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Questa è la storia di un uomo che non voleva le luci della ribalta e di come si è perso tra le ombre. Questa è la storia di Elliott Smith, la leggenda moderna di un cantautore raccontata sottovoce.
Holdenaccio è il moniker di Antonio Rossetti, fumettista tarantino classe 90 che ha esordito per la BAO Publishing nel 2019 con “Umberto”, grafic novel tra teen-movie anni ottanta e impegno ecologista. Scoprendo il disco “Either/Or” di Elliott Smith quasi per caso, rimane talmente folgorato dalla sua poetica da volerne fare il soggetto del nuovo libro. Con una “imposizione” alla casa editrice: non raccontiamo nè del suicidio nè delle violenze domestiche. Il supervisore di Bao Caterina Marietti acconsente ma responsabilizza Holdenaccio a documentarsi sull’artista originario del Nebraska, che inizia così a muoversi via web e social per ricostruire le fasi salienti della vita dell’uomo Steven Paul Smith. Famiglia, amicizie, carattere, la storia d’amore con Joanna Bolme – bassista di Calamity Jane, Stephen Malkmus, Quasi e ora sposata con Gary Jarman dei Cribs.
Elliott Smith è una figura mitica del cantautorato USA. Morto (in circostanze mai chiarite) a Los Angeles nell’ottobre 2003, ha trascorso l’infanzia in Texas diventando musicista a Portland. Rossetti lo inserisce in un contesto più vasto che abbraccia la scena politica, sociale e musicale tra anni 80 e 90, in un racconto che è tanto biografico quanto celebrativo dell’influenza di un uomo che non voleva apparire e cercava la complicità degli altri per fare musica, tuttavia ha scritto le sue cose migliori nascosto in uno scantinato, rifiutando lo star system fino ad annullare se stesso, pur di non snaturarsi. Holdenaccio ha lavorato al fumetto grazie a interviste in remoto – non scordiamoci la pandemia, oltre alle distanze – con Neil Gust, Sam Coomes, Ashley Welch, Alyson Camus per i fatti citati e con Chanda Helzer, tipografa dei flyer dei concerti punk della Portland degli Heatmiser per il carattere utilizzato; fondamentale è però il ruolo che assume il Toro Ferdinando (dal romanzo di Munro Leaf del 1936) che Elliott aveva tatuato sul braccio: e qui lascio a voi scoprire come…
Una parte di libro è disegnata in colore rosso, quando affronta l’adolescenza travagliata di Steven/Elliott, mentre l’altra è in blu a partire dal momento spartiacque dell’esibizione agli Oscar 1998: Rossetti omaggia così “Figure 8”, definendolo il suo album preferito del cantautore. “Going Nowhere” (una canzone uscita postuma su “New Moon”) è una lettura fatta di tenerezza, sarcasmo, emozione, rapporti intensi e spesso complicati, con i versi di pezzi anche oltre Elliott Smith – da “Thirteen” dei Big Star fino a “Risse Risse Risse” dei Verme – che troviamo nella playlist creata da Holdenaccio per accompagnare questo piccolo grande libro a fumetti, da gustarsi tutto d’un fiato.