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L’annuncio di un nuovo disco dei Camera Obscura è arrivato come un fulmine a ciel sereno a dieci anni da “Desire Lines”, uscito per 4AD. Dopo averlo ascoltato, il sole risplende più di prima.
Il gruppo si era formato a cavallo dei due millenni a Glasgow dall’incontro tra la songwriter Tracyanne Campbell, John Henderson (seconda voce e percussioni, oggi non più in line-up) e il bassista Gavin Dunbar, muovendo i primi passi insieme agli amici Belle & Sebastian, di cui il cantante Stuart Murdoch produsse anche il debutto del 2001 “Biggest Blues Hi-Fi”. Diventano nel giro di pochi anni una delle formazioni indie-pop di maggior successo entrando anche nella classifica di vendita americana, con album dal sapore mai banale e un sound unico e originalissimo. Nel 2015 la tastierista della band Carey Lander, raffigurata sulla copertina di “Underachievers Please Try Harder”, è morta a soli 33 anni dopo che gli era stato diagnosticato un cancro alle ossa. Con i Camera Obscura che inevitabilmente si sono presi una lunga pausa per elaborare il lutto, restando in contatto durante il periodo difficile e suonando occasionalmente dal vivo.
Nel periodo seguente la morte di Lander i Camera Obscura hanno inserito in formazione la tastierista Donna Maciocia, scrivere con il suo contributo i brani poi diventati la spina dorsale del nuovo lavoro “Look to the East, Look to the West”, pubblicato dalla Merge. Musicista delicata e talentuosa come si evince da Sugar Almond, dedica commossa della leader all’amica persa per strada: “Hey, I liked who we were together/ I’m not sure who I’ll be apart/ I will love you forever and ever/ You didn’t take much, you took a piece of my heart/ […] Won’t you sing to me, Carey?”. Ma partendo dall’inizio, troviamo episodi pop sognanti contaminati dall’elettronica (“Liberty Print”) come numeri più frizzanti e vicini alla roots music americana (“Big Love”, “The Light Nights”). Jari Haapailanen, chitarrista dei Bear Quartet, è di nuovo al desk a rinverdire i fasti del gruppo come nei disconi usciti a fine anni zero, coadiuvato da Paul Savage dei Delgados per una registrazione sonicamente ineccepibile svolta tra i Rockfield in Galles e gli studi della Chemikal Underground.
Che siamo di fronte all’ennesima raccolta imperdibile dei Camera Obscura ce lo dimostrano gli umori Motown di Denon, però l’accoppiata da best of la identifico in Baby Huey (Hard Times) – a metà tra due Paul, Simon e Stewart dei Blueboy dal rooster Sarah Records – e We’re Going To Make It In A Man’s World, una nuova Llloyd I’m Ready To Be Heart Broken pronta a entrare nel cuore per non uscirne più. “Blow me a kiss/ Read my tarot cards tonight/ I’ll bring champagne and clementines/ Tell you everything’s alright/ A dark time in history/ But never a gloomy day/ White with snow, sunshine/ I’ll blow your blues away”: Tracyanne Campbell spiega nella title-track (arrangiata da brividi, con Anne McLeod all’oboe) che la vita è fugace ma importante e unica in ogni momento. Perchè le grandi canzoni non tramontano mai, quando sanno alleviare anche il dolore.
77/100
Foto in Home: Robert Perry