappropriarci del tempo perduto negli ultimi anni, con voci provenienti da luoghi diversi, con diverse sensibilità e cultura.
Khadja Abdalla Bajaber ha letto l’inedito Tributo a Marcel Proust. Una scrittrice Keniana nata a Mombasa, vincitrice del Graywolf Press Africa Prize con Dimora di ruggine (66thand2nd) con tante idee, fantasia e una vitalità da far invidia ai migliori autori mondiali.
Ha iniziato sottolineando il fatto che molti si sono rivolti a Proust nel momento della pandemia, perché la vita è più preziosa nel momento in cui sappiamo che c’è il rischio concreto di perdere tutto e dobbiamo accettare la fragilità.
Gli anziani – ha detto – sono morti con più facilità non solo per le malattie di sempre ma per la loro costituzione cagionevole ed in questa grande comunità sempre più unita non ci resta che piangere la perdita di un futuro familiare e di un futuro globale.
L’altra ragione di un avvicinamento a Proust è che quando siamo obbligati a prenderci una pausa riusciamo ad apprezzare questo scrittore che aveva tanto da dire sull’importanza di avere tempo per apprezzare la vita. Crescendo la scrittrice si è resa conto di avere una particolare sensibilità per l’olfatto ed il gusto ed un fascino per i dettagli.
Se la pandemia ha ridotto i suoi due sensi, ha invece scoperto leggendo Proust, che lo stesso aveva una passione per i dettagli forse perfino superflui, avendo innata la consapevolezza della propria mortalità e dell’importanza della fuga del tempo e della vita.
La fascinazione dei dettagli è qualcosa di comune con Proust ma la scrittrice ha bene evidenziato di non essere proustiana. Il ragionamento intellettuale di Proust era guidato dalla solitudine e dalla sensazione dell’arte.
I pensieri della Bajaber sono guidati da Dio e dalla comunità. La vera connessione – ha continuato la scrittrice – non è solo tra le nostre creazioni e noi ma nelle connessioni che le nostre creazioni instaurano con il mondo.
Proust è amato – ha detto la Bajaber- perché parla di una ricerca e noi tutti siamo perenni ricercatori anche quando i dettagli sono perfino noiosi ma possono diventare terreno fertile per una storia.
Dice Proust: “La lettura sta sulla soglia della vita spirituale. Può introdurci in essa ma non la costituisce”. La vita non è accumulare sapere ma guardare in profondità il modo in cui viviamo, i momenti, i ricordi, il tempo – ha concluso la scrittrice -.
Alessandro Piperno, Premio Strega 2012 con Inseparabili, ha letto un pezzo della sua introduzione al libro (Proust e gli altri – Mondadori 2022).
Lo scrittore ha introdotto il tempo che passa con lo squilibrio fra il corpo, in trasformazione continua e la sua dismissione ed i palpiti di un cuore che non si da pace, sempre pieno di ambizioni, desideri, smanie.
Poi ha cercato di analizzare il rapporto della nostra intelligenza con i libri: qual è lo scopo della lettura, forse l’immersione in un brodo primordiale? Un processo di metempsicosi che permette di reincarnarsi in altri esseri? Il Tempo per la narrativa – per Piperno – è come l’ossigeno per l’essere vivente: questione di vita o di morte.
La centralità di Marcel Proust per tante generazioni di scrittori è nata dal fatto che una volta entrato dentro al suo stile, ai suoi pensieri, con il bene ed il male equamente divisi non si è potuto tornare più in pace.
Piperno racconta che a conquistarlo, quando iniziò ad entrare a fatica in una opera così complessa e corpulenta fu la natura passiva del suo protagonista.
Un essere indolente, introflesso e inoffensivo. Non un eroe ma un narratore senza nome pervaso di perplessità di vivere. Quella inettitudine quasi nuda lo spogliava di ogni credibilità, autorevolezza. Ma proprio per questo non prevedibile, pagina dopo pagina “Il romanzo sembrava composto in modo tale da non poter essere riassunto: trattava di tutto e di niente” ha detto lo scrittore. Secondo lui una storia inintelligibile ma allo stesso tempo come un flusso di cose già presenti in lui. Una bizzarra identificazione?! Un mistero! Ma un romanzo concepito in modo da contagiare ogni lettore attento come un virus endemico. Per gli altri un rifiuto assoluto.
La Recherche una scrittura piena di proposizioni monstre, piena di parentesi, paradigmi, incisi. Solo con la maturità si può capire ogni frase, ogni immagine, ogni idea, prima sottostimata, sottovalutata, non compresa, che ora viene fuori con tutta la sua valenza i suoi espliciti significati. “Sono portato a credere – ha concluso Piperno – che nessun altro scrittore, dopo Shakespeare, abbia saputo descrivere con pazienza, precisione, i moti di un cuore in subbuglio”.
L’attrice Laura Morante, quest’anno Nastro D’Argento Speciale alla carriera, ha letto splendidamente facendone risaltare tutto il valore un brano de Alla ricerca del tempo perduto, dal quale si è potuto apprezzare tutto quello che gli scrittori avevano anticipato.
Petros Markaris, scrittore e uomo politico greco. Cosceneggiatore con Theo Angelopoulos tra l’altro de L’eternità ed un giorno (Palma d’Ora a Cannes). Creatore dei romanzi sul commissario Kostas Charitos ha parlato della fine della pace e delle conseguenze della guerra in Ucraina e delle sanzioni UE, che stanno portando tanta povertà agli stessi paesi della Comunità, di cui la Grecia è uno dei più deboli.
David Leavitt di cui la Semlibri sta ristampando libri degli anni ’80, Ballo di famiglia (2021) e La lingua perduta delle gru (2022), ha letto alcuni brani di un libro che sta scrivendo ambientato a Milano.
di Pino Moroni
art a part of cult(ure) è il magazine online nato con l’intento di promuovere, diffondere, valorizzare l’arte contemporanea e più in generale la complessità della cultura nelle sue molteplici manifestazioni.
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