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Foto: Dennis Weise nel 1977 – immagine presente negli archivi del sito di Weise doctorwize.com (adesso offline) e sulla sua pagina instagram doctor_wize.
Visionaria e sperimentale, la produzione musicale di Dennis Weise – musicista nato in Inghilterra, cresciuto in Giamaica e trasferitosi in adolescenza negli USA – è una fusione allucinata di vortici psichedelici, deflagrazioni soniche, tape loop selvaggi, divagazioni eteree. La strumentazione utilizzata da Weise è delle più varie: sintetizzatore modulare EML, mellotron, Micromoog, Roland Sh09 e Sh1, arpa, chitarra del Kalimantan (Borneo) e qualunque cosa possa emettere un suono. Generi e stili diversi – ambient, afro-funk, jazz, dub, reggae – si incrociano e danno vita a una dimensione sonora futuribile, tant’è che la compilation Wize Music pubblicata nel 2018 dalla londinese Finders Keepers, pur proponendo materiale già edito da Weise verso la fine degli anni settanta/primi ottanta (verosimilmente in tirature da private press), stupisce e sorprende perché difficilmente catalogabile in un periodo temporale ben preciso: a eccezione di due inediti – “Celes” e “Andro” – provenienti dagli archivi privati del musicista, la pubblicazione dell’etichetta britannica raccoglie una selezione di brani da Valhalla (1979) e Consciousness Program (1980), autoproduzioni stampate in poche copie. Due album fuori dal tempo come il suo autore, quasi impossibile da etichettare perché l’orizzonte culturale di Weise sembra non conoscere limiti: ha trascorso la sua infanzia a Kingston trasferendosi poi negli Stati Uniti, salvo poi ritornare a vivere in Giamaica dopo gli studi superiori per sei mesi partecipando pure a una sessione di registrazione in studio con i Wailers. Da quando ha dodici anni, ha però sempre (o quasi) vissuto nell’America del Nord (Connecticut, California) senza però mai rimanere intrappolato nelle varie scene locali ma, anzi, ha rivolto spesso e volentieri lo sguardo sia alla musica orientale che a quella ambient ed elettronica europea – Brian Eno (ispirazione probabilmente per la tecnica del tape loop), Tangerine Dream, Ariel Kalma, Heldon – e non si è posto mai nessuna barriera mentale facendo di tutto e di più: dal frequentare le lezioni del compositore di musica classica Samuel Barber al Trinity College di Hartford al suonare con i New York Gong – la band della toccata e fuga newyorkese di Daevid Allen dei Gong (il nome di Weise compare nella locandina di Zu – A Nu Music Manifestival, festival organizzato da Giorgio Gomelski a New York l’8 ottobre del 1978); dal vivere nella comune Zendik Farm in California fumando canne e peyote, prendendo funghi al trascorrere due settimane in una riserva Apache a Eden (Arizona).
La musicale di Weise è un flusso inarrestabile di esperienze, raccontate tra l’altro dallo stesso artista nel 2019 in un’intervista al magazine francese Gonzaï. L’avventura newyorkese, fra tutte, è forse quella più interessante, divertente:
«Intorno al 1976, ero un DJ nella stazione radio del mio college, WRTC, a Hartford e uscivo con un altro DJ, Bob Jones, soprannominato Bob The Knob, dalla canzone dei Genesis, Battle of Epping Forest. Una nostra amica, Lisa Carta, ci ha realizzato delle magliette con il simbolo di uno dei nostri gruppi preferiti, i francesi Magma. Fu allora che il mio amico Bob the Knob stava passeggiando casualmente per Manhattan con la sua maglietta Magma e fu fermato da uno sconosciuto che gli chiese ‘Dove hai trovato questa maglietta?’. Bob gli risponde e questo sconosciuto gli dice che è Giorgio Gomelski, il manager di Magma. […]. Bob gli parlò di me e io lavorai con Giorgio e i Material finché non dovetti lasciare New York per finire gli studi».
Negli anni novanta e nel nuovo millennio Weise, nonostante dal 1986 sia diventato un psicologo praticante, non ha mai smesso di fare musica pubblicando dischi, con titoli come “Towards the One”, “Corps of Discovery”, “Anima Manna”, “Space Station Delta”, “A Warm Glow”, “Chakras Meditation”.
(Monica Mazzoli)