Share This Article
E fanno quattro. Gli spagnoli Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero con Corto Maltese Notturno berlinese tornano per la quarta volta a raccontare una storia dell’antieroe prattiano e lo fanno creando per il protagonista un’avventura ambientata tra Berlino e Praga, nel 1924, un’epoca turbolenta che fa da preludio alla catastrofe in cui sarebbero caduti la Germania e il resto del continente europeo negli anni a venire.
Corto, ospite nella capitale tedesca dell’amico scrittore e giornalista Joseph Roth, scopre per caso della morte del suo vecchio compagno di avventure Jeremiah Steiner e, sulle tracce dei responsabili, finisce coinvolto in una trama di spie comuniste e (proto)naziste, a caccia di un mazzo di carte esoterico in un intrigo nel quale nessuno è ciò che sembra, sullo sfondo di una sempre più traballante Repubblica di Weimar. Tra jazz club strabordanti di eccessi notturni e piazze gremite per comizi politici interrotti da picchiatori nazisti della prima ora, il marinaio maltese, straniero senza documenti in terra straniera, arriva fino a Praga per svelare la verità sul mistero che avvolge la scomparsa di Steiner e che è legato a doppio filo alle sorti politiche della Germania.
Può darsi che sia un semplice caso, ma Notturno berlinese è la quarta opera a fumetti, pubblicata in Italia nella seconda metà del 2022, ad avere come sfondo la metropoli tedesca che, in vari momenti del XX secolo, è stata fulcro di eventi storici ed epocali.
Se in Hypericon di Manuele Fior, una Berlino anni ’90 in piena rivoluzione architettonica e culturale fa da sfondo alle vicende del fumetto, in Violette di marzo – primo tassello dell’adattamento a fumetti della trilogia berlinese del romanziere Joseph Kerr – il protagonista si muove nella capitale tedesca del 1936 oramai dominata dal pugno nazista. A queste si aggiunge la nuova avventura di Blake e Mortimer Otto ore a Berlino, ambientata ai tempi della Guerra Fredda
Canales e Pellejeiro scelgono il 1924 per la nuova avventura di Corto, da un lato perché il periodo degli anni Venti è stato poco battuto nelle avventure del personaggio realizzate da Hugo Pratt, di fatto lasciando più ampi spazi di manovra per i nuovi autori, e dall’altro probabilmente perché – viste le vicende storiche e politiche europee contemporanee – la sensazione generale che la storia possa ripetersi, seppur non identica, e che quegli anni siano straordinariamente vicini all’attuale epoca sono elementi sempre più radicati nell’humus culturale in cui siamo immersi.
Questa più recente avventura del marinaio potrebbe dunque essere inquadrata nell’ottica, se non di una lezione, certo di una riflessione in riferimento al presente e al clima che sta attraversando il continente europeo, con l’estremismo politico di destra sempre più forte in molte nazioni, dalla Spagna all’Italia fino all’Ungheria.
La trama messa in campo però è ben lontana da qualsiasi forma di didascalismo o di racconto a tesi. I due autori sfruttano le caratteristiche canoniche date da Pratt al personaggio per un discorso che, dal particolare dell’avventura in oggetto, possa estendersi a concetti e pensieri più generali.
Il Corto Maltese di Canales e Pellejeiro è un uomo che sta per raggiungere i quarant’anni d’età, maturo e forse anche un po’ stanco di avventure. È un uomo “nato nel secolo scorso” come dice lui stesso a Lise, giovane spia comunista specchio di una generazione più giovane con la quale adesso il marinaio si deve confrontare. Nonostante gli anni che passano, però, Corto resta sempre fedele a sé stesso, ai suoi ideali come alla sua immagine: esattamente come faceva Pratt, il personaggio disegnato da Pellejeiro è “atemporale”, i suoi lineamenti inconfondibili sempre gli stessi.
L’individualismo che connota il Corto di Canales è riflesso dei suoi ideali, in primis la difesa della libertà e degli amici, perché l’amicizia è valore inestimabile. Ma quell’individualismo è anche desiderio di non omologazione alla società di massa, alla spinta di fare tutti la stessa cosa, di pensarla tutti allo stesso modo che proprio in quegli anni Venti iniziava a svilupparsi e che ancora oggi, e sempre di più, è uno dei tratti connotanti la nostra società.
Canales e Pellejeiro mostrano questo aspetto del carattere del protagonista in una tavola dall’assoluta efficacia visiva. In una piazza gremita di folla per un comizio del presidente della Repubblica di Weimar, sotto una pioggia battente, Corto decide di chiudere il suo ombrello proprio per distinguersi dalla massificazione, rappresentata da una vignetta a fondo pagina completamente riempita di ombrelli.
È anche un lucido pessimista il Corto dei due autori spagnoli. La sua battuta finale, che chiude l’albo (“È un brutto momento in generale”), lascia trapelare quasi la certezza del protagonista su come andranno a finire le cose: l’implosione della Repubblica di Weimar, l’ascesa di Hitler e del nazismo, la seconda guerra mondiale. E purtuttavia, anche se conscio delle nubi nere sul futuro, Corto non si esime da fare quello che ritiene più giusto, per aiutare un amico come per provare, con un gesto, a invertire le sorti di una nazione. Perché essere idealisti non significa non capire i segni o non comprendere le situazioni, bensì provarci comunque ad aiutare e a fare la differenza. Distinguersi dalla massa, come uno che assapora la pioggia sul volto in mezzo a una anonima folla di ombrelli.
Notturno berlinese è un racconto tutto sommato compresso e veloce, 70 pagine che corrono sul ritmo sostenuto degli avvenimenti che si succedono l’uno dopo l’altro, con sequenze scandite in media da un paio di tavole ciascuna. Pellejeiro si affida alla classica griglia alla francese di quattro strisce, lavorando sulla dimensione delle singole vignette per aumentare o diminuire la velocità dell’azione. I primi piani dei personaggi sono quasi sempre il fulcro delle vignette, disegnati con una linea sottile e pochi ma sufficienti tratti essenziali. I neri pieni, macchie di china, hanno il compito di regalare tridimensionalità ad ambienti e figure e a connotare silhouette come quella inconfondibile di Corto. Proprio il protagonista è rappresentato con quel tratto ormai diventato, dopo quattro albi, canonico: il rimando allo stile di Pratt è evidente, soprattutto nella morbidezza e modulazione del tratto, eppure al contempo quello di Pellejeiro è un Corto del tutto personale.
L’artista spagnolo si occupa anche della colorazione dell’intero albo con una palette “emotiva”, spesso lontana dal realismo e dal naturalismo. Sfondi monocromatici su cui spiccano i colori variegati dei personaggi in primo piano, sequenze notturne completamente virate sul rosso, come quella della seduta spiritica o quella all’interno del più famoso night club berlinese, passaggi onirici in blu e azzurro, fino ad arrivare a un’intera tavola in toni di grigio, in una griglia quadrata 3×4, a rappresentare l’esordio di Corto come attore in un film horror espressionista tedesco, nei panni del diavolo.
Dopo i primi tre albi firmati da Canales e Pellejeiro questo Notturno berlinese potrebbe essere l’inizio di una seconda trilogia dei due autori spagnoli, alla scoperta di un Corto Maltese alle prese con un mondo che si avvia verso il baratro. Di sicuro, c’è la conferma che il personaggio creato da Pratt si è dimostrato capace di vivere di vita propria, di sopravvivere alla dipartita del suo creatore (come lo stesso auspicava) e di avere ancora potenzialità narrative tutte da esplorare e raccontare.
Abbiamo parlato di:
Corto Maltese – Notturno berlinese
Juan Díaz Canales, Rubén Pellejero
Traduzione di Enrico Zigoni
Rizzoli Lizard, 2022
96 pagine, cartonato, a colori – 20,00 €
ISBN: 9788817159029
Lo Spazio Bianco è una rivista online, amatoriale e indipendente, dedicata a informazione, critica e divulgazione del fumetto, attiva dal 2002. Le ragioni della collaborazione tra Kalporz e Lo Spazio Bianco puoi leggerle qui