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Quante volte abbiamo detto: “questa è musica ridotta all’osso”, cioè spolpata, asciugata, destrutturata, in pochissime parole, resa essenziale. Bello l’essenziale perché tende a non raccontare con giri di parole, ti sbatte in faccia la verità. Punto. Lo fa anche il nuovo progetto di quei due bischeri di Vittorio Nistri e Simone Tilli della DeadBurger Factory che, con il gruppo madre, non hanno mai lesinato per ciò che riguarda idee, minutaggio, sostanza. Qui non si cambia registro, si cambia prospettiva. Se Deadburger ti induceva con voli pindarici (bellissimi e appaganti, tra l’alto) a cercare la verità nella bellezza, il progetto OSSI ti fa apprezzare la bellezza raccontandoti in tempo quasi reale il circo freak che siamo abituati a vivere. La bellezza, qui, è una risata amara che spesso sfocia in una grande bestemmia, è il modo tremendo di vivere in un mondo governato da pagliacci, è un rock’n’roll minimale farcito di elettronica che pesca nel blues e nel psych-rock attualizzandolo con le menzogne dei politici e dei cialtroni. Ecco, OSSI è un disco politico che non parla di politica ma fa parlare la politica in modo da rendercela ancora più ostile, in modo da risvegliarci (senza a volte cedere alle lusinghe della risata) per essere pronti a non ripetere più gli stessi errori. Immagino non si sia capito un cazzo del disco. Fa nulla direbbero i toscani.
Se garba l’è importante.
Ci collabora anche Dorella dei Ronin e degli Ovo. Batteria ultra-minimale. Appino degli ZEN. Dome La Muerte. Copertina con un disegno di Andrea Pazienza. Finale a lieto fine (per i più romantici). Salvini Matteo e Meloni Giorgia (per i più impressionabili).
Il disco esce il 9 settembre. Ne riparliamo dopo il 25.
Buona musica, SEMPRE.
70/100
(Nicola Guerra)