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Oggi per il nostro throw back thursday festeggiamo un compleanno, invero piuttosto particolare.
L’11 Gennaio del 1895 nasceva infatti l’ingegnere americano Laurens Hammond, inventore del famosissimo modello di organo e del primo sintetizzatore polifonico, il Novachord. Tutto ha inizio neI 1933, quando Hammond comprò un pianoforte usato che svestì di tutto fuorchè il meccanismo di tastiera. Adeguata quest’ultima a un controller, sperimentò con varie metodologie di creazione del suono finchè non trovò quello a lui più congeniale: la ruota fonica (tonewheel).
Si vide dunque con il contabile della sua azienda, W. L. Lahey, poichè suonava l’organo nella vicina chiesa episcopale della parrocchia di St. Christopher (a Springfield, Virginia), così da sviluppare insieme la sua idea verificando con lui la qualità del suono risultante. Grazie alla sua esperienza meccanica e manifatturiera, mise perfettamente a punto il generatore di suono prima ancora di entrare nella fase produttiva dell’organo Hammond. Il numero degli organi Hammond originali ancora in uso è di per sé testimonianza della qualità del progetto originale e della sua esecuzione: Laurens depositò la domanda di brevetto il 19 gennaio 1934.
Ora, gli esempi di un capolavoro realizzato con questo strumento sono innumerevoli, dal beat in voga negli anni sessanta – le hit di Procol Harum “A Whiter Shade Of Pale” e “Gimme Some Loving” dello Spencer Davis Group, o la ultracoverizzata “Hush” dei Deep Purple – all’hip-hop in commistione con l’exotica dei Beastie Boys di “So Whatcha Want” (1994). Senza dimenticarci del british blues, e più tardi di formazioni prog quali Yes, Genesis, Focus, Uriah Heep o della sua importanza nel reggae con Toots & The Maytals e Bob Marley and The Wailers.
Tuttavia io a quest’uomo sono particolarmente grato visto che la sua creatura è alla base di tutta la musica che amo: il soul jazz di casa Blue Note con Jimmy Smith e Larry Young a fare scuola, la psichedelia sognante dei Pink Floyd più genuini e di Serge Gainsbourg, Dr. John, il catalogo Stax e infine il mod revival: dai Merton Parkas ai Prisoners di Jamie Taylor giungendo al madchester sound con gli Inspiral Carpets e i Charlatans dello sfortunato Rob Collins. L’Hammond è il cuore pulsante di tutte queste esperienze: pensate solo agli Stranglers privati di questo strumento. Impossibile. Quasi come sostituire Dave Greenfield (mancato nel 2020).
Thank You and Happy Birthday, Mr. Laurens.
Foto in Home di Jon Lord dei Deep Purple: Fin Costello, Getty Images