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Garth Ennis non risparmia eccessi: lo spin-off dell’acclamato “The boys” è l’ennesima parodia supereroistica sboccata e irriverente, sconcia e bizzarra.
Ennis è sinonimo di spregiudicatezza e situazioni assurde.
Qualsiasi sia il genere in cui si cimenta, è sempre lecito aspettarsi personaggi fuori dagli schemi e intrecci grotteschi, eccezion fatta per le bellissime storie di guerra dove l’autore ha saputo donarci una visione lucida e toccante, facendo emergere una sua sensibilità profonda in merito ai temi trattati.
The Boys appartiene al filone grottesco estremo di Ennis, una sua personale interpretazione del mondo supereroistico. I Boys sono un gruppo di affiatati agenti americani, una cellula ombra indipendente col compito di controllare e monitorare i supereroi del pianeta. Ogni suo componente, abilmente ideato di Ennis, possiede la propria particolare psicologia che lo rende unico e verosimilmente umano con tutti i difetti e pregi che ne derivano. A loro contrapposizione vi sono gli eroi, che di iconico hanno ben poco: in questo universo narrativo l’essere eroe non è altro che un pretesto per poter esibire i propri poteri e lucrare grazie ai propri diritti di immagine. Sotto i costumi sgargianti e i poteri mirabolanti si nascondono bestie avide di potere, soldi e senza limiti morali.
The Boys: Eroegasmo è la quintessenza di quanto detto. Col pretesto di una minaccia a livello planetario, i superuomini si riuniscono in una celebrazione annuale dove poter sfogare i propri istinti più bestiali. È l’inizio di un’orgia senza limiti: ammucchiate tra eroi nelle più disparate posizioni, escort seviziate da organi potenziati, alcool che scorre a fiumi e droga sono una costante che accompagneranno il lettore per tutto l’albo.
Nonostante il carisma dei suoi Boys la trama di questo numero è decisamente sottotono: poca azione, dialoghi non molto profondi e un’impressione generale che la sceneggiatura sia una scusa per esagerare con l’orgia fracassona, scordandosi per una volta dell’intreccio. Tuttavia, qualche elemento importante ai fini della trama viene inserito in questo contesto: le azioni del Patriota ci fanno capire la reale pericolosità di un potere senza controllo. L’ambiguità d’azione di uno dei suoi colleghi, Black Noir, dà invece ad intendere che non tutti questi pseudo-eroi siano stereotipati nei loro ruoli eccessivi.
Note dolenti coinvolgono anche l’aspetto prettamente grafico della storia. La serie regolare è stata disegnata egregiamente sino a ora dall’artista Darick Robertson (l’autore di Transmetropolitan), che ha saputo donare forza e spessore ai protagonisti della vicenda. La sua penna però è stata sostituita nella realizzazione di questa saga da un John McCrea decisamente sottotono, lontano anni luce dallo stile adottato per Hitman. I suoi disegni sono molto abbozzati, così poco dettagliati da appesantire addirittura la scorrevolezza della storia.
Edizione Panini nella norma: un brossurato classico con carta lucida di buona qualità. In conclusione, non mi sento di consigliare la lettura al lettore occasionale: di fronte a quest’albo sarebbe travolto da una massiccia esposizione a immagini gratuite di donne nude, lati b imperanti e droga consumata in maniera spregiudicata. Il rischio è di non apprezzare appieno la saga di The Boys che sebbene non sia un capolavoro, rimane comunque una lettura divertente.
Abbiamo parlato di:
Eroegasmo. The Boys
Garth Ennis, John McCrea
Traduzione di Luigi Mutti
Panini Comics, 2010
144 pagine, brossurato, colori – 10,00 €
ISBN: 9788863469066
(Stefano Pellicioli)
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