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Un ripasso delle uscite più o meno recenti che non sono ancora passate per il radar di Kalporz questo mese, tanti sperimentalismi e una buona fetta di noise.
1. Bono / Burattini, “Suono In Un Tempo Trasfigurato” (Maple Death, 2023)
È da un po’ di tempo che non leggevo di un disco italofilo lodato sulle pagine di The Wire, la rivista d’avanguardia londinese che oramai da quarant’anni rappresenta un rito di passaggio importante per qualsiasi progetto abbia l’ambizione di dirsi “sperimentale”. E non parlo solo di provenienza geografica, anche se il neo-nato duo bolognese formato dalla cantante e fondatrice degli Ofeliadorme Francesca Bono e la percussionista poliedrica dei Massimo Volume Vittoria Burattini soddisferebbe a pieni voti anche questa mia richiesta. “Suono In Un Tempo Trasfigurato”, il loro esordio uscito per la Maple Death Records, affonda le mani direttamente nella ricca tradizione italiana del jazz cosmico, nella library music e il lavoro senza eguali degli ingegneri della RAI che lavoravano con il Gruppo Di Improvvisazione Nuova Consonanza, passando per Morricone e Daniela Casa. Composto quasi esclusivamente con i suoni accoglienti e pastosi di un vecchio sintetizzatore Juno-60 e quelli ariosi della batteria organica, è la sintesi perfetta fra l’elettronica contemporanea e la patina hauntologica delle colonne sonore sci-fi d’epoca.
2. One Leg One Eye, “… And Take The Black Worm With Me” (Nyahh Records, 2022)
Nel suo nuovo progetto da solista Ian Lynch (membro fondatore del gruppo experimental folk dublinese Lankum) adotta un approccio all’arrangiamento musicale che culmina in un suono monumentale radicato più nell’estetica grezza del black metal che nel folk contemporaneo. Fra i migliori ripescaggi dall’anno scorso.
3. Sightless Pit, “Lockstep Bloodwar” (Thrill Jockey, 2023)
Questo mese abbiamo avuto il piacere di vedere ritornare Lee Buford (The Body) and Dylan Walker (Full of Hell) nelle vestigia horrorcore di Sightless Pit, due personaggi che considero a tutti gli effetti gli alchimisti della heavy music contemporanea. “Lockstep Bloodwar”, l’ultimo lavoro del duo per Thrill Jockey, è un disco onnivoro che prende vita dalle collaborazioni di altissimo livello che lo formano (Midwife, Industrial Hazard, Foie Gras, solo per citarne alcune) e che si adagia divinamente nell’equilibrio precario fra le sonorità melmose del dub e la veemenza dell’industrial rap o della power electronics.
4. Model/Actriz, “Dogsbody” (True Panther, 2023)
I Model/Actriz suscitano interesse in certi circoli newyorkesi da quando si sono formati a Boston nel 2016 come quartetto no-wave, passando nel frattempo per una sfilza di EP noise-rock. L’anno nuovo ci ha portato il loro album di debutto per la True Panther Sounds che, per quanto mi riguarda, fa il suo. Oltre a essere un’accattivante miscela transatlantica di post-punk e industrial (simile a quella dei meno noti Famous), “Dogsbody” gode anche del lavoro fantastico di Seth Manchester (Battles, Lighting Bolt, Sightless Pit) alla produzione.
Ah, e si può anche ballare.
Foto in evidenza di Dalia Mauri.
(Viviana D’Alessandro)