Share This Article
Creare esperienze immersive in grado di modificare la percezione dell’ambiente attraverso le arti
multimediali: NODE 2023 mantiene l’obiettivo che da sempre caratterizza la manifestazione, portando per l’undicesima edizione a Modena alcune delle più interessanti ricerche internazionali sul sonoro e l’audiovisivo. Dal 6 al 9 dicembre il festival torna ad abitare una costellazione di luoghi, tra live e performance pensati per realizzarsi in sintonia con ciascuna delle location selezionate, con alcune importanti novità.
Dopo le preview con i giapponesi GOAT presso La Tenda il 24 novembre e con il sound designer cipriota Mihalis Shammas nella Chiesa del Voto l’1 dicembre, il festival inaugura mercoledì 6 dicembre alla Chiesa di Gesù Redentore il cui organo sarà al centro del concerto site-specific di Ellen Arkbro, compositrice e sound artist svedese che ha legato la sua pratica artistica allo studio dell’armonia e, in particolare, allo studio della just intonation, una ricerca sugli intervalli armonici in cui l’intonazione è controllata con un alto grado di precisione. Un suono, quello di Arkbro, che è pura manifestazione fisica in grado di abitare uno spazio, avvolgendo l’ascoltatore e rendendolo parte attiva del processo di ascolto.
Dopo l’incredibile live di Robert Henke nel 2021, il festival giovedì 7 dicembre fa di nuovo tappa al Cinema Astra con un programma totalmente dedicato all’audiovisivo con le performance del digital artist peruviano Alex Guevara e del producer ungherese Gábor Lázár. Il linguaggio artistico di Guevara ha solide radici nella ricerca sull’interazione fra suono, luci ed elementi video. Con un ampio range di competenze che spaziano dall’interaction design al design generativo ed elaborazioni audio-video in tempo reale, Guevara combina arte, scienza e tecnologia per creare esperienze immersive e strabilianti landscape in cui si fondono digitale ed organico. Muovendosi al di fuori dei filoni consolidati della musica elettronica, Gábor Lázár crea una personale concezione di un suono scultoreo che sembra disfarsi dall’interno ed implodere su se stesso in un moto perpetuo di riconfigurazione sonoro-percettiva; un suono al tempo stesso pericolosamente instabile per il dancefloor ed eccessivamente esigente sul piano percettivo per essere relegato a sottofondo sonoro. Il programma culmina all’interno dei due più prestigiosi teatri modenesi, luoghi di inestimabile importanza per il tessuto culturale cittadino.
Venerdì 8 dicembre il Teatro Storchi apre le porte al pubblico con la prima italiana di Kelly Moran. La pianista e compositrice statunitense, presentata a NODE in esclusiva nazionale, esplora nella sua performance le potenzialità armoniche di un pianoforte preparato, il cui timbro viene alterato mediante l’inserimento di oggetti sulla cordiera. I suoni così ottenuti vengono poi ulteriormente modificati attraverso interfacce che trasformano il pianoforte in uno strumento elettroacustico ibrido del tutto unico. Il rapporto tra musicista e strumento diventa un tratto distintivo anche del secondo set della serata, che vede protagonista il sassofonista norvegese Bendik Giske. Quella di Giske è una vera e propria sfida ai limiti delle potenzialità espressive del corpo e dello strumento. Due elementi, intrecciati in una circolarità ipnotica, dai ruoli intercambiabili, con il corpo che diventa a sua volta strumento. La fisicità che costituisce la base del linguaggio artistico di Bendik Giske non si esaurisce però in questo rapporto, ma viene valorizzata nel momento in cui è il pubblico ad essere incluso come terzo elemento di questa struttura circolare, ipnotizzato dai pattern ritmici impartiti dalla tecnica di respirazione del musicista scandinavo.
A chiudere la serata sarà la performance collaborativa di Elias Merino e Tadej Droljc, SYNSPECIES. All’interno di questo set a/v immersivo, i linguaggi dei due digital artist si incontrano per dare vita a un piano onirico abitato da oggetti audiovisivi in perenne mutazione. Il dialogo fra questi elementi si trasforma rapidamente in una dicotomia, dove l’interazione viene sostituita dal conflitto per l’affermazione del proprio spazio e della propria esistenza.
La serata conclusiva di sabato 9 dicembre rappresenterà un momento di alto valore simbolico per il
percorso del festival: l’ingresso di NODE all’interno del Teatro Comunale di Modena. Una venue di assoluto prestigio che per l’occasione sarà valorizzata da tre set pensati appositamente per esaltarne le caratteristiche strutturali. L’apertura è affidata all’artista turco Cevdet Erek, noto per le sue ambiziose installazioni site-responsive esposte a dOCUMENTA e La Biennale, che in questa occasione presenta un intervento performativo sitespecific incentrato sullo spettro timbrico del davul, strumento della tradizione mediorientale. Una eco ancestrale dal carattere senza tempo esplorerà l’architettura del Teatro attraverso una trama di suoni complessi e stratificati. A seguire, il collettivo torinese SPIME.IM i cui racconti audiovisivi usano la tecnologia, l’arte tridimensionale e la musica elettronica per tessere esperienze audio-video immersive, che esplorano i confini dell’identità, della corporeità e della percezione, in un mondo in cui il doppelgänger virtuale assume una posizione sempre più intensa, protagonista e totalizzante.
Gran finale con la performance collaborativa che unisce Caterina Barbieri e Space Afrika in un live accompagnato dagli interventi scenografici di MFO e di Ruben Spini. La collaborazione fra l’artista italiana e il duo di Manchester è stata presentata in esclusiva all’interno dell’ultima edizione del festival Atonal di Berlino e arriva a NODE per la prima volta in Italia. Al centro di questa collaborazione c’è l’incontro fra la natura organica e materica del linguaggio musicale di Caterina Barbieri e il sound notturno, ovattato, urbano di Space Afrika. La sovrapposizione di questi layer prende forma sul palco in un’opera dal grande impatto emotivo e al tempo stesso delicata ed eterea, in cui l’atto performativo sembra diventare lo strumento attraverso cui creare un terreno comune di incontro, fra artisti guidati da una medesima sensibilità comunicativa.
CALENDARIO NODE 2023
6 dicembre | ore 21.00
ELLEN ARKBRO
Chiesa di Gesù Redentore; Viale Leonardo da Vinci, 270 – Modena
ingresso: 18€ in prevendita online – 22€ in cassa
7 dicembre | ore 21.00
ALEX GUEVARA – GÁBOR LÁZÁR
Cinema Astra; Via Rismondo, 15 – Modena
ingresso: 20€ in prevendita online – 25€ in cassa
8 dicembre | ore 21.00
SYNSPECIES: Tadej Droljc & Elias Merino – BENDIK GISKE – KELLY MORAN
Teatro Storchi; Largo Garibaldi, 15 – Modena
ingresso: 25€ in prevendita online – 30€ in cassa
9 dicembre | ore 21.00
CATERINA BARBIERI + SPACE AFRIKA w/ MFO & RUBEN SPINI – SPIME.IM – CEVDET EREK
Teatro Comunale Pavarotti – Freni; Via del Teatro, 8 – Modena
ingresso: 30€ in prevendita online – 35€ in cassa
NODE 2023 è una produzione Lemniscata e fuse*
Foto di Caterina Barbieri in home cortesia di Node Festival