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Continuano le nostre interviste ai direttori dei festival italiani, questa volta tocca a Marek Lukasik del Lars Rock Fest di Chiusi in provincia di Siena.
Un festival giunto all’undicesimo anno, che cerca di portare un certo tipo di musica dove durante l’anno non arriva, il tutto grazie ad un gruppo di appassionati ormai certezza e punto di riferimento anche per altre realtà simili.
Come viene scelta la line-up e come scegliete gli artisti?
ML: Si inizia a lavorare alla line-up a settembre/ottobre, abbiamo sempre degli headliner esteri perché lo scopo del festival è quello di portare in provincia qualcosa di diverso da quello che viene proposto durante l’anno.
Dopo l’estate iniziamo a sondare le varie agenzie e tra dicembre e marzo chiudiamo i primi nomi. Ovviamente cerchiamo di portare chi ci interessa ma non sempre si riesce per svariati motivi: cachet, impegni e day-off.
Su tre nomi che poi riusciamo ad avere c’è dietro un lavoro almeno su trenta nomi.
Siete sovvenzionati da enti pubblici o da privati?
ML: Dunque, il comune di Chiusi, che ha 8000 abitanti, ci sostiene sia logisticamente che con un apporto economico che copre una piccola ma importante fetta di costi, poi abbiamo diversi sponsor ma in totale arriviamo a metà dei fondi necessari.
Il resto viene ricavato, essendo un festival totalmente free-entry, tramite la ristorazione.
Ho visto che coinvolgete e promuovete i prodotti locali
ML: Sì, certo, conta che circa metà delle persone che vengono arrivano da fuori quindi viene anche incuriosita dai piatti tipici del territorio.
Chiusi anche se è in provincia di Siena è a pochi chilometri dall’Umbria, l’offerta di qualità non manca. Facciamo venire anche cuochi dai ristoranti più famosi del territorio.
Penso che riceviate proposte al di fuori del vostro target, non siete tentati di proporre qualcuno che non rientri nel ‘vostro’ genere?
ML: Le proposte arrivano ma visto che il nostro target di pubblico è sui 30/40 anni e fatto di persone che si fidano di noi, ci piace anche essere ‘riconosciuti’ per un certo stile e suono che proponiamo. Molti vengono sulla fiducia che anche se non conoscono l’artista saranno soddisfatti da quello che vedranno.
Questo non vuol dire che in 11 edizioni non siamo mai cambiati, all’inizio eravamo orientati al post-punk poi abbiamo virato verso altri suoni anche prima che arrivassero ad altri livelli.
“L’importante che ci sia della chitarra” ci diciamo sempre (ridiamo ndr) e questa è la base, poi le declinazioni sono tante.
A parte il pubblico che vi segue da anni cercate anche l’attenzione di chi è spettatore casuale o turista? Oppure di chi segue un particolare gruppo.
ML: Alle volte è capitato, come per Brian Jonestown Massacre arrivassero fan dalla Croazia, dal Belgio o dalla Francia. Essendo l’unica data free entry molti chiedevano se fosse una cover band (ridiamo ndr) o no.
Anche dall’Italia arrivano diversi spettatori: Marche, Puglia e ovviamente Abruzzo e sorprendentemente da Roma.
Essendo un festival piccolo, in un borgo proponiamo anche attività pomeridiane per famiglie che magari arrivano per farsi il fine settimana in zona.
Passiamo alla line-up di quest’anno a cui manca ancora qualche nome
ML: Sì, manca ancora l’headliner del venerdì e per scaramanzia non ti dirò nulla(ridiamo ndr) perché il contratto non è ancora stato firmato, quello che posso dirti che gli opener saranno i Crocodiles.
Sabato avremo Gilla Band e i Ditz, perfettamente in linea con la linea che vogliamo tenere.
Gilla Band gruppo dal vivo molto fisico, ricordo il set al Primavera Sound di Barcellona dove, convinto da un’amica che me li aveva presentati come ‘depressi’, mi diedero una botta notevole. Di depresso avevano solo i testi (ridiamo ndr)
ML: Sì, è una di quelle band che su disco faticano ad arrivare ma live sono convincenti. Anche io li ho visti al Primavera, fu davvero una botta.
Poi domenica c’è Fantastic Negrito
ML: Una certezza, un set solido e rodato di un artista notevole
Negli anni avete azzardato delle scelte
ML: Sì, è vero, abbiamo fatto delle scommesse che poi si sono rivelate vincenti. Penso ai Protomartyr proposti poco prima che ‘esplodessero’.
Il festival però non è solo musica
ML: Come dicevo l’intenzione è coinvolgere il più possibile il territorio e le realtà minori, quindi oltre alla musica c’è un festival dedicato all’editoria, con un palchetto per le presentazioni, una fiera del vinile e un’area gioco/ludica con diverse attività dedicata ai bambini.
Il festival è in un parco pubblico, quanti spettatori può contenere?
ML: Siamo intorno alle 2000 persone, ma ora post covid non le dobbiamo contare e con precisione non lo sappiamo, ma l’ordine di grandezza è quello
La cittadinanza vi sostiene?
ML: Come sempre quando fai una manifestazione c’è qualcuno che si lamenta, ma di fatto sono proprio pochi. Come sottolineavo cerchiamo di coinvolgere tutti a tutti i livelli in modo che il festival porti qualcosa ai cittadini anche dei borghi vicini. Diciamo che per il 99% ci supporta e supporta (ridiamo ndr)
A tal proposito fate il 20 giugno a Castiglione del Lago una preview del festival
ML: L’idea di fare qualcosa prima del festival nasce dalla prima ondata del covid quando si potevano fare eventi ristretti. Chiusi non aveva gli spazi adatti, allora siamo andati a Castiglione, borgo vicino ma già in Umbria, in un posto bellissimo che è la Rocca Medievale.
L’idea era di fare un doppio concerto, “zal” in etrusco, lì e poi a Chiusi, ma ci siamo riusciti solo con Nicolò Fabi per ovvie ragioni di logistica, ma il warm up è rimasto e quest’anno ci saranno gli Arab Strap.
L’unica cosa è che è a pagamento, dato che l’evento è di fatto esterno a tutto quello che riguarda il festival, ma ti assicuro che la location vale il prezzo.
Ho visto che con gli altri festival delle dimensioni del vostro (Sexto, Artivive…) spesso incrociate le date e gli artisti
ML: Sì, cerchiamo di collaborare il più possibile con gli altri festival così da trarne vantaggio tutti, anche a livello di spese ma anche come proposta per gli artisti che fanno più date senza grandi spostamenti.
Per concludere ti chiedo cosa stai ascoltando ultimamente
ML: È sempre una domanda complicata visto che ho ascolti decisamente trasversali. Ti direi solo i Jambinai, gruppo post-rock coreano, che tra poco verranno a suonare in Europa.