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Tornano finalmente con un nuovo album, il terzo della carriera, i Riviera.
La cult-band emo-rock romagnola ha pubblicato il suo terzo LP, “Sempre”, il 18 aprile per La Tempesta Dischi e To Lose La Track. Dopo i singoli “Terra violenta”, unico brano con un guest (l’amico e collega Maggio) e “Ruvida ruvida”, la band originaria di Forlì si svela in nove tracce fatte di chitarre fragorose e evocative, nate proprio dai riff e sviluppate nei lunghi giorni di lockdown e sviluppate dal resto della band con il tipico approccio istintivo e viscerale che ha sempre caratterizzato i Riviera.
Nei testi la dimensione emotiva ed esistenziale si intreccia senza soluzione di continuità. A partire dalla traccia d’apertura “Nei gelsi”, scritta per pura coincidenza prima dell’alluvione che ha duramente colpito Forlì e la Romagna nel maggio del 2023, è centrale il fango, un fango che allegoricamente intrappola e da cui è difficile fuoriuscire.
Le nove tracce scorrono veloci e senza soste in venticinque minuti con la tromba che dà aria e luminosità alle malinconiche melodie di un disco che è il riuscito risultato di cinque anni di lavoro e continua crescita. Da sempre i ragazzi della band si interrogano sul come essere efficaci sul piano comunicativo. Le distanze, gli spostamenti continui hanno contraddistinto spesso la loro vita, formando un archivio dal quale attingono per mantenere vivo il loro progetto. “Sempre” parla di questo, di fatica, di trovare una soluzione alle distanze della vita; parla di volerci vedere chiaro per portare un aiuto sincero.
“La musica che non salva vite, ma che ha un effetto di aggregazione sano. Porta persone a parlare, anche ad alzare la voce”
I progetti passati e i percorsi personali di ogni membro del gruppo hanno coinvolto diversi
paesi europei (Francia, Inghilterra, Olanda, Polonia, Grecia), ma la base operativa è sempre rimasta Forlì, città cara ai Riviera e che riecheggia nel loro immaginario.
Francesco Albarelli, Giacomo Mercuriali, Andrea Vasumini, Leonardo Ciapetti, Davide Alberti e Paride Piccinini si raccontano e raccontano la gestazione di “Sempre” attraverso 7 dischi, ciascuno dei quali ne ha ispirato in maniera diversa e personale la formazione musicale e l’esistenza. Per l’occasione è stato coinvolto Maggio, guest e voce del singolo “Terra violenta”.
1. Greeth Death, “New Hell” – Giacomo
Il nome della band viene da un pezzo degli Explosions in the Sky. È il disco che ho ascoltato di più negli ultimi anni. Ho a che fare da molto tempo con una depressione che spesso si prende gioco di me e di tutti quelli che mi vogliono bene. In Strange Days cantano «And now all we seem to love is the darkness». Quel «seem» è importante, è un’impressione, un colore.
2. Bull Brigade, “Il fuoco non si è spento” – Andrea “Vasu”
Ignaro della storia della band e del mondo ultras, prende piede negli ascolti quotidiani, specialmente lavorativi (solo assieme a cebio). Tutti brani ottimi, incisivi, melodici e malinconici. Suoni un po lontani dal nostro immaginario ma bellissimo il confronto con chi ha speso il suo tempo nel far uscire il tutto cosi diretto, il mitico Icio dietro al mixer. La consapevolezza delle radici in una devianza che sa di amaro. Il non starci dentro e l’essere ancora qua come punti di incontro chiari
3. Lincoln, “Repair and Reward” – Francesco
Discografia di una band post-hardcore / emo attiva nei primi anni 90 in West Virginia. I chitarroni sono ignoranti e taglienti, la batteria granitica e piena di dettagli gustosi; si sentono le influenze grunge dell’epoca. Il lato A contiene 4 pezzi del ’93, più melodici, che suonano ancora freschi a distanza di 30 anni. Non so se sia stata propriamente un’influenza, ma sicuramente questo disco ha riacceso la mia passione per registrazioni che cercano di fotografare al meglio l’energia della band dal vivo.
4. The Brave Little Abacus, “Just Got Back From the Discomfort —We’re Alright” – Leonardo
Un disco fulminante e dinamico, commovente personalmente. Ogni parte sembra incastrata nell’arrangiamento quasi in modo matematico. Tutto questo è vestito di suoni sporchi, è sincero e parla a cuore aperto. È la teoria del Pi greco scritta con il sangue. È un ottimo amico, mi riporta a casa.
5. Giovanni Truppi, “Infinite possibilità per esseri finiti” – Davide
Disco ascoltato a ripetizione nell’ultimo anno, in attesa di un nuovo arrivo. Quando trovi qualcuno che riesce a esprimere le cose che hai in testa e nel cuore è facile rimanere colpiti; la musica a quel punto conta poco, diventano più importanti le parole.
6. Colle der Fomento, “Adversus” – Paride
Un disco che mi ha accompagnato in questi anni, principalmente nell’attitudine alle cose. Al fianco di tanti altri ascolti, diversi per genere, direzione dello sguardo, freschezza, portata e sentimenti, quando penso a cosa è successo a me e a Riviera in questi anni, da Contrasto in poi, penso a questo disco. Il tempo passato assieme e quello individuale, i concerti, i viaggi, le nostre pause, la fatica fatta e la tenacia di aver superato tutto fino ad arrivare a Sempre. Per me rappresenta un po’ una sintesi, forte soprattutto nelle parole oltre che nelle sue intenzioni e nella coesione che dimostra.
7. Hotelier, “Goodness” – Maggio
Ho ascoltato questo disco anni fa e l’ho riascoltato in questi ultimi due/tre anni, a ripetizione. Alla fine, tra testi e musica, penso che non avrei potuto avere ispirazione migliore per scrivere Terra violenta.