Share This Article
“Mid Air” è il primo album solista di Romy Madley Croft, in arte semplicemente Romy. La chitarrista/cantante degli XX ha creato 11 intensi brani, dopo un lungo lavoro iniziato prima del Covid e terminato ufficialmente a Settembre 2023. Per capire i riferimenti sonori di “Mid Air” è sufficiente guardare le copertine dei singoli su Spotify: colori accesi quasi fluo e titoli scritti con effetto WordArt.
Tutte le tracce rievocano infatti un periodo ben preciso che oscilla da fine Anni ’90 ad inizio anni ’00 , con richiami agli Everything But The Girl, Faithless o Underworld. “Mid Air” è un album da club, un album pienamente dance, che non perde di vista l’emotività. Le lyrics mostrano una nota vulnerabile, motivazionale, potente ma affettuosa. Non ha paura Romy di esorcizzare i suoi sentimenti, di parlare delle sue debolezze ed affrontare i suoi amori, candidandosi come paladina involontaria LGBTQ+. Riesce a gridare il suo amore nella maniera più silenziosa possibile.
In “Loveher” per esempio canta: “non mi vergognerò quando me lo chiederanno, e se ti tengo la mano di nascosto non è per vergogna, ma solo perché sono cose solo nostre”. Manifestazione d’amore potente che si appoggia ad una base di piano perfetta ed una cassa che spinge senza paura. Uno dei brani più centrati di tutto l’album.
L’amore viene citato in modo puro, giocando anche con le amicizie incomprese o con le sue difficoltà, come in “The Sea”. In questo brano Romy confessa: “il mio cuore ha bruciato a duemila gradi quando mi hai detto che saresti andati via” e così finisce inevitabilmente a “pensare a lei, pensare a lei, pensare a lei, pensare a lei”. The Sea” è forse il brano più cupo dell’album, la nota malinconia predomina, portando fuori un lato intimo spiccato.
In generale il pattern sonoro di Mid Air è abbastanza lineare: cassa in 4/4 con bassoni e drum effetto vintage, synth travolgente crescente e Romy che canta con tono malinconico, spesso ripetendo la stessa frase compulsivamente, favorendo il climax naturale delle canzoni.
Per capire bene il suono è necessario fare un passo indietro e valutare i due produttori/collaboratori di quest’album; Stuart Price e Fred Again. Il primo è responsabile del suono dance di Madonna in “Confession On a Dance Floor” (tanti suoni simili in Mid Air), il secondo è il nuovo riferimento mondiale della musica dance. Fred Again si è letteralmente conquistato la scena grazie ad uno stile imprevedibile unito ad un entusiasmo lampante; feat importanti sia nei live sia su disco (da Brian Eno a Four Tet) ; uso sapiente dei social che alimentano una fanbase gigantesca e, soprattutto, djset live “suonato” con drum pad/piano. Tutti questi fattori lo hanno portato a dominare i migliori palchi dei migliori festival mondiali, con un successo clamoroso al Coachella. La passione verso la musica dance e la volontà di “risuonarla” i due la condividono ed è inevitabile che si influenzino a vicenda. Nei brani nuovi di Fred si trovano riferimenti dance anni ’90 malinconici di Romy e nei brani di Romy c’è l’esplosività di Fred..
Il risultato è un connubio dance prodotto sapientemente, lontani dagli echi cool di Peggy Gou con cori da Instagram Stories, ma ugualmente potente.
“Strong”, primo singolo dove Fred Again risulta anche in feat, è la canzone più ascoltata su Spotify, quasi il triplo rispetto alle altre presenti nel disco. Un crescendo intelligente ed un ritornello spinto proiettano il brano come quota radiofonica dell’album.
“Did I” invece strizza l’occhio a suoni attuali con un synth che richiama quasi Bicep. “Enjoy your life” infine è il pezzo più identificativo: “My mother says to me, “Enjoy your life” !” Il concetto è sempre quella malinconia felice. Romy ha perso la madre a 11 anni, ma sembra veramente crederci quando vuole scacciare via il dolore a suon di bassi in 4/4 e balletti con le braccia alzate. Si parte da un sample di una canzone di Beverly Glenn-Copeland “La Vita” , sapientemente rivitalizzato, depoetizzato e Romyzzato in un pezzo esteticamente inattaccabile. Anche il video riprende scene divertenti con il classico filtro vintage, sempre a voler oscillare tra divertimento e riflessione.
In conclusione, il disco di Romy è un disco è un disco lineare, diretto, preciso, perfetto per gli amanti del genere, pieno di brani che si valorizzano se imbevuti di gin tonic o sigarette. Non avrà sicuramente stravolto il mercato discografico, non sarà la novità disruptive dell’anno, ma è pieno di canzoni che provocano forti vibes all’interno mentre si balla liberi e felici. Rispetto ai brani recenti solisti di Jamie, suo compagno negli XX, le linee sonore sono sicuramente più melodiche e “leggere” In effetti è giusto così. Avere due suoni così distinti e diversi rappresenta la perfetta valorizzazione della “carriera solista”, per due artisti che hanno tanto da dire.
Ora la trilogia è finalmente chiusa.
Ogni membro degli XX ha pubblicato un suo album, non ci resta che aspettare un loro ritorno di scena.
78/100
(Giuseppe Gualtieri)