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Bruce Springsteen e Motown è un connubio che non ci sorprende del tutto ma che sicuramente è degno di essere approfondito e analizzato. Nel suo nuovo album, Only the Strong Survive, il rocker originario del New Jersey decide di reinterpretare in chiave estremamente personale classici del soul e dell’R&B che la storica casa discografica ha pubblicato nella sua gloriosa e lunga attività. Sono quindici i pezzi selezionati dal Boss: tra questi spiccano “7 Rooms of Gloom” dei Four Tops, “I Wish It Would Rain” dei Temptations, “Someday We’ll Be Together” delle Supremes e “Don’t Play That Song (You Lied)” resa celebre da Aretha Franklin.
Only the Strong Survive, una “joyous celebration of timeless soul classics”, come lo descrive Forbes nella sua recensione, fa emergere la grande abilità di Springsteen a padroneggiare brani altrui anche appartenenti a generi molto lontani da quel rock made in USA che più di tutti gli altri è quello che ha caratterizzato da sempre il sound e l’approccio musicale springsteeniani. Anche quando declina con la sua sensibilità e con il suo tatto pezzi di altri Springsteen mostra di possedere gusto ed eleganza. Nel corso della sua carriera, inoltre, Springsteen ha saputo selezionare pezzi di altri per lui significativi che riteneva a lui adatti e in linea con le sue stesse inclinazioni, una passione, peraltro, nata da lontano, almeno già dalla fine dei Settanta. Oggi, a 73 anni, Springsteen non ha più niente da dimostrare e può semplicemente divertirsi, e questo anelito alla libertà e alla celebrazione della grande musica d’autore scorre profondo e forte in questo disco.