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Il nuovo album di Fever Ray, intitolato “Radical Romantics”, è un viaggio attraverso un terreno di esplorazione emotiva estremamente frastagliato. L’ascoltatore viene catapultato in un mondo sonoro oscuro e seducente che esplora l’ansia, l’amore e il sesso. Karin Dreijer, la voce dietro Fever Ray, invita l’ascoltatore ad unirsi a loro in un viaggio di auto-scoperta, dove toccare e venir toccati è un atto di connessione necessario.
Le melodie che circondano la voce di Dreijer sono altrettanto coinvolgenti, intrecciandosi e sfumando in ogni traccia come un ipnotico rituale. La produzione, stratificata e aggrappata alle percussioni, crea un paesaggio sonoro sofisticato e imprevedibile. In “Shiver”, una delle tante canzoni co-prodotte con suo fratello Olof, la voce di Karin scorre su una produzione densa di synth e rumori, creando un’atmosfera di tensione sensuale che cattura l’ascoltatore.
Il testo di “Kandy” è avvolto in un’aura enigmatica che invita a molteplici interpretazioni. Tuttavia, dalle parole e dalle immagini evocate, emerge un’implicita richiesta di riconciliazione e di conforto emotivo. La frase “All girls want candy” sembra suggerire un desiderio primordiale e quasi infantile. Nelle strofe successive, la canzone sembra invitare alla pazienza e all’attesa come unico modo per raggiungere la serenità e la bellezza, suggerendo che l’ossessiva ricerca di ciò che si desidera spesso porta solo alla delusione.
“Radical Romantics” è un mosaico sonoro complesso, ma gratificante, che mostra la maturità emotiva e artistica di Dreijer. La varietà di riferimenti, tra electropop, post-industrial e dance music, si amalgama in un prodotto finale più orientato al pop di quanto ci si potesse aspettare. Questo non va visto come una regressione, ma assolutamente come una forma di movimento.
Per esempio, in “Plunge” alcune tracce come “To the Moon and Back” fossero apertamente sessuali, queste canzoni spesso avevano un morso politico che non le faceva allineare con la tipica canzone d’amore. In “Radical Romantics”, invece, la scrittura dei brani si concentra maggiormente sulla passione e sull’intensità romantica, senza tuttavia perdere l’attitudine politica che da sempre caratterizza l’artista.
“Radical Romantics” è un’opera di grande crescita, che conferma una continua evoluzione della mente creativa che lo ha partorito. Potrebbe essere il lavoro più accessibile dell’artista svedese, che agisce anche come un respiro di aria fresca sia nella sua discografia che in tutto il moderno panorama musicale. Ci si dovrebbe sforzare di trovare un modo meno retorico di dirlo, ma il ritorno di Fever Ray non è niente di meno che una benedizione.
82/100
(Carmine D’Amico)
Foto in Home di Nina Andersson