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“Devastami Fortuna” è il nuovo EP di Grosso Bernardo, musicista e ricercatore già noto come Bernardo Levi e di F.M. Fortuna, che rinnova un sodalizio artistico che va avanti dal 2019, quello tra Grosso Bernardo e Marco Fasolo, fondatore dei Jennifer Gentle.
Il nuovo EP uscito per La Barberia Records nasce da un pensiero sull’assenza di intenzione, l’automazione, l’amplificazione delle decisioni per mezzo del caso. “Quello di fortuna – racconta Grosso Bernardo – è un concetto fondativo della civiltà occidentale che, per qualche ragione, resiste alla secolarizzazione e resta centrale fino ad oggi.”
Un appello al suo rovesciamento, un racconto per frammenti che lascia intravedere il confine sottilissimo tra riuscita ed errore.
L’approccio alla produzione dell’EP è quello del DIY, con un uso massiccio del laptop e della tecnologia disponibile, contaminato con elementi analogici, vecchi microfoni, sintetizzatori e campionamenti ambientali.
Grosso Bernardo ha deciso di raccontarsi nella sua ricerca musicale, attraverso 7 ispirazioni molto eterogenee che hanno segnato il suo percorso.
1. Tutti i quadri e le sculture di Julia Huete in ogni tempo.
Il pensiero più astratto che conosco. Un pensiero preciso e portante. Larghissimo. La felicità di vederla lavorare da vicino per anni. Il quadro qui in foto è (o era?) al Palazzo delle Esposizioni a Roma.
2. Il parcheggio sotterraneo di Luigi Moretti a Villa Borghese nel 1974.
Roma centro d’Europa ogni tot anni, prima che tutti lo dimentichino. Roma che decade e poi risale. Questa è una mostra dimenticata, in un parcheggio, metà anni ‘70. La eco naturale delle cupole di Moretti è in un sample che uso nella mia drum machine. Secondo un’architetta di Roma Tre l’effetto acustico non era voluto, è un errore. Ma io non le credo.
3. L’ultima protesta di Joseph Beuys contro Deutsche Bank nel 1985.
Incomprensibile, reticente, misteriosa protesta di Beuys. Tono intimidatorio generico. Minaccia generica. Fatti a sostegno della tesi non pervenuti. Un sogno di non contraddizione.
4. La ricerca di Pedro G. Romero e la sua mostra al Reina Sofia nel 2022.
“Per qualche tempo ho praticato qualcosa che chiamavo il castigo dell’opera. […] Io pensavo, in forma innocente, che castigando la materialità dell’opera d’arte si riduceva la possibilità che si trasformasse in mera mercanzia […] usavo vernici e tecniche che venivano dalla cultura popolare, poi ho iniziato a usare tecniche che venivano dall’amatoriale, ad esempio i video degli anni ’90 era fatti con le stesse videocamere che si utilizzavano per battesimi e prime comunioni, mai usavo equipaggiamento professionale”.
5. I progetti e i libri di Chiara Sfregola.
La ricordo a metà anni ’00 girare una serie TV assolutamente amatoriale in casa di amici. Diretta, scritta, prodotta, montata, luci, trucco, logistica, qualsiasi cosa. Credo mai uscita. Lei da allora non si è mai fermata. Le sue ultime cose scritte si trovano in giro, uscite per Einaudi e Fandango.
6. Il DIY di John Carpenter.
Musica da film, per i propri film. Musica storta, scomposta, bellissima. Accennata. Si fa con quello che c’è.
7. Tutti gli errori di Michel Houellebecq.
C’è modo e modo di dire barbarità. Ho delle copie nascoste, semmai la woke police venisse a cercarle. Conserviamo i suoi pensieri per quando non esisterà più il trauma, e vorremo ricordarci cos’era.