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Anticipato dal 10″ “Fudge”/”The Future is Your Past” il ventesimo album dei Brian Jonestown Massacre è uscito lo scorso 10 Febbraio 2023 per A Recordings: curiosamente si intitola come il brano di sopra ma quest’ultimo non appare in tracklist (peccato). Nati nel lontano 1990 a San Francisco per volere di Anton Newcombe, autentico guru dell’indie-rock, sono stati fondamentali all’espansione della scena psichedelica contemporanea (leggi The Warlocks e Dead Meadow per citarne un paio).
Richiamando nel nome il geniale chitarrista degli Stones quanto il suicidio di massa di Jonestown del ’78, la band ha toccato il picco qualitativo – leggendo qua e là visto che NON sono riuscito ad ascoltarli tutti – tra 1996 e 1997, con “Take It From The Man!”, “Their Satanic Majesties Second Request” e “Give It Back!” su Bomp, meravigliosi e indispensabili per approcciarne il sound. Perso l’effetto novità oggi li ritroviamo comunque in forma, una buona notizia per i patiti del genere.
Registrato a Berlino nelle medesime session di “Fire Doesn’t Grow On Trees” a distanza tra i componenti, vede ancora la collaborazione di Hakon Adalsteinsson dei Singapore Sling alla chitarra e Uri Rennert alla batteria. Fattore che ha rivitalizzato Newcombe in chiave live, con 34 date in Nordamerica lo scorso anno e varie apparizioni nei festival europei di Francia e Svizzera. Andando sul nuovo disco, l’ho trovato più unidimensionale rispetto al dinamico predecessore che contava sul motorik visionario di “Ineffable Mindfuck” e sul blues hendrixiano di “What’s In A Name?”, oltre a episodi proto-punk e shoegaze. Un Newcombe cantautorale, già dai sapori western di “Do Rainbows Have Hands”, mentre “Cross Eyed Gods” ci intrappola in un mantra lento e variopinto.
Si viaggia insomma tra alti e bassi: “As The Carousel Swings” recupera la formula della hit “Straight Up And Down” – vi dicono niente i Soprano? – dove “Nothing Can Stop The Sound” getta nella mischia un organo in stile Fuzztones. In “The Mother Of All Fuckers”, summa della loro arte ai massimi livelli, il muro di chitarre finisce letteralmente sotto la batteria ma “Stuck To Yous” è meno convincente, una versione acustica di “Sympathy For The Devil”. Disponibile in vinile trasparente con incluso un set da sei matite colorate per personalizzare liberamente la cover: ci piace.
68/100