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Dal 22 gennaio al 6 maggio 2024 all’Auditorium San Fedele di Milano si svolge l’edizione primaverile di Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive da oltre dieci anni punto di riferimento per la sperimentazione e la ricerca interdisciplinare.
Intitolato “Soglie immersive”, il nuovo programma stagionale di Inner_Spaces è concepito come un laboratorio in otto puntate per approfondire la tematica del coinvolgimento percettivo. L’auditorium San Fedele, dotato dell’acusmonium Sator, consente un ascolto in uno spazio acustico non convenzionale bensì immersivo. Non si tratta di una fruizione semplicemente avvolgente dal di fuori, ma coinvolgente interiormente e per di più nella dimensione di un’esperienza comune condivisa con gli altri.
Tuttavia, la dimensione immersiva dell’ascolto non è univoca, da una parte dipende dal linguaggio musicale degli artisti, dall’altra dagli strumenti impiegati. In questo senso, i processi di stratificazione e sedimentazione sonora, la costituzione di continuità temporali mediante lente trasformazioni, le sequenze sovrapposte del minimalismo iterativo, l’intreccio di brani in successione, le svariate modalità espressive, la concentrazione timbrica e materica, sono tutte caratteristiche che contribuiscono a configurare una serie di soglie immersive distinte.
Buona parte degli artisti della rassegna, ed è questa una delle principali peculiarità, suonerà con sintetizzatori analogici o digitali. Dall’attesissima pioniera del Buchla, Suzanne Ciani, che si esibirà in una performance in quadrifonia in coproduzione con Jazz is Dead! festival realizzato da Arci Torino (dove invece sonorizzerà materiale visivo fornito dal Museo Nazionale del Cinema) al dj Anthony Child, meglio noto come Surgeon, esperto improvvisatore con gli strumenti della SOMA Laboratory. Dal compositore elettroacustico Hainbach che, con la tecnica del nastro magnetico, crea avvolgente musica ambient, ai live set con modulari di musicisti tra i più apprezzati in questo momento come James Holden e l’emergente produttrice turco-tedesca JakoJako.
Nuove soglie immersive verranno aperte all’esplorazione dal collettivo audiovisivo milanese Otolab in un senso sinestetico, dal britannico Richard Skelton, figura maggiore della musica ambient che raramente suona dal vivo, da Konrad Sprenger in un live set esafonico (a sei canali) mediante una chitarra elettrica come generatrice di suoni che vengono rielaborati e spazializzati digitalmente, e dallo scultore del suono Giuseppe Tillieci in arte Neel, già metà dei Voices From The Lake con Donato Dozzy.
Altri musicisti ancora perseguiranno lo stesso obiettivo, però attraverso l’uso di strumenti musicali più tradizionali, come Chiara Trentin (già protagonista sul palco con Francesco Messina per l’esecuzione di Prati Bagnati del Monte Analogo) al violoncello elettrico a sei corde con live electronics, Francesco Zagocon la chitarra elettrica ed effettistica per presentare una rielaborazione dalle ampie sonorità orchestrali della Settima Sinfonia di Bruckner e Zsófia Boros, la poetessa della chitarra acustica dal suono delicato e avvincente, qui grazie al Forum Austriaco di Cultura, che ha registrato tre album per la prestigiosa ECM in un programma di musiche argentine.
Rimane sempre l’attenzione ai fondatori della musica elettronica, in questa edizione con due ritratti. L’ungherese Ákos Rózmann (1939-2005), per molti anni organista della cattedrale cattolica di Stoccolma, autore di alcuni monumentali cicli di composizioni elettroacustiche dalle sonorità massicce e altamente drammatiche, con titoli spesso ispirati dalla liturgia della Messa. La fisarmonicista statunitense Pauline Oliveros (1932-2016), tra le iniziatrici della nuova musica nel continente americano, anche teorica della modalità compositiva descritta da un critico come “consapevolezza sonora”.
Al cuore della rassegna, lo Speciale Inner_Spaces dal titolo Hieremias propheta nella Chiesa di San Fedele, con la partecipazione straordinaria di Nicolás Jaar, in una sacra rappresentazione del libro del profeta Geremia in cui si alterneranno le leçons de ténèbres di François Couperin (1688-1733), sequenze elettroniche con voce del gruppo Ars Discantica (A. Pileggi e M. Colombo) e due grandi affreschi di live electronics dell’artista cileno.
#1 lunedì 22 gennaio
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– ÁKOS RÓZMANN (1939-2005)
12 Stations VI-I
– JAMES HOLDEN (1979)
Live set
Biglietti 20€ / 16€ studenti
#2 lunedì 12 febbraio
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– CHIARA TRENTIN (1991)
– ANTHONY CHILD SURGEON (1971)
Live set Terra SOMA
Biglietti 16€ / 13€ studenti
#3 lunedì 26 febbraio
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– KONRAD SPRENGER (1977)
– HAINBACH (1978)
Biglietti 16€ / 13€ studenti
#4 lunedì 11 marzo
SPECIALE INNER_SPACES
Chiesa di San Fedele, ore 20.30
Hieremias propheta
– FRANÇOIS COUPERIN (1668-1733)
Trois leçons de ténèbres
– NICOLÁS JAAR (1990)
Biglietti 16€ / 13€ studenti
#5 giovedì 21 marzo
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– OTOLAB
– NEEL (1982)
Biglietti 16€ / 13€ studenti
#6 lunedì 8 aprile – in coproduzione con Jazz is Dead! festival e Arci Torino
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– PAULINE OLIVEROS (1932-2016)
Bye Bye Butterfly; I of IV
– SUZANNE CIANI (1946)
Biglietti 23€ / 18€ studenti
#7 lunedì 22 aprile
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– FRANCESCO ZAGO (1972)
Bruckner Allegro Moderato
– RICHARD SKELTON (1973)
Biglietti 16€ / 13€ studenti
#8 lunedì 6 maggio – in collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura
Auditorium San Fedele, ore 20.30
– ZSÓFIA BOROS (1980)
– JAKOJAKO (1991)
Biglietti 16€ / 13€ studenti
Biglietti in biglietteria e in prevendita online su webtic “San Fedele Milano”
#1: 20€ intero (prevendita +1€), 16€ studenti, unicamente in biglietteria
#2 #3 #4 #5 #7 #8: 16€ intero (prevendita +1€), 13€ studenti, unicamente in biglietteria
#6: 23€ intero (prevendita +1€), 18€ studenti, unicamente in biglietteria
ABBONAMENTI
È possibile acquistare l’abbonamento dell’intera stagione primaverile di Inner_Spaces, usufruendo della tariffa scontata di 116 € anziché 139 € e di un posto al centro sala per un ascolto ottimale (file N, O, P, Q, R posti da 6 a 15). L’abbonamento può essere acquistato in biglietteria (via Hoepli 3/b 20121 Milano, orari Lunedì-Venerdì dalle 10 alle 16, tel 02 86352231) oppure online al link https://www.centrosanfedele.net/eshop/eventi/.
Info e prevendite
Auditorium lun-ven 10 – 16
Milano, via Hoepli 3/b –M1 / M3 Duomo
tel. 02.86352231 – www.sanfedele.net
CONTATTI
San Fedele Musica musica@sanfedele.net
Antonio Pileggi SJ – tel. 02.86352426
Massimo Colombo – tel. 02.86352429 / 3934253951 massimo.colombo@sanfedele.net
BIOGRAFIE
Zsófia Boros (1980)
La chitarrista ungherese Zsófia Boros, nata a Praga e oggi residente a Vienna, ha studiato a Bratislava, Budapest, Vienna e all’Accademia chitarristica Francisco Tárrega di Pordenone. Ha ricevuto numerosi premi prestigiosi e diverse borse di studio dal centro Herbert von Karajan di Vienna e dalla fondazione Thyll in Svizzera. Al conservatorio di Bratislava, Zsófia ha studiato con Jozef Zsapka, al quale deve la sua comprensione olistica del suono e del tono – una qualità notata anche dalla rivista Fanfare, che l’ha elogiata in questo modo: “Tono chiaro e bello, fraseggio liquido, precisa stratificazione della melodia e accompagnamento, figurazione fluida, notevole inoltre il suo enfatico senso dell’umore e dell’emozione”. Ha partecipato a rinomati programmi di festival classici e jazz, nonché in tournée da solista. Nel 2012 la chitarrista è stata accolta presso l’etichetta di musica jazz e classica con sede a Monaco ECM Records, per la quale ha pubblicato tre album: En otra parte (2012), Local Objects (2016) e El último aliento (2023). In quest’ultimo, Zsófia interpreta colonne sonore argentine contemporanee e opere del compositore francese Mathias Duplessy.
Anthony Child (1971)
Anthony Child, meglio conosciuto come Surgeon, è un musicista elettronico e dj inglese. Ha pubblicato sulle sue etichette Counterbalance e Dynamic Tension. Anche importanti etichette come Tresor, Soma e Harthouse, hanno pubblicato materiale originale e remix di Surgeon. È stato riconosciuto come uno dei primi dj a utilizzare Ableton Live e Final Scratch per integrare i suoi dj set. Nel 1994, ha pubblicato il suo omonimo ep di debutto su Downwards Records. La sua produzione, i remix e il repertorio dj sono ispirati al krautrock e ai gruppi di musica industriale come Faust, Coil e Whitehouse. Rilevante è stata l’influenza dei Coil, la maggior parte dei titoli dei brani dell’album “Force and Form” sono riferimenti diretti alle registrazioni di questi ultimi. Child attinge anche dalla house di Chicago, dalla techno, dalla dub e dall’elettronica, oltre che da opere non musicali di Mike Leigh, David Lynch, William S. Burroughs, Bret Easton Ellis e Cindy Sherman. Child è inoltre noto per diverse collaborazioni artistiche, che includono esperimenti tonali con Mick Harris, British Murder Boys con Regis e con Ben Sims come Frequency 7. Ha anche aperto per Lady Gaga, esibendosi con Lady Starlight.
Suzanne Ciani (1946)
Figlia di un famoso chirurgo e nipote di immigrati italiani, Suzanne è la terza di sei fratelli. Il suo amore per la musica sboccia sin dall’infanzia: a sette anni la madre porta a casa una collezione di dischi di musica classica e Suzanne resta estasiata dalle opere di Bach, Mozart e Beethoven. Decide di imparare a suonare il piano. Durante i suoi studi al Wellesley College, comincia a dividere il proprio tempo tra la composizione e l’interpretazione. In questo periodo inizia anche il suo interesse per la tecnologia, dopo che un professore del MIT le aveva spiegato come stava provando a riprodurre il suono del violino con l’uso di un computer. Continua a studiare composizione all’Università di Berkeley, dove conosce tre dei “fondatori” della musica elettronica: John Chowning, Max Matthews e Don Buchla. Inizia a lavorare per Buchla saldando sintetizzatori, e trascorre i successivi dieci anni della propria vita ad esplorare le possibilità offerte da questo strumento, costruendone lei stessa uno con diverse parti acquistate e che chiamò Buchla, in onore del maestro. Per Suzanne la magia del sintetizzatore sta nella sua capacità di produrre suoni che nessun altro strumento è in grado di creare. L’album Seven Waves del 1982 raggiunge il primo posto in Giappone, il primo paese in cui uscì pubblicato dalla Victor. Il suo secondo album, The Velocity of Love, viene prodotto per l’etichetta nordamericana RCA nel 1986. Nel 1987 firma un contratto con la casa discografica Private Music, con la quale escono cinque dei suoi album. È con essa che esce Neverland, album che ottiene la nomination ai Grammy Award, nel 1988. Nel 1989 Suzanne fa un viaggio in Italia, dove conosce i suoi avi. Qui compone Hotel Luna, disco principalmente di musica elettronica, ma con alcuni brani di strumentazione anche acustica. L’album riceve la seconda nomination ai Grammy Award per Suzanne. L’ultimo album da lei prodotto con la compagnia di Baumann è The Private Music of Suzanne Ciani. Nel 1994 si sposa con l’avvocato Joe Anderson, che la aiuta a crearsi una propria casa discografica, la Seventh Wave, con la quale pubblica l’album Dream Suite. In aggiunta alle sue varie produzioni discografiche, Suzanne Ciani ha anche realizzato svariate collaborazioni per colonne sonore tra le quali spiccano quella realizzata per il film The Incredible Shrinking Woman di Joel Schumacher e quella per un documentario su Madre Teresa. Ha realizzato concerti negli Stati Uniti, in Italia, in Spagna e in varî paesi asiatici. Ha anche partecipato ad alcune trasmissioni televisive.
François Couperin (1668-1733)
François Couperin nasce a Parigi nel 1668 in una famiglia di musicisti organisti. Suo zio Louis era divenuto nel 1653 organista della chiesa di Saint-Gervais a Parigi mentre è il padre ad occuparsi della sua formazione musicale sino alla morte precoce avvenuta quando il giovane François ha dieci anni. La madre si occupa dunque della sua formazione affidandolo a Jacques Thomelin. Nel 1688, seguendo le orme dello zio diviene organista a Saint-Gervais e nel 1693 viene assunto con la stessa mansione a rotazione trimestrale alla Chapelle Royale di Versailles sotto il regno di Luigi XIV. Guadagnatosi una posizione a corte diviene insegnante di clavicembalo del secondo Delfino di Francia e di diversi importanti esponenti della nobiltà. Il nucleo della sua produzione musicale è rappresentato dalle composizioni per clavicembalo utilizzate dal compositore nel corso della sua carriera didattica ed esecutiva non solo a corte ma anche a servizio di importanti famiglie come quella dei Condé. Tali composizioni per clavicembalo, oltre 240 brani, sono pubblicate all’interno di quattro libri stampati a Parigi a partire dal 1713 e suddivise in 27 ordres alla maniera della suite, cercando dunque di rispettare le caratteristiche successioni di danze diverse riunite dalla stessa tonalità. Molte di queste composizioni sono, inoltre, accompagnate da titoli che descrivono situazioni e affetti legati all’aspetto stesso e al contenuto del brano secondo il principio del pezzo di carattere. Couperin è, inoltre, strettamente legato alla musica italiana, in particolare Arcangelo Corelli, tanto da introdurne in Francia lo stile compositivo e soprattutto la forma della sonata a tre; la sua grande sonata a tre porta, infatti, il titolo di Le Parnasse, ou l’Apothéose de Corelli. Questa composizione rientra nell’ambito delle poche musiche cameristiche realizzate da Couperin in cui rientra anche L’Apothéose de Lully, dedicata al celebre compositore di corte di Luigi XIV, e i Concerts royaux. Nonostante la popolarità raggiunta, Couperin non riesce ad ottenere il prestigioso incarico di clavicembalista di corte assegnato a Jean-Baptiste D’Anglebert, situazione che, di contro, gli permette di vivere stabilmente a Parigi ed intessere rapporti più fitti ed estesi con tutta la nobiltà evitando di dover risiedere stabilmente a Versailles. Nel 1716 Couperin pubblica, l’importantissimo trattato teorico intitolato L’art de toucher le clavecin contenente indicazioni di tipo tecnico esecutivo al cembalo, relative specificamente al tocco, alla diteggiatura e alla fioritura. Del suo repertorio organistico rimane una sola raccolta apparsa in forma manoscritta attorno al 1868 – 1890 e intitolata Pièces d’orgue consistantes en deux Messes, di carattere più popolare la prima e conventuale la seconda sono articolate secondo la struttura tradizionale della messa latina in Kyrie, Gloria, Sanctus, Agnus e due movimenti aggiuntivi, un Offertorio e un Deo Gratias.
Hainbach (1978)
Pseudonimo di Stefan Paul Goetsch, nato nel 1978, Hainbach è un musicista e compositore tedesco, conosciuto anche per la sua attività di videomaker. È diventato famoso a livello internazionale per le sue incisioni di musica ambient e le tecniche musicali sperimentali sul suo canale Youtube, che la rivista Pitchfork ha descritto come “un tesoro di clip” con titoli quali “Come fare musica con un accordatore di pianoforte vintage e suonare dal vivo con strumenti nucleari e sintetizzatori sconosciuti”. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di sei anni. Ha studiato ad Amburgo e ora vive a Berlino con la sua famiglia. Insieme ad Andre Frahm e Jan Elbeshausen, ha suonato nella band new wave chiamata The Dance Inc. fino allo scioglimento nel 2009. Con il suo pseudonimo Hainbach utilizza tecniche musicali sperimentali con il tape loop e apparecchiature per i test nucleari. La rivista musicale britannica The Wire ha definito la sua musica come “One hell of a trip”. Ha pubblicato album per Opal Tapes, Lavender Sweep Records, Chase Bliss, Soil, Ultraviolet Light, Misc., Springbreak Tapes, SA Recordings, Gohan Tapes, Marionette, Seil Records e anche per Limited Interest label di Alessandro Cortini. I siti web musicali Bandcamp Daily e The Quietus hanno elogiato il suo album del 2018 The Evening Hopefuls. Come fonte di ispirazione ha spesso citato Bela Bartok, le colonne sonore dei videogiochi degli anni ’80, Francis Bebey e Karl-Heinz Stockhausen. Stefan ha lavorato a più di 70 spettacoli teatrali come compositore, paroliere e musicista dal vivo presentati tra l’altro allo Staatstheater di Hannover, la Schauspielhaus Hamburg, il Theater Frankfurt, il Theater Bonn e il Deutsches Nationaltheater und Staatskapelle Weimar. Nel 2017 ha composto la colonna sonora del documentario Bruderkrieg (titolo inglese: War Of Brothers) di Felix Moser e Julian Moser. I due fratelli hanno collaborato con Hainbach a diversi video musicali tra cui l’album visivo di Light Splitting, presentato in anteprima dalla rivista inglese Fact ed è stato selezionato all’Ars Electronica Festival nel 2020. Hainbach ha realizzato la colonna sonora del documentario del 2021 Billions of Windows sulla vita di Stephen Wiltshire, diretto da Sergey Stefanovich. Ha scritto inoltre la colonna sonora per il documentario del 2021 The One Who Runs Away Is the Ghost, diretto da Qinyuan Lei.
James Holden (1979)
James Alexander Goodale Holden (nato il 7 giugno 1979) è un artista, produttore e dj britannico di musica elettronica. Ha studiato matematica all’Università di Oxford. Ha iniziato la sua carriera nel 1999 all’età di 19 anni e ha rapidamente ottenuto un ampio riconoscimento con l’uscita del singolo “Horizons”, che ha creato con il software freeware Buzz. Negli anni successivi Holden ha pubblicato numerosi singoli e remix su varie etichette tra cui Lost Language, Perfecto Recordings e Positiva Recordings. È stato membro dei Mainline (insieme a Duncan Ellis e Hywel Dunn-Davies) e ha lavorato con la cantante Julie Thompson come Holden & Thompson. I suoi remix in questo periodo includono artisti come Madonna, Britney Spears, Depeche Mode, New Order, Nathan Fake e Kieran Hebden e Steve Reid. Nell’aprile 2006, il suo album James Holden At The Controls è stato “Album del mese” di Mixmag. La propria etichetta Border Community è stata fondata nel 2003 e con il singolo di Holden “A Break in the Clouds” ha dato il via alle carriere di molti giovani artisti, tra cui Nathan Fake, Fairmont, Luke Abbott e The MFA. Nel 2006, la Border Community ha pubblicato The Idiots are Winning. Questo album di “musica elettronica sciolta, contorta e suggestiva” è stato descritto dal Guardian come “il debutto più sorprendente nella musica elettronica dai tempi dell’album Music Has the Right to Children dei Boards of Canada”. Nel 2013, Holden ha pubblicato il suo secondo album The Inheritors, un “album rivelatore e intrigante di frizzante bellezza pastorale e dura costrizione ritmica”. Dopo l’uscita del disco, Thom Yorke lo ha invitato a supportare la sua band Atoms For Peace in tour negli Stati Uniti. In questi spettacoli Holden si esibiva su un sintetizzatore modulare insieme al batterista Tom Page (del duo elettronico sperimentale Rocketnumbernine e The Memory Band). Questa transizione dai dj set alla performance dal vivo è stata determinante nella carriera di Holden. Il suo terzo album, The Animal Spirits, lo vede alla guida di una band di cinque elementi con batteria dal vivo, sassofono, altri fiati e strumenti nordafricani. Così Holden ha creato un “gruppo jazz spirituale che suona musica folk / trance” pur mantenendo il suo “synth sempre stridente… in primo piano e al centro”. La musica è stata registrata dal vivo, senza modifiche o sovraincisioni, ed è stata influenzata sia nel suono che nel concetto dalle opere di Don Cherry, Alice Coltrane e Pharoah Sanders. L’ultimo lavoro di Holden è Imagine This Is A High Dimensional Space Of All Possibilities che ha riscosso molto apprezzamento dalla critica.
Nicolas Jaar (1990)
Nicolas Jaar è un compositore e produttore di musica elettronica cileno-americano, con origini palestinesi e francesi. Il suo stile musicale si evolve tra influenze ereditate dal jazz, dal soul, o dal cinema ed è caratterizzato da atmosfere piuttosto lente ed elegiache. Dopo una manciata di ep pubblicati nel 2008, tra cui Time for Us nel 2010, molto apprezzato dalle riviste specializzate, pubblica il suo primo album Space Is Only Noise nel 2011 che gli procura un grande successo di critica. Al contrario delle major e della mentalità della musica commerciale, Jaar diventa un produttore indipendente e fonda la sua casa discografica, Clown & Sunset nel 2009, cui è succeduta l’etichetta Other People nel 2013. Parallelamente alla sua carriera da solista, collabora con molti dei suoi amici, Sasha Spielberg con Just Friends e Dave Harrington con cui forma il duo Darkside. La musica di Nicolas Jaar, catalogata nel genere house pur avendo intonamenti jazz e soul, è descritta da Mixmag come “popolata da transizioni inquietanti, oggetti sonori sfasati, momenti in cui un calore inaspettato si diffonde”. Nel 2010, Tony Naylor del Guardian indica ciò che caratterizza la musica di Jaar: un compromesso tra la dance music, con i suoi ritmi che vanno e vengono, e un lato emotivo che emana da influenze musicali più organiche; il giornalista nota quanto le sue composizioni siano difficili da classificare, prendendo come esempio Time for Us o The Students al crocevia dei generi. Il rifiuto dei codici, della categorizzazione ma anche del suo patrimonio culturale fuori dai sentieri battuti della dance music, portano Jaar a dirsi incapace di fare techno. Le sue esibizioni dal vivo sono elogiate dalla critica per la sensibilità che ne deriva, la rivista Les inrockuptibles afferma che i suoi live sono “dei bei meccanismi da far venire la pelle d’oca”. Resident Advisor sottolinea come Nicolas Jaar “dimostra che non c’è bisogno di far ballare costantemente la folla per radunare i fan”.
JakoJako (1991)
Tutto inizia con la voglia di conoscere e suonare producendo il proprio suono. Dopo diversi anni passati tra libri, manuali, cavi patch e maneggiando un sintetizzatore fai-da-te, JakoJako (Sibel Jacqueline Koçer) comincia a realizzare i suoi primi live set a Berlino. Nel 2017 lascia la carriera infermieristica per lavorare in un negozio di sintetizzatori. Condivide la sua conoscenza di strumenti e tecniche con la comunità di produttori di musica della città. La curiosità la guida: “Quando senti un suono in un ambiente, ad esempio un’auto che passa, non ne comprendi la complessità finché non pensi a come renderlo sintetico”, spiega. “Allora diventa qualcosa di astratto; un insieme di altezze e timbri modulati. A me piace ascoltare il mondo in questo modo”. JakoJako usa la fluidità nel linguaggio del suono per trasmettere emozioni. Ogni traccia è un esperimento, il cui successo dipende dall’intensità del sentimento che crea. I suoi ep Aequilibration e Lux hanno mostrato questo aspetto esplorativo, idee stilistiche molto diverse vengono legate insieme attraverso un sound design emotivo, una produzione efficace e un forte senso melodico. JakoJako si è esibita in streaming in live set con HÖR per i programmi tv di ARTE, poi in performance dal vivo filmata nel suo studio per Fact Magazine, Serie Patch Notes. Più recentemente, ha realizzato un live con Annalise van Even aka Nana al Superbooth e ai Kraftwerk di Berlino. JakoJako ha fatto buon uso del tempo in studio: ha contribuito a compilation per BPitch Control, Tresor e Figure oltre al remix di Crouds, New Order e Martin Gore. Nel 2022 è uscito Metamorphose per Bigamo Musik, lavoro che conferma il suo talento.
Neel (1982)
Neel è un ingegnere del suono, produttore e artista con un’abilità impeccabile sia che si tratti di produrre in studio, fare il dj o suonare dal vivo in tutto il mondo. Le sue produzioni ponderate fondono ritmo e consistenza con techno e atmosfera in modi estremamente accattivanti, stabilendo nuovi standard attraverso le proprie uscite. La sua musica su etichette come Token Records, Spazio Disponibile e Spectrum Spools non fa che confermare la classe del suono di Neel. Ciò è confermato anche dagli spettacoli audiovisuali, dj set e performance techno dal vivo come solista. La lunga collaborazione con Donato Dozzy, iniziata esibendosi e registrando col nome Voices From The Lake, si è evoluta fino alla co-gestione dell’etichetta Spazio Disponibile. Allo stesso tempo, Neel è anche noto per essere la mente dietro Enisslab Studio, uno studio di mastering e mixaggio punto di riferimento per molte, se non la maggior parte, etichette techno contemporanee. Neel è un vero artigiano della techno moderna che può fare cose surreali e insolite con il suono in modi davvero unici sia come dj che come artista dal vivo.
Pauline Oliveros (1932-2016)
Nata nel 1932 a Houston, in Texas, si avvicina alla musica strumentale in giovane età. Negli anni Cinquanta si sposta a San Francisco, dove inizia le prime sperimentazioni con i registratori a nastro e con strumenti multimediali applicati alla musica elettronica. Gli incisori che, come lei racconta, utilizzava inizialmente per tracciare i suoni della città dal davanzale della sua finestra, hanno dato avvio alla tape music – letteralmente, “musica su nastro”. Da qui il suggerimento nel 1961 di fondare un vero e proprio centro dedicato al genere: il San Francisco Music Tape Center, frutto del sodalizio creativo con i compositori Morton Subotnick e Ramon Sender. Alla fine degli anni Sessanta Oliveros è già un nome, una firma della musica sperimentale. La sua professione si sviluppa anche in ambito accademico, dove viene chiamata a insegnare presso l’Università della California a San Diego. Sperimentazioni e ricerche la conducono nel 1974 alla formulazione delle Sound Meditations, composizioni sonore costituite da istruzioni verbali volte a focalizzare l’attenzione dell’ascoltatore sulla profondità del suono. Le Sound Meditations sono la prima base della sua pratica del Deep Listening. Riprendendo le parole di Oliveros, il metodo consiste nell’”ascoltare in ogni modo possibile tutto il possibile, non importa quello che si sta facendo”. Semplificando il concetto, Oliveros ritiene che per ascoltare veramente e propriamente non bisogna limitarsi ad elementi convenzionali come melodia, ritmo e armonia. L’orecchio e il pensiero devono andare oltre, fino a cogliere gli elementi che circondano la performance, come i suoni dello spazio o il respiro del musicista. La pratica richiede di sapere meditare con il pensiero e percepire i suoni con il corpo al fine di assumere piena consapevolezza dell’ambiente sonoro, sia internamente che esternamente. Nata come fisarmonicista, poi applicatasi al violino, al pianoforte e alla tuba, fino alla strumentazione più inusuale, Oliveros giunge così a un’analisi del suono che attraversa ogni sua più piccola particella.
Otolab
Collettivo audiovisivo milanese, dal 2011 in residenza al San Fedele. Nato nel 2001 da un gruppo di affinità che vede musicisti, dj, vj, videoartisti, videomaker, web designer, grafici e architetti unirsi nell’affrontare un percorso comune nell’ambito della musica elettronica e della ricerca audiovisiva. I progetti vengono sviluppati attraverso il lavoro di laboratorio, i seminari e le live performance, secondo principi di mutuo confronto e sostegno, di libera circolazione dei saperi e di sperimentazione. La produzione si compone di progetti collettivi e individuali per i quali vengono utilizzate sonorità che vanno dall’elettronica sperimentale alla techno, dal dub all’industrial, sempre alla ricerca di un rapporto simbiotico con l’immagine e il video. Otolab è un’associazione culturale che produce live media, progetti audio e audiovisivi, installazioni, seminari e workshop. In questi anni di lavoro, sono stati ospitati in festival, manifestazioni culturali, musei e gallerie nazionali e internazionali e hanno collaborato alla realizzazione di iniziative culturali autogestite.
Ákos Rózmann (1939-2005)
Figura storica della musica elettronica, realizzatore di cicli di opere tra i più monumentali e drammatici del ventesimo secolo. Rózmann nasce a Budapest. Studia composizione con Rezső Sugár tra il 1957 e il 1961. Dal 1961 in poi frequenta l’Accademia di Musica Franz Liszt, studiando composizione con Endre Szervánszky e organo con Sebestyén Pécsi. Dopo aver conseguito il diploma lavora come insegnante di lettura della partitura. Alla fine degli anni Sessanta compone musiche da film per la Mafilm. Nel 1971 si reca in Svezia per studi di composizione con Ingvar Lidholm al Royal College of Music di Stoccolma. Inizia a lavorare all’Elektronmusikstudion (EMS, lo studio di musica elettroacustica di Stoccolma). Il primo risultato dei suoi esperimenti è Impulsioni, un ciclo di brevi brani elettronici del 1974, che vince il terzo premio al Concours International de Musique Électroacoustique di Bourges nel 1976. Nel 1974 Rózmann si stabilisce a Stoccolma, trascorrendo il resto della sua vita nella capitale svedese e nei suoi dintorni. Dagli anni settanta in poi pensa alla musica elettroacustica registrata come l’unico mezzo adatto per le sue idee creative. La sua prima apparizione pubblica come compositore è in occasione della creazione di Bilder inför drömmen och döden(Immagini di sogno e morte) nel 1978. Dal 1978 per diciannove anni è organista presso la Cattedrale cattolica di Stoccolma. Il 1978 è anche l’inizio del suo secondo lavoro di grandi dimensioni, Tolv stationer (Dodici Stazioni), il primo a utilizzare suoni registrati di origine acustica (mentre i due precedenti utilizzavano materiale interamente sintetico). Questo ciclo di più di sei ore impegna Rózmann fino al 2001, risultando in un’opera. Le prime parti sono presentate in anteprima alla Casa della Cultura di Stoccolma nel 1984. Nel 2014 le edizioni Mego Records pubblicano un cofanetto da 7 CD dell’intera serie delle Stazioni. All’inizio degli anni ottanta Rózmann inizia a costruire uno studio elettroacustico privato nel seminterrato della cattedrale cattolica di Stoccolma. Inoltre continua a lavorare all’EMS dove rimane un assiduo frequentatore fino alla fine della sua vita. Tra il 1980 e il 2005 compone una serie di otto opere elettroacustiche, ciascuna con il titolo Orgelstycke (Pezzo d’organo). I suoni dell’organo sono il suo materiale di base più apprezzato, oltre alla voce umana e ai suoni della cetra, di strumenti ad arco e del pianoforte preparato. Il terzo ciclo di epica lunghezza, Rytmer och melodier (Ritmi e melodie), è composto nel 1987. Mentre quasi tutte le sue composizioni sono eseguite in Svezia durante la sua vita, solo una è eseguita in un concerto pubblico nel suo paese natale, l’Ungheria. Nel 1997 termina De två med tre instrument (Due, con tre strumenti). Nel gennaio 2005 completa il suo ultimo lavoro, Orgelstycke nr III/a (Pezzo d’organo Nr. III/a), riprendendo un’idea concepita negli anni ottanta. Durante cinque pomeriggi consecutivi dello Stockholm New Music Festival, è eseguito il suo ciclo Gloria preceduto da Orgelstycke nr IV (Kyrie eleison), sotto il titolo collettivo Mässa (Messa). Il ciclo Gloria, un’ampia trasposizione musicale del corrispondente testo liturgico, della durata di sette ore, viene composto tra il 1989 e il 2004.
Richard Skelton (1973)
Richard Skelton è un artista, scrittore e compositore britannico. Il suo lavoro spesso si evolve da un’immersione prolungata in ambienti specifici e da una ricerca ad ampio raggio che incorpora toponomastica e lingua, archeologia e geologia, folklore e mito. Tra il 2005 e il 2011 dirige Sustain-Release, una casa editrice privata dedicata alla pubblicazione delle proprie registrazioni paesaggistiche ed edizioni artistiche. Dal 2009 è co-direttore della casa editrice multimediale Corbel Stone Press, insieme alla poetessa canadese Autumn Richardson. Richard consegue un dottorato di ricerca presso il Centre for Place Writing della Manchester Metropolitan University, che esamina le relazioni tra esseri umani e non umani nella Gran Bretagna del Paleolitico superiore. È interessato a lavorare in collaborazione con ricercatori di altre discipline, in particolare archeologia, antropologia e geologia. È un compositore prolifico, ma sono rare le sue esibizioni in pubblico. La sua musica può essere associata al genere ambient, ma in un’accezione intensiva. Pochissimi elementi strutturano le sue ampie cattedrali musicali; droni e campioni strumentali vengono intrecciati e sovrapposti con durate e ampiezze variabili in cicli crescenti fino a raggiungere sviluppi sonori di grande intensità.
Konrad Sprenger (1977)
Konrad Sprenger è lo pseudonimo di Joerg Hiller, nato nel 1977, compositore, produttore musicale e artista con sede a Berlino. Ha fondato l’etichetta discografica Choose, per la quale ha prodotto registrazioni degli artisti Ellen Fullman, Arnold Dreyblatt, Robert Ashley e Terry Fox tra gli altri. Dal 2000 si esibisce e lavora regolarmente insieme al compositore di musica minimale Arnold Dreyblatt e alla compositrice/costruttrice di strumenti Ellen Fullman, alle band Ethnostress ed Ei e collabora con il collettivo artistico Honey-Suckle Company. Recentemente si è dedicato a esibizioni dal vivo con una chitarra elettrica multicanale controllata dal computer. La sua musica e le sue installazioni sono state presentate alla Hamburger Bahnhof, Berghain, Galleria Giti Nourbakhsch, Podewil, Schaubühne, Pavillon der Volksbühne, Berlino; Badischer Kunstverein, Karlsruhe; Kunsthalle, Baden-Baden; Francoforte Kunstverein; Künstlerhaus Stoccarda; Kunsthalle Basilea; MoMA PS1, New York; Galleria Cubitt, Londra; Sonar, Barcellona tra gli altri. Konrad Sprenger esplora schemi ritmici basati sull’algoritmo euclideo, per evocare una sorta di insicurezza cognitiva attraverso la dissonanza metrica. Sprenger considera le corde della chitarra come generatori di frequenze, accordate e messe in movimento da varie azioni meccaniche controllate elettronicamente. La musica si riferisce ai ritmi insistenti del Minimalismo, del Krautrock e della Techno, e a loro comune interesse alla trascendenza attraverso un suono propulsivo e a spettro completo. Lo strumento personalizzato è stato concepito da Konrad Sprenger e realizzato da Sukandar Kartadinata e Daniel van den Eijkel.
Chiara Trentin (1991)
Violoncellista e compositrice italiana il cui repertorio spazia dalla classica all’elettronica. Il suo stile compositivo si muove fra il post minimal, l’ambient e la musica sperimentale. Dopo aver conseguito con il massimo dei voti il Master in performing arts alla prestigiosa Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Mannheim nella classe del Maestro Michael Flaksman, incontra il violoncellista Giovanni Sollima, con il quale studia per quattro anni violoncello e composizione alla fondazione Romanini di Brescia. Partecipa anche ai corsi del violoncellista jazz Stephan Braun (Berlino) e del violinista Maximilian Grosch (Konservatorium di Klagenfurt). Altrettanto decisivo è l’incontro con Eugene Friesen ed Ernst Reijseger, con i quali approfondisce la pratica dell’improvvisazione. Nel 2019 viene scelta da Giovanni Sollima, insignito del premio ‘Anner Bylsma’ dalla Cello Biennale di Amsterdam, per incidere un disco da solista con musiche originali. Il disco di debutto, interamente dedicato all’esplorazione delle possibilità espressive sul violoncello elettrico a sei corde, è stato presentato al Concertgebouw durante l’edizione del Festival Cello Biennale (2022). Nel 2023 ha accompagnato l’interprete Alice nel tour ‘Eri con me’, omaggio a Franco Battiato insieme al pianista Carlo Guaitoli. Chiara si esibisce regolarmente in Italia (Ravenna festival, Lucca festival, Mantova Chamber musica festival) e all’estero (Germania, Austria ed Inghilterra), in formazioni cameristiche e orchestrali. Affianca inoltre performance di Cello solo e live electronics. Suona un violoncello acustico e uno strumento elettrico a sei corde.
Francesco Zago (1972)
Chitarrista, compositore e produttore. Insegna chitarra elettrica e improvvisazione presso la Civica Scuola di Musica di Milano. Dopo essersi diplomato in chitarra classica, si è specializzato nel repertorio contemporaneo. Dal 1993 al 1999 ha fatto parte del gruppo prog The Night Watch, pubblicando un cd (Twilight, 1997). Fra il 2005 e il 2014 ha pubblicato quattordici cd, come compositore, chitarrista o produttore. Nel 2005 ha fondato, insieme a Marcello Marinone, l’etichetta discografica AltrOck Productions, per promuovere musiche non convenzionali. Nello stesso anno ha dato vita all’ensemble Yugen, che finora ha pubblicato quattro cd (Labirinto d’acqua, Yugen plays Leddi, Iridule, Mirrors). Altri progetti personali di Zago sono Kurai (2009) e Empty Days, quest’ultimo con la cantante americana Elaine Di Falco (2013). Con il sassofonista svizzero Markus Stauss ha fondato il duo di improvvisazione Zauss, pubblicando tre cd per l’etichetta Fazzul Rec. Nel 2012 è entrato a far parte degli Stormy Six, formazione storica del movimento Rock in Opposition, con cui ha pubblicato, insieme a Moni Ovadia, il cd/dvd Benvenuti nel ghetto. È chitarrista di Not a Good Sign, che ha debuttato per AltrOck/Fading con il suo primo cd nel giugno 2013. Francesco Zago è un collaboratore storico di San Fedele Musica.